Trump e Fillon hanno programmi simili. Se quello del primo è riuscito a convincere gli americani però, resta da vedere se anche quello del candidato gollista avrà la medesima sorte in Francia. Il confronto tra due idee contigue, specie nel ripristino di “law and order”, celebri le posizioni di Trump al riguardo, meno mainstream, ma altrettanto incisive quelle di Fillon sulla necessità di imporre quote in entrata per gli immigrati, rischia di diventare il nuovo vero grande banco di prova del dialogo tra il continente europeo e quello a stelle e strisce. Fillon, secondo l’Ansa, avrebbe dichiarato in merito che: “American First – lo slogan utilizzato dal neopresidente degli Stati Uniti d’America- è un discorso molto aggressivo”. In un’intervista pubblicata ieri da Le Monde, inoltre, Fillon avrebbe aggiunto: “ Gli europei devono organizzarsi di fronte ad una politica americana che non ci farà regali”.Il protezionismo, insomma, già manifestatosi concretamente con la messa in discussione del Ttip, imporrebbe all’Europa la necessità di farsi trovare pronta a camminare in modo più autonomo e meno dipendente dalle logiche Usa. Specie in vista della riapertura dell’Atlantic way tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, tra Donald Trump e Theresa May. La contiguità tra i due, tuttavia, non risiede solamente nella programmazione di un controllo sui flussi migratori. A livello macro-tematico sia Trump sia Fillon hanno chiaramente espresso la volontà di ridurre il costo del lavoro e la pressione fiscale; Trump in chiave più autarchica, forte della possibilità di mettere in discussione i meccanismi tipici della delocalizzazione, grazie al suo consenso popolare nel Midwest e, soprattutto, grazie al numero degli abitanti degli Stati Uniti, fattore che gli consente di poter alzare la posta con gli imprenditori.Fillon, dal canto suo, non sembra credere in un disegno protezionista tout court, ma pare intenzionato a sua volta a porre l’accento nel risanamento dei conti pubblici ed esattamente come Trump faceva con gli States, parla della Francia come di una nazione sull’orlo del baratro. La similitudine più importante, però, resta quella sull’opinione che i due leader hanno di Vladimir Putin.Se per Trump la normalizzazione dei rapporti con la Russia e l’alleanza internazionale con Mosca per sconfiggere il terrorismo rappresentano delle necessità incontrovertibili, Fillon ha dichiarato più volte che Putin rappresenta un leader affidabile e che la situazione drammatica subita dalla Siria è stata originata da colpe anche occidentali. Il candidato dell’Ump alle prossime elezioni presidenziali francesi, differentemente da Trump, sarebbe un vero e proprio amico del Presidente della Federazione Russa, quanto meno un suo estimatore. In questo senso, del resto, potrebbe essere letta l’apertura di Bashar al-Assad alle soluzioni proposte da Fillon per il conflitto siriano. Trump e Fillon, insomma, hanno idee simili per i rispettivi continenti d’appartenenza ed una visione comune sulle priorità in materia estera. Quello che i commentatori cominciano a definire un duopolio geopolitico (Trump-Putin) potrebbe presto arricchirsi di un terzo nominativo.
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