“Mi hanno rubato due anni della mia (nostra) presidenza con la falsità della collusione, che non saremo mai in grado di riavere indietro”. Così scrive il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un tweet, tornando a prendere di mira l’inchiesta del Russiagate che aveva l’obiettivo primario quello di offuscare “i tremendi successi che ho avuto come presidente, compresi la più grande economia ed i primi due anni di maggiore successo di ogni presidente della storia”.
Un vero e proprio furto quello che avrebbe subito, a suo dire, il Presidente degli Stati Uniti, tenuto in ostaggio per due anni da un’inchiesta che non ha prodotto nulla e ha smentito ogni ipotesi di collusione con il Cremlino durante la campagna delle elezioni presidenziali del 2016.
Trump scatenato su Twitter contro i dem
Sebbene il Presidente Donald Trump abbia specificato che con il Russiagate “hanno rubato due anni della mia (nostra) presidenza (Collusion Delusion)” che “non saremo mai in grado di riavere indietro”, non è passato inosservato il fatto che Trump abbia retwettato un post di Jerry Falwell, già presidente e fondatore della Liberty University, secondo il quale il tycoon dovrebbe ottenere “un prolungamento di due anni del suo attuale mandato come rimborso per il tempo rubato da questo colpo di stato fallito e corrotto”.
Più tardi, il presidente ha specificato su Twitter che “la caccia alle streghe è finita ma non dimenticheremo mai”. Ha poi risposto alle parole del deputato democratico Al Green (Texas) secondo cui “l’impeachment è l’unica cosa che può impedire” a Trump di essere rieletto nel 2020. “In altre parole – ha sottolineato The Donald – i dem non possono vincere le elezioni in modo equo. Non puoi mettere sotto accusa un Presidente per creato la migliore economia nella storia del nostro Paese”.
Durissimo lo scontro fra la presidenza e i dem. Ieri la Speaker della Camera Nancy Pelosi ha lanciato l’allarme circa la possibilità che Trump non accetti i risultati elettorali del 2020, e quindi non lasci la presidenza, nel caso che una vittoria democratica non sia sufficientemente “ampia”. “Dobbiamo vaccinarci contro questa possibilità, dobbiamo essere preparati”, ha detto la leader democratica in un’intervista al New York Times.
La versione di William Barr e la protesta dei democratici
Secondo il Ministro della giustizia William Barr, “dopo quasi due anni di indagini, migliaia di citazioni in giudizio e centinaia di interviste ai testimoni, il Procuratore speciale ha confermato che il governo russo ha sponsorizzato degli sforzi per interferire illegalmente nelle elezioni presidenziali del 2016, ma non ha trovate evidenze rispetto al fatto che la campagna di Trump o che altri americani fossero collusi in questa iniziativa”. Inoltre, secondo Barr, “le prove sviluppate dal Procuratore speciale non sono sufficienti per dimostrare che il presidente abbia intralciato la giustizia”.
La tensione con i democratici, che contestano la ricostruzione di Barr sull’inchiesta del Russiagate, è salite alle stelle quattro giorni fa quando il Procuratore generale degli Stati Uniti ha deciso di non presentarsi dinanzi alla commissione giustizia che voleva interrogarlo sul Rapporto Mueller.
L’ex vicepresidente Joe Biden e candidato alle primarie del partito democratico ha invitato William Barr a rassegnare le dimissioni. “Penso che abbia perso la fiducia del popolo americano”, ha sottolineato Biden a un gruppo di giornalisti, rimarcando la sua posizione su twitter. Diversi democratici hanno chiesto al Ministro della Giustizia di farsi da parte dopo che il Procuratore speciale Mueller ha espresso la sua frustrazione per come Barr ha inizialmente riassunto il suo rapporto. Robert Mueller ha affermato che Barr non è riuscito a “cogliere appieno il contesto, la natura e la sostanza del lavoro e delle conclusioni di questo ufficio”.
I democratici non hanno alcuna intenzione di abbandonare la narrativa della “collusione” e tentano ora di delegittimare William Barr. Una strategia pericolosa, che rischia di sfociare in una campagna elettorale velenosissima nel 2020.