Bufera nella polizia di Berlino e in particolare nell’accademia del distretto di Spandau. Secondo quanto riportato dal sito della testata Die Welt, che cita una registrazione anonima pervenuta in redazione – e confermata in un secondo momento dal portavoce dalla stessa polizia tedesca, Thomas Neuendorf – la scuola di polizia della capitale tedesca verserebbe in condizioni assolutamente insostenibili. Quello che viene descritto nell’audio e che viene poi anche in qualche modo confermato sia dalla stessa polizia che dal sindacato di riferimento, Gewerkschaft der Polizei (GdP) che ha raccolto la denuncia di molti iscritti e di molti membri delle forze di sicurezza, è uno scenario inquietante che getta un’ombra su tutto il corpo della polizia di Berlino.

Innanzitutto un primo dato che è quello che risalta, il rapporto fra cittadini di origine tedesca e cittadini tedeschi con un background migratorio. A Berlino, la scuola di polizia ha un numero di persone di origini straniere che è proporzionalmente più alto di quello della cittadinanza. Si parla di almeno un 30% di ragazzi con un’origine straniera all’interno dell’accademia di polizia della capitale rispetto a una media del 12% in città. Fin qui il dato di per sé non dimostra nulla, anzi, c’è chi dirà che questo rappresenta semmai il segno più alto di quel processo d’integrazione che si reclama da più parti. Ma le cose cambiano, quando, sempre secondo le denunce degli istruttori, quello che si arriva ad avere all’interno della scuola è un problema di vero e proprio scontro fra i ragazzi appartenenti a differenti gruppi etnici. La denuncia anonima, registrata nella segreteria telefonica dell’accademia di Spandau, e confermata, come detto poco sopra, dal portavoce della polizia, parla di un vero e proprio problema d’integrazione all’interno della scuola della “Polizei”. E si parla di un’incapacità di relazionarsi fra studenti di origine straniera, e fra studenti di origine straniera e cittadini di origine tedesca. Alcuni minacciano, altri incitano all’odio, altri ancora arrivano alla scuola di Spandau senza neanche sapere il tedesco, requisito che, fino a prova contraria, dovrebbe essere basilare per entrare a far parte del corpo che vigila sulla sicurezza della Germania. A questi dati, si aggiungono poi i problemi di rapporto con i colleghi di sesso femminile, specialmente per conto dei membri appartenenti ad alcuni gruppi etnici, e si parla anche di problemi nel controllo della disciplina.





L’istruttore che ha denunciato questa incresciosa situazione, ha inviato un messaggio molto accorato. Le sue parole trasudano frustrazione e soprattutto incapacità di comprendere come si sia giunti a questo «Insegno da anni all’ accademia di polizia e non ho mai sperimentato niente di simile. La mia aula composta per metà da arabi e turchi è un inferno». Stando a quanto si può leggere dai resoconti della denuncia del funzionario – peraltro anonimo per la stampa ma non per il comando della polizia, che l’ha anche interrogato per chiedere se fosse corretto tutto quanto affermato nella registrazione – i problemi sono in particolare legati al segmento di allievi di origine turca e araba. C’è chi taccerà di razzismo o di xenofobia quanto detto o scritto, ma questo è ciò che è segnalato nella denuncia e questo va riportato: «Questi non sono colleghi, il nemico è già nei nostri ranghi».

Naturalmente, tanto è bastato per far scatenare il dibattito politico. Con una premessa necessaria: non è la prima volta che la polizia berlinese è accusata di aver al suo interno problemi di disciplina e non è soltanto la questione migratoria. Già da tempo si parla con insistenza del fatto che vi siano allievi legati con la criminalità organizzata o con un curriculum del tutto poco appropriato per essere un poliziotto. Tuttavia fa impressione pensare che la sicurezza di Berlino sia consegnata nelle mani di persone che non riescono nemmeno a considerare colleghi, ma nemici, i loro stessi commilitoni. E adesso la politica s’interroga su come si sia giunti a tutto questo. L’Fpd, il partito liberale democratico, segnala la totale mancanza di strategia riguardo la sicurezza della nazione. Il portavoce del partito, Marcel Luthe, ha chiesto con urgenza di discuterne in parlamento perché a suo dire c’è un problema di ordine pubblico che parte anche da queste denunce e che dimostra come la sicurezza, in Germania, sia assolutamente deficitaria. Il terrorismo, oltre ad aver già colpito, continua a fare adepti, c’è un problema di crescente violenza legata all’incapacità di assorbire il numero altissimo di rifugiati e, in generale, la criminalità è in aumento. Ora anche la questione disciplinare all’interno della scuola della polizia che, come punta di un iceberg, può mettere in discussione anche un certo tipo di politica eccessivamente lassista e votata alla finta integrazione che però almeno così pare, inizia a far acqua da tutte le parti.

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