Sono mesi di fuoco quelli che si troverà davanti Donald Trump e in cima alla sua lista di pensieri non ci saranno soltanto i rimorsi per non aver gestito per tempo la diffusione del Covid-19: adesso ad essere in ballo è addirittura la sua rielezione a presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo aver infatti guidato una cavalcante ripresa economica del Paese – ridando slancio a quello che ormai sembrava un perduto sogno americano – adesso l’esecutivo americano dovrà fare i conti con la recessione causata dal patogeno, cui impatti rischiano di ripercuotersi anche sulle scelte elettorali degli americani. E in questo scenario, i tre anni di crescita potrebbero essere ben presto dimenticati, nella misura in cui la situazione prenda una piega peggiore rispetto a quella immaginata dalla politica repubblicana.
Trump sale nelle preferenze ma non supera il 50%
Stando alle ultime rilevazioni americane, nonostante dallo scorso mese Trump abbia recuperato circa 7 punti percentuale nei confronti di Joe Biden, al momento la situazione appare completamente in bilico. Ma mentre la risalita è stata dettata anche in parte dal clima di fiducia iniettato nella popolazione americana che ancora non era stata vessata dal Covid-19, lo scoppio della pandemia anche sul suolo americano potrebbe girare le carte sul tavolo.
Se le misure attuate per contenere la diffusioni si ripercuotessero in modo troppo marcato sull’economia, il rischio è di perdere la fiducia proprio di quei territori fortemente produttivi che avevano segnato la sua vittoria nel 2016 contro l’avversaria Hillary Clinton. E se si perdono le coste del lago Michigan, vincere le presidenziali rischia di trasformarsi davvero in un’impresa anche per il Tycoon.
In questo scenario, dunque, le mosse che verranno messe in campo dall’esecutivo americano non saranno decisive soltanto nella lotta al patogeno ma anche in chiave elettorale per il prossimo novembre, quando si giungerà alla sfida finale che incoronerà il prossimo presidente degli Stati Uniti. E se Trump è davvero intenzionato ad essere riconfermato, è giunto il momento che sfoderi tutti gli assi nella propria manica per conquistare ancora una volta il popolo statunitense.
I sette mesi di fuoco della politica americana
Come già sottolineato, i sette mesi che separano i due candidati dallo scontro decisivo saranno parte integrante della campagna elettorale americana, e poco importa se ciò sarà giocato soprattutto sulla pandemia di Covid-19 in corso negli Stati Uniti. A giocare un ruolo fondamentale, inoltre, è la collocazione geografica dei contagi più importanti, per lo più in quelle roccaforti democratiche che Biden è deciso a difendere, facendo leva sulle possibilità di errori nella gestione dei contagi e del sistema sanitario da parte del partito repubblicano al governo federale.
Trump, dal canto suo, ha già messo in conto la possibilità di perdere preferenze per quanto riguarda la gestione della pandemia: il suo sguardo infatti è già stato rivolto alla ripresa economica successiva – o al tentativo di non affossare l’economia reale sin dal principio. L’unico problema – anche in questo caso – sarà dettato dall’opposizione democratica nei singoli Stati, che potrebbero decidere di giocare la partita contraria per potersi presentare dal 2021 come i salvatori della patria.