Tutti concordano sul fatto che i sondaggi sembrano dare per favorito Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca contro Donald Trump. Il modello di previsione statistica dell’Economist offre a Biden una probabilità di vittoria di circa 9 a 1. Per FiveThirtyEight l’ex vicepresidente ha una probabilità di trionfare del 69%, mentre la Princeton University Election Consortium prevede che il candidato dei dem si porti a casa 349 grandi elettori (ne occorrono 270). E il politologo Alan Abramowitz, utilizzando un sistema completamente diverso, è convinto che Sleepy Joe vincerà con il 70% delle probabilità. Ma parliamo di teorie e statistiche che si riferiscono più al voto popolare, dove vincere conta poco. E nei prossimi due mesi tutto può ancora cambiare, tant’è l’entourage di Biden è preoccupato per la risalita nei sondaggi del tycoon, soprattutto negli stati chiave. Come riporta il Corriere della Sera, oltre ai disordini che possono consentire al Presidente Usa di presentarsi come l’uomo che ristabilisce l’ordine contro il caos, almeno due fattori preoccupano gli strateghi della campagna di Biden: in primo luogo i numeri dell’ex vice di Obama, pur restando superiori a quelli di Trump a livello nazionale e in diversi Stati-chiave, sono peggiori di quelli vantati da Hillary Clinton quattro anni fa, a questo punto della campagna elettorale.

Biden perde terreno e fa peggio di Hillary

Inoltre, nei tre stati che quattro anni fa hanno sancito la sconfitta di Hillary Clinton – Wisconsin, Michigan e Pennsylvania – Biden è ancora in testa. Il suo vantaggio, però è calato, rispettivamente, al 3,5, 2,6 e 5,8 per cento. Ma, soprattutto, il candidato democratico sta messo peggio di Hillary che quattro anni fa, a questo punto della campagna, era avanti del 10 per cento in Wisconsin e del 9 negli altri due Stati. Come nota Nbc News, a differenza del 2016, nessuno dubita che Trump possa vincere quest’anno. Il presidente potrebbe persuadere gli elettori delle aree rurali e convincerli del fatto che i democratici sono troppo pericolosi. Potrebbe anche fare breccia fra gli elettori tra la classe operaia bianca, che costituiscono la maggioranza degli americani che generalmente non votano negli stati chiave. Nonostante la crisi provocata dalla pandemia da Covid-19, potrebbero considerare Donald Trump più adatto a gestire la ripresa visti i risultati conseguiti dalla sua amministrazione in campo economico prima dell’emergenza sanitaria.

C’è poi un elemento fondamentale che distingue le due campagne elettorali: The Donald sta girando l’America in lungo e in largo mentre Joe Biden si limita a fare dirette su Zoom e sui social in rispetto delle precauzioni anti-Covid. Una strategia che si sta rilevando molto rischiosa per i dem che, infatti, hanno deciso di cambiare rotta.

La profezia di Moore

Nel 2016 aveva predetto la vittoria di Donald Trump, contro tutti i sondaggi. Oggi è convinto che il tycoon possa conquistare la rielezione. Parliamo del regista Michael Moore, che a due mesi dal voto afferma: “Siete mentalmente preparati ad essere battuti di nuovo con l’astuzia da Trump?”. Come scrive l’Agi pur detestando Donald Trump, Moore è un acuto osservatore, osserva i fatti sul campo e nonostante le sue posizioni radicali, racconta quello che vede la sua cinepresa, quello che è lampante a occhio nudo, basta leggere un po’ di cronaca locale, fare una ricerca delle foto e dei video sui circuiti delle agenzie, per vedere quello che accade ogni volta che Trump fa la trottola e va negli Stati in bilico. Entusiasmo alle stelle. E “Sleepy Joe” trema, in attesa anche dei dibattiti dove Biden non ha mai particolarmente brillato.

Tra i due candidati alla presidenza i dibattiti sono fissati per il 29 settembre, il 15 ottobre e il 22 ottobre. Quello fra i vice, Mike Pence e Kamala Harris, il 7 ottobre. Joe Biden è anche l’uomo delle gaffes, nelle quali potrebbe facilmente incappare contro The Donald, da scaltro uomo dello spettacolo com’è. Il palcoscenico è il suo pane, dopotutto. I democratici lo sanno benissimo e hanno talmente paura di perdere terreno da invitare il loro candidato a non presentarsi. Come ha fatto la Speaker della Camera Nancy Pelosi, che ha spiegato che Trump “non va legittimato”.

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