Un clamoroso dietrofront in Svezia. Il governo di centrosinistra ha annunciato la reintroduzione del servizio militare obbligatorio a partire dal primo luglio. Il Paese scandinavo, infatti, fatica a trovare quei 4 mila volontari l’anno di cui avrebbe bisogno per mantenere l’efficienza nelle fila dell’esercito.  Nel 2010 l’allora esecutivo di centro-destra aveva abolito il servizio di leva dopo più di 100 anni, sostenendo che il reclutamento mirato avrebbe aumentato la qualità. Il Paese, tuttavia, essendo tornato a bassi livelli di disoccupazione – quelli prima del 2008, per intenderci – non riesce a trovare volontari disposti a intraprendere la carriera militare.Provvedimento votato dal governo socialdemocraticoGiovedì il governo socialdemocratico ha votato favorevolmente a tale provvedimento, il che significa che a oltre 100 mila ragazzi e ragazze nati tra il 1999 e il 2000 arriverà presto la domanda di reclutamento a casa. Come spiega il Guardian, di questi, circa 13 mila saranno chiamati a prendere parte al processo di iscrizione; ne saranno poi selezionati 4 mila per l’addestramento militare di base nel 2018 e nel 2019.Il governo svedese scarica la colpa sul CremlinoTra le motivazioni citate dal governo Löfven – in carica dal 2014 e formato dall’alleanza di socialdemocratici e Verdi – c’è quella della crescente attività militare della Russia nei Paesi baltici e il paventato isolazionismo annunciato dal presidente americano Donald Trump. “Abbiamo avuto problemi di personale e questo doveva essere affrontato in qualche modo”- ha spiegato il Ministro alla Difesa Peter Hultqvist.La Svezia non è un membro della Nato, ma ha firmato una partnership di collaborazione con l’alleanza atlantica nel 1994, al fine di per sviluppare cooperazione militare tra la stessa Nato e i Paesi terzi. Hultqvist ha affermato, inoltre, che le tensioni tra l’alleanza e la Russia avrebbero motivato tale decisione, oltre alla necessità di recuperare del personale. Il governo svedese teme l’aggressività del Cremlino e non vuole più ritrovarsi impreparato come accadde il 29 marzo 2013, quando alcuni aerei da guerra russi partiti da San Pietroburgo per un’esercitazione arrivarono fino al lato orientale dell’Arcipelago di Stoccolma.La spesa militare di StoccolmaLa spesa militare svedese è passata dal 2,5% del Pil del 1991 al 1,1% del 2015, secondo i dati dell’International Peace Research Institute di Stoccolma. Dopo la fine della Guerra Fredda, numerosi Paesi hanno cancellato la leva militare obbligatoria. Bielorussia, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Ucraina sono tra i pochi ad averla mantenuta. La Germania l’ha abolito nel 2011, ma sta seriamente considerando di ripristinare il servizio, magari in forma diversa. La scelta della Svezia s’insinua nel quadro delle ostilità tra l’Occidente e la Federazione Russa.L’Attività della NATO nell’Europa orientaleOccorre rilevare, tuttavia, che è proprio la NATO a mantenere un atteggiamento provocatorio nei confronti della Russia, schierando truppe e militarizzando Polonia, Germania e gli Stati baltici. Questi ultimi, in particolare, sono teatro di tensioni geopolitiche sempre più pericolose e preoccupanti: nella giornata di ieri, il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel, ha criticato il rafforzamento militare della Russia ai confini con i paesi baltici definendolo “irrazionale” e aggiungendo che la Germania avrebbe mantenuto le truppe nella regione per tutto il tempo necessario.Lo scorso febbraio, il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ha dichiarato che “le azioni effettuate dall’alleanza nelle zone confinanti con la Russia, sono indubbiamente delle azioni provocatorie e destabilizzanti. Si tratta prima di tutto del dispiegamento di ulteriori forze militari del blocco in Polonia e nei paesi baltici e, oltre a ciò, è già in corso un dibattito sull’opportunità di un simile dispiegamento degli alleati sul territorio di altri paesi dell’Europa Orientale, in particolare in Bulgaria e Romania”.Una prova muscolareC’è chi critica fortemente questa prova muscolare voluta dall’Occidente. “La cosiddetta minaccia russa è stata usata come scusa per aumentare il budget della difesa e schierare più truppe, ma la spesa militare della Russia equiale al 10% di quella della Nato – ha spiegato l’attivista e portavoce del noto movimento pacifista “Vrede” Ludo de Brabander  a Russia Today. “Gli europei non hanno accolto il dispiegamento militare della NATO in Europa orientale come le istituzioni occidentali avevano sperato. L’arrivo dei carri armati tedeschi in Lituania ha scatenato l’indignazione della popolazione per questa folle prova muscolare alle porte della Russia” – ha aggiunto.





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