«È un onore accogliere alla Casa Bianca il presidente Abd al-Fattah al-Sisi per rinnovare la storica partnership tra Stati Uniti ed Egitto». Questo il commento su twitter di Donald Trump alla luce dello storico incontro con il presidente egiziano svoltosi nelle scorse ore a Washington. Una visita che sigla il disgelo dopo anni di relazioni bilaterali difficili e complesse tra i due Paesi.Nel 2014, al-Sisi accusò apertamente l’ex presidente Barack Obama di aver sostenuto i Fratelli Musulmani e di «aver provato a salvare il presidente islamista Mohamed Morsi»; in effetti i democratici, in particolare l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, hanno dimostrato un certo feeling con i Fratelli Musulmani e accusato in più di un’occasione l’attuale presidente egiziano di violare i diritti umani nel suo Paese. Con Donald Trump, al contrario, si è ristabilita quella sintonia che mancava da tempo.Lotta comune al terrorismoDavanti ai giornalisti, il ràis ha apertamente elogiato Trump: «Ho profondamente apprezzato e ammirato la sua personalità unica, e la sua decisione di scendere in campo con forza nella lotta al terrorismo» – ha dichiarato al-Sisi. «Una sforzo deciso contro l’ideologia del male che sta stroncando vite innocenti e sta portando devastazione presso intere comunità e nazioni e terrorizzando persone innocenti. Trump ha trovato chi lo sostiene con forza e serietà e insieme cercheremo una soluzione contro il male che affligge questo secolo».Dal canto suo, Donald Trump ha rimarcato la nuova alleanza: «Siamo d’accordo su molte cose. Voglio far sapere a tutti, nel caso ci fossero dubbi, che appoggiamo il Presidente al-Sisi. Ha fatto un lavoro fantastico, in una situazione molto difficile. In me il presidente al-Sisi ha trovato un grande amico e alleato. Combatteremo insieme il terrorismo e saremo amici per un lungo, lungo periodo di tempo».Il cambio di strategia UsaSecondo Josef Olmert, docente di storia mediorientale all’Università del South Carolina, in un’analisi pubblicata sull’Huffpost americano, «il presidente Trump sembra avere a cuore la questione mediorientale a giudicare dall’intensità e dalla frequenza dei suoi incontri con i leader della regione. Il presidente egiziano al-Sisi è un attore fondamentale, un uomo che non era certo tra i favoriti di Obama. Questo perché Obama-Kerry-Clinton avevano l’illusione che il governo dei Fratelli Musulmani di Mohamed Morsi potesse salvare l’Egitto dopo la caduta del presidente Mubarak».«Morsi è stato il beniamino di alcuni editorialisti liberal perché credevano rappresentasse il voto accettabile di un Islam radicale. Morsi era considerato un uomo buono, nonostante fosse stato eletto da poco più della metà del suo popolo e, allo stesso tempo, avesse permesso che molte cose terribili accadessero sotto la sua breve presidenza, a cominciare dalla persecuzione sistematica dei cristiani».“al-Sisi argine al terrorismo”Sempre secondo il professore, «al-Sisi merita rispetto per aver saltato l’Egitto da un’altra implosione interna simile a quella che si è verificata in Libia, Yemen, Iraq e Siria, tenendo conto del fatto però che l’Egitto è il paese arabo più importante. Il presidente al-Sisi, sconfiggendo i Fratelli Musulmani, ha inflitto una grande sconfitta all’Islam radicale e jihadista in Medio Oriente, per il quale avrebbe meritato l’elogio di Barack Obama, piuttosto che il suo disprezzo».Diritti UmaniSe l’attuale situazione dei diritti umani in Egitto non è certo paradisiaca, c’è da tener conto del fatto che il Paese vive in un equilibrio politico delicato con la minaccia islamista che incombe sempre dietro l’angolo. Quella dei Fratelli Musulmani, infatti, fu una spietata dittatura religiosa e Morsi cadde sotto i colpi di un’imponente manifestazione a cui partecipano più di 30 milioni di persone. Evento che costrinse l’ex presidente islamista a dimettersi il 3 luglio del 2013, a seguito del colpo di stato militare. Da allora l’Egitto, in una situazione molto difficile, è alla ricerca di una stabilità necessaria e fondamentale nel complesso mosaico mediorientale. al-Sisi, nel bene e nel male, e con i tutti i limiti del caso, rappresenta quella stabilità.
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