Lo shutdown agita i sonni degli Stati Uniti. L’incubo della paralisi di tutte le attività non essenziali del Paese finché il Congresso non approva la finanziaria, diventa ogni giorno più concreto. E Donald Trump continua a minacciarlo qualora il parlamento non inserisca il finanziamento del muro al confine con il Messico (cinque miliardi) all’interno della legge di bilancio.
L’ultima volta in cui lo shutdown è diventato realtà, è stata l’anno scorso, quando repubblicani e democratici non trovarono l’accordo sui cosiddetti dreamer, ovvero gli immigrati illegali entrati negli Stati Uniti quando erano minorenni. E anche questa volta, sono sempre i migranti a rappresentare la pietra dello scandalo dello shutdown. Trump non sembra intenzionato a cedere di fronte alle pressioni dei democratici e dell’ala più centrista dei repubblicani. Questa mattina ha pubblicato un tweet abbastanza eloquente: “Se i democratici voteranno no, affronteremo uno shutdown che durerà molto a lungo”.
Shutdown today if Democrats do not vote for Border Security!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 21 dicembre 2018
“Anche il presidente Ronald Reagan ha tentato per otto anni di costruire un muro alla frontiera o delle barriere, ma non è riuscito a farlo. Altri hanno tentato. Ci riusciremo, in un modo o nell’altro”, ha continuato il presidente degli Stati Uniti. E poi ha continuato: “Conosco la tecnologia meglio di tutti, niente funzionerà meglio del muro. È come la ruota, questa è la verità da migliaia di anni”.
In cosa consiste lo shutdown
Per i cittadini americani, l’eventualità di un blocco dei servizi non essenziali del Paese è vista con molta preoccupazione. Quando entra in vigore, lo shutdwon implica che i cittadini statunitensi si ritrovano una pubblica amministrazione ridotta ai servizi essenziali. Quindi un danno sicuramente alla vita del cittadino medio americano. Ma quello che conta, e che è particolarmente importante, è che circa 800mila dipendenti federali restano a casa senza retribuzione in quanto con la paralisi dei finanziamenti, le agenzie federali in cui lavorano chiudono i battenti fino a nuovo ordine. Ovvero finché lo Stato centrale non approva la legge finanziaria e il conseguente finanziamento di tutti i servizi pubblici.
Gli effetti del blocco
Il blocco delle servizi federali non essenziali non è un problema che riguarda solo realtà locali o periferiche. Anche la Casa Bianca e il Congresso, per esempio, subiscono un parziale blocco dei lavori. Restano aperte le strutture, ma il personale viene ridotto ai minimi termini, soltanto per quei servizi che non possono essere toccati.
I colpi lui subiscono anche il Pentagono e tutta la sicurezza nazionale. Il personale militare ovviamente non viene ritirato dal servizio, ma gli stipendi possono subire ritardi, mentre il personale civile potrebbe anche essere lasciato a casa in assenza di un finanziamento da parte dello Stato centrale. Sul fronte della sicurezza interna, non sembrano invece esserci particolari problemi, visto che le frontiere e la sicurezza aeroportuale non subisce contraccolpi dovuti allo shutdown. Diversa la situazione della Nasa, dove le operazioni della Stazione Spaziale Internazionale proseguono senza alcun blocco, ma con i 18mila dipendenti civili cui viene ordinato di rimanere a casa in assenza di fondi.