Donald Trump è un ciclone: si candida, stende Hillary Clinton, si prende la Casa Bianca e comincia a picconare otto anni di amministrazione Obama, dalla sanità pubblica fino ai rapporti con la Russia. Il modo di fare del tycoon è totalmente diverso rispetto a quello dei suoi predecessori. È un imprenditore, uno che sa scendere a patti e arrivare ai compromessi a lui più favorevoli (questa è ovviamente la sua versione).È passata una settimana dal giuramento di Donald Trump. E lui ha già stravolto tutto. Secondo quanto fa sapere l’Agi, “nessun presidente della storia moderna degli Stati Uniti ha cominciato il suo mandato con una tale quantità di iniziative sui temi più disparati e in così breve tempo”.Il 20 gennaio, giorno del suo insediamento, il tycoon ha firmato un ordine per cominciare a smantellare la riforma sanitaria del suo predecessore. Tre giorni dopo, il 23 gennaio, Trump ha ordinato di ritirare gli Usa dal Tpp, l’accordo di associazione transpacifico, che già in campagna elettorale aveva definito “un disastro potenziale” per gli Usa. Nello stesso giorno, il tycoon ha firmato un ordine per proibire l’utilizzo di fondi del governo per sovvenzionare le Ong che praticano o danno consigli sull’aborto. Lunedì ha firmato anche un terzo ordine esecutivo per bloccare nuove assunzioni nel governo federale, eccetto che per le Forze armate. Il 24 gennaio Trump ha dato il via libera a due grandi (e controversi) progetti di oleodotto che Obama aveva congelato a causa dell’impatto sull’ambiente.È del 25 gennaio l’ordine esecutivo per avviare la costruzione nel giro di “mesi” del muro alla frontiera con il Messico, una delle sue principali promesse in campagna elettorale. Trump ha ordinato anche di creare altri centri di detenzione per clandestini, aumentare il numero degli agenti di controllo alle frontiere e interrompere i fondi federali a città come Chicago, New York e Los Angeles, che proteggono dall’espulsione gli immigrati irregolari. Chi pagherà questo benedetto muro? In campagna elettorale il tycoon ha più volte detto che il contribuente americano non avrebbe sborsato un dollaro e che sarebbe stato tutto accollato al Messico. Ma le cose non sono così definite e scoppia la polemica. Trump e il presidente Pena Nieto si parlano venerdì, senza appianare le divergenze, ma concordando sul fatto di non tornare a parlare in pubblico del muro, almeno per il momento.Il 27 gennaio, il tycoon firma al Pentagono gli ordini esecutivi per concretizzare la promessa di proibire l’ingresso dei musulmani in Usa; e di fatto trasforma la politica di asilo in parte della sua strategia contro il terrorismo e di sicurezza. I decreti ordinano la sospensione dell’accoglienza ai rifugiati per 120 giorni in modo da poter esaminare i meccanismi di accettazione e assicurarsi che gli estremisti non mettano piede sul territorio statunitense; bloccano in maniera indefinita l’ingresso di rifugiati siriani e sospendono per 90 giorni la concessione di visti a cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana con una storia di terrorismo: Libia, Sudan, Somalia, Siria, Iraq, Yemen e Iran. E questo è solo l’inizio: perché – come ha detto in un tweet una dei consiglieri della Casa Bianca, Kellyanne Conway – Trump è un presidente “altamente energico” e “Washington deve ancora adeguarsi”. Insomma, siamo solo all’inizio dell’era Trump.
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