Ankara promuove con vigore la propria candidatura alla membership europea, mentre non sembra ancora disposta a dare il via libera per l’adesione della Svezia alla Nato. Donald Trump è stato invitato privatamente a tornare al tavolo dei negoziati per mediare la normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele. In Sudan, il generale al-Burhan ordina lo scioglimento immediato dei paramilitari ribelli, rischiando di scatenare una nuova ondata di violenze. Il governo di Pechino insiste sulla strada dell’autosufficienza tecnologica e della messa al bando di dispositivi di fabbricazione estera in ambienti sensibili, mettendo a rischio il colosso americano Apple. Ecco le cinque notizie del giorno.

“Un’Unione senza Turchia non sarà mai realmente globale”: Ankara avanza la sua candidatura all’Ue

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha riaffermato l’intenzione del proprio Paese di entrare nell’Unione europea e ha esortato i 27 membri a compiere passi coraggiosi per dare seguito alla candidatura della Turchia. L’alto diplomatico ha rilasciato questi commenti in una conferenza stampa congiunta con Olivér Várhelyi, Commissario europeo per l’allargamento, nel corso di un incontro tenuto ad Ankara per rinsaldare il rapporto con l’Unione, recentemente deteriorato. “L’Unione Europea non può essere un attore veramente globale senza la Turchia” ha affermato Fidan. “È di vitale importanza rivitalizzare la prospettiva della membership: ci aspettiamo che i membri dimostrino la determinazione necessaria per approfondire le nostre relazioni e che siano in grado di agire con più audacia” ha aggiunto.

Al-Burhan ordina lo scioglimento delle Rsf

Il capo dell’esercito del Sudan, generale Abdel Fattah al-Burhan ha pubblicato un decreto che scioglie ufficialmente le Rapid Support Forces (Rsf). Al-Burhan, che presiede anche il Consiglio Sovrano del Sudan, ha dato ordine alle forze armate di implementare al più presto il decreto presidenziale e dissolvere il corpo paramilitare. La decisione deriva “dalla ribellione di tali forze contro lo Stato, dalle gravi violazioni commesse contro i cittadini e il deliberato sabotaggio delle infrastrutture statali” si legge in una nota ufficiale del Consiglio sovrano sudanese. In precedenza, il Consiglio aveva già sanzionato Abdelrahim Hamdan Dagalo, il leader e comandante regionale delle Rsf. Da quando il conflitto tra l’esercito regolare e le Rsf ha avuto inizio il 15 aprile scorso, migliaia di sudanesi hanno perso la vita e oltre 4 milioni sono stati sfollati, la maggioranza di questi residenti nella capitale Khartoum e nello stato del Darfur. Un simile ordine era già stato emanato all’indomani della ribellione delle Rsf, ma la chiamata alle armi di al-Burhan contro il gruppo potrebbe innescare un nuovo ciclo di violenze e instabilità nel Paese.

Si espande il bando agli iPhone in Cina: rischi enormi per Apple

La Cina pianifica un’espansione del divieto d’uso di iPhone in dipartimenti sensibili di agenzie governative o statali: si moltiplicano così le sfide per Apple nel suo maggior mercato estero e sede di produzione globale. Numerose agenzie hanno già cominciato a istruire il proprio staff a non portare con sè i propri iPhone sul luogo di lavoro, e sembra che Pechino intenda estendere la restrizione ben oltre imprese statali e agenzie governative. Se il governo cinese metterà in atto le proprie intenzioni, un embargo di questa entità rappresenterebbe l’apice del suo tentativo di sradicare l’uso di tecnologie estere in ambienti sensibili, di pari passo con lo sforzo per ridurre la sua dipendenza da software e circuiti di fattura americana e favorire l’utilizzo di dispositivi di fabbricazione nazionale. La decisione minaccia di erodere la posizione di Apple su un mercato che frutta all’azienda circa un quinto dei suoi guadagni totali, e da dove produce la maggior parte degli iPhone che distribuisce in tutto il mondo in fabbriche mastodontiche che impiegano milioni di cittadini cinesi.

Trump invitato a sostenere la normalizzazione tra sauditi e israeliani di Biden

Jared Kushner sta sollecitando Donald Trump a supportare il tentativo dell’amministrazione Biden di mediare una normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita – evento che potrebbe verificarsi a margine del G20 in India – per cementare l’eredità dell’ex presidente in Medio Oriente. Kushner ha ricoperto il ruolo di consulente alla Casa Bianca per suo cognato Trump ed è stato un negoziatore chiave negli Accordi di Abramo siglati nel 2020 che hanno normalizzato le relazioni tra Israele ed Emirati, Bahrain, Marocco e Sudan. Kusher, che intrattiene stretti rapporti con il principe saudita Mohammed bin Salman (attraverso il suo fondo di private equity, Affinity) ha detto a Trump che se l’Arabia Saudita si unisse ai “suoi” accordi di Abramo, questo rivendicherebbe la sua politica sul Medio Oriente e lo avvantaggerebbe nella campagna elettorale. Anche il senatore repubblicano Lindsey Graham si unisce agli sforzi del genero di Trump: l’appoggio del Gop è cruciale per Biden perchè l’accordo includerebbe un trattato tra Washington e Riyad per la difesa del regno saudita che richiederebbe il sostegno di due terzi del Senato, dove gran parte dei democratici mantiene posizioni critiche verso MbS e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. I repubblicani, nonostante le molte obiezioni sulla politica estera di Biden, sostengono fortemente Israele e l’estensione degli accordi di Abramo.

Candidatura della Svezia alla Nato: tutto pronto, manca solo la Turchia

La Svezia è “completamente pronta” ad entrare nella Nato, e aspetta solo che la Turchia avvii il processo per ratificare la candidatura, ha dichiarato il ministro degli Esteri Tobias Billstrom ad un incontro con le controparti nordiche e baltiche tenuto a Riga. La Svezia ha presentato la candidatura di adesione all’alleanza di difesa lo scorso anno, ma Turchia e Ungheria devono ancora approvare la richiesta di Stoccolma. La Svezia si augura che il governo di Ankara ratifichi la sua candidatura non appena il parlamento turco si riunirà ad ottobre, come pattuito con il presidente Recep Tayyip Erdogan al summit Nato lo scorso luglio.

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