Il triennio d’oro delle borse e il tasso di disoccupazione ai minimi storici in economia. Il braccio di ferro con la Cina, le scintille con l’Europa e la ritirata dal Medio Oriente in politica estera. L’offensiva dei Democratici, lo shutdown più lungo di sempre e l’impeachment in politica interna. Le crescenti tensioni razziali e religiose pronte a scatenarsi da un momento all’altro, ben nascoste nella pancia della società. Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno chiuso un 2019 ricco di colpi di scena e sorprese inaspettate. La parola d’ordine è stata “colpo di scena”. Già, perché gli eventi ordinari hanno lasciato spazio a sorprese inaspettate, come l’operazione che ha portato alla morte del leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi (morto suicida, a seguito di un raid americano il 27 ottobre), la fine del Russiagate e il rompete le righe delle truppe americane in Siria; mosse apparentemente illogiche, ma che con il senno di poi hanno contribuito a rafforzare la corazza di Trump.

I numeri del 2019 di Trump

Giusto per dare qualche numero degno di nota, il citato shutdown sul budget per il muro al confine con il Messico è durato ben 35 giorni, durante i quali gli Stati Uniti sono letteralmente finiti in ginocchio. A proposito di muro, fin qui – come riporta Agi – ne sono stati costruiti 0 chilometri tra quelli promessi in campagna elettorale da Trump. Il presidente ha firmato 78 disegni di legge e 42 ordini esecutivi; ha inoltre effettuato 20 comizi elettorali in vista delle elezioni del 2021 e concesso 21 interviste a Fox News, l’unica emittente televisiva degna della fiducia del tycoon, ormai in guerra con quasi tutti gli altri media. Tra gli altri numeri curiosi c’è quello che evidenzia il numero di volte in cui l’inquilino della Casa Bianca ha visitato le sue proprietà private (ben 101 volte) e quelle in cui ha viaggiato per giocare a golf (64). Sempre nel corso del 2019, Trump ha licenziato (o costretto alle dimissioni) la bellezza di 25 tra segretari e ministri, consiglieri e sottosegretari vari. Impossibile non nominare John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale nonché uno dei papabili super-testimoni del processo di Impeachment ai danni del presidente (che tuttavia i Dem non sono mai riusciti a far testimoniare).

L’Ucrainagate e l’economia

L’Ucrainagate è stato un altro evento chiave del 2019 di Trump. Neanche il tempo di chiudere a doppia mandata il Russiagate ed ecco un nuovo nodo spinoso sui presunti 390 milioni di dollari in aiuti militari destinati – secondo i Democratici – dal tycoon all’Ucraina. In cambio The Donald avrebbe chiesto al neopresidente ucraino Volodymyr Zelenskj di annunciare l’invio di un’indagine per corruzione ai danni di Hunter Biden e del padre Joe, candidato di punta delle primarie Dem nel 2020. Dal canto suo Trump sventola gli ottimi risultati ottenuti in economia. Nell’ultimo anno, infatti, negli Stati Uniti i posti di lavoro sono aumentati in tutti i 12 mesi del 2019, mentre il tasso di disoccupazione ha toccato la percentuale record al ribasso del 2,4%. Capitolo social: Trump ha pubblicato su Twitter più di 7300 post.

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