Muhammad bin Salman si è presentato come un principe che doveva portare la democrazia In Medio Oriente e invece si è rivelato con un sanguinario uccisore di dissidenti e torturatore di attiviste. Eppure Donald Trump è disposto a tutto pur di salvarlo. L’ultima rivelazione è sulle scosse elettriche e frustate inflitte a una dozzina di donne che si battevano per i diritti civili, arrestate lo scorso maggio. Dodici di loro sarebbero ancora in carcere e il Washington Post ha raccolto testimonianze su quattro di loro. Sono state sottoposte a molestie sessuali, scosse elettriche e fustigazioni. Alcune “non riuscivano a stare in piedi” durante i colloqui con i parenti, avevano tremori incontrollabili e altri segni di tortura. Non c’è solo l’eliminazione brutale di Jamal Khashoggi. C’erano già stati lo scorso novembre gli arresti di massa di centinaia di businessman, ex ministri e principi – alcuni suoi concorrenti nella successione – rinchiusi nella prigione dorata del Ritz Carlton di Riad.
Nonostante tutto ciò Trump ha detto che l’alleanza con il principe non si tocca. Trump si impegna a rimanere “partner” del regno e respinge le conclusioni dei servizi segreti americani secondo cui il principe avrebbe ordinato l’uccisione del giornalista Khashoggi. “Gli Stati Uniti non imporranno ulteriori punizioni all’Arabia Saudita”, ha affermato Trump. E ha proseguito aggiungendo che “era inconcepibile che il principe ereditario avesse ordinato la morte di Khashoggi”. E ha sottolineato “l’importanza della relazione della relazione tra Stati Uniti e Arabia Saudita”. Nonostante la Turchia abbia condiviso delle prove con gli Stati Uniti che contraddicono la versione dei fatti saudita.
Però sul fronte interno sia i democratici che i repubblicani chiedono una linea più dura sul caso, tra cui tagli all’aiuto militare ai sauditi e altre sanzioni. Mercoledì il Senato ha votato una risoluzione che potrebbe portare alla fine degli aiuti militari. Anche la Turchia fa pressione perché si arrivi ad un chiarimento di ciò che è successo quel 2 ottobre nel consolato saudita ad Istanbul. Ma le conclusioni sul caso di Trump e della Cia sono opposte. Sulla base di intercettazioni e materiale forniti dalla Turchia, Trump ritiene che non ci sia la certezza che bin Salman abbia ordinato l’assassinio. “Forse è stato lui, forse non è stato lui. Non c’è niente di definitivo”. La Cia invece ha concluso che l’assassinio di Khashoggi è stato eseguito per ordine del principe. Trump ha anche affermato che non ha alcuna intenzione di ascoltare il materiale audio fornito dalla Turchia.
Per ora gli Stati Uniti hanno emesso sanzioni per 17 sauditi ma non per il principe. Il motivo è soprattutto perché “ha firmato contratti per 450 miliardi di dollari”, e perché l’Arabia Saudita è un alleato prezioso nella lotta contro l’Iran in Medio Oriente. Ma il principe è anche il garante dei piani della Casa Bianca in Medio Oriente, prima di tutto un accordo di pace favorevole ad Israele. “Il mondo è un posto molto pericoloso! Non distruggerò l’economia mondiale. Se rompessimo i rapporti con l’Arabia Saudita i prezzi del petrolio andrebbero subito alle stelle”, ha affermato Trump.