Alba Dorata è un nome che richiama alla storia di lungo corso dell’occultismo e delle società segrete di fine XIX e inizio XX secolo, come l’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata (Golden Dawn) fondato nel 1887 a Londra, che secondo un autore come Giorgio Galli, il cui libro Hitler e il nazismo magico rimane esiziale in materia, contribuì a gettare un ponte tra la tradizione esoterica del mondo anglosassone e l’equivalente tedesca che sarebbe sfociata nella dottrina nazionalsocialista.
Il nome, all’apparenza lirico, con cui si presenta la formazione greca Lega Popolare-Alba Dorata, la più problematica tra le appartenenti all’eterogenea famiglia dei sovranisti, cela dunque la rivendicazione di una scelta politico-culturale complessa e, in certi sensi, problematica, cifra distintiva di un partito arrivato a sfiorare la doppia cifra nei sondaggi elettorali e a proporsi come terza forza per rappresentanza nel panorama ellenico.
Del resto, l’uso reiterato di simboli nazisti ai comizi del partito, la scelta di un simbolo che nei colori ricorda non troppo vagamente il vessillo del Terzo Reich (meandro nero su sfondo rosso) e la presenza di dichiarazioni esplicite nello statuto del partito, nel quale si legge che solo “chi è ariano di sangue e Greco di discendenza” può entrare in Alba Dorata segnalano come la formazione abbia ancora numerose difficoltà a compiere una transizione definitiva dalla fase movimentista e radicale delle origini a una postura più istituzionale, analogamente a quanto fatto dai Democratici Svedesi.
La fondazione di Alba dorata
Alba Dorata è il prodotto delle azioni e del pensiero di Nikolaos Michaloliakos, che appena ventitreenne nel 1980 fondò una rivista con il medesimo nome, destinata a fungere da piattaforma di partenza per il movimento, nato nel 1985, e per il partito, fondato otto anni dopo. I nostalgici del regime militare dei colonnelli, i nazionalisti e gli ultras delle curve calcistiche furono la base militante su cui il partito si sviluppò nella sua lunga gavetta extraparlamentare, nel corso della quale sono stati sviluppati i temi dominanti del pensiero di Alba Dorata: il rifiuto della contaminazione culturale, un feroce anticomunismo declinatosi in seguito in rifiuto del mondialismo, un nazionalismo spinto sulle questioni concernenti le dispute di confine tra Grecia e Macedonia, una rivendicazione dell’identità giudaico-cristiana dell’Europa che andava di pari passo con una ritualità definita, in molti casi, neopagana.
Quello tra Michaloliakos e Alba Dorata è un rapporto di profonda simbiosi, così come sono andate di pari passo le lotte del partito e il tormentato rapporto con la magistratura del suo leader. Michaloliakos è stato arrestato e processato una quantità innumerevole di volte, la più famosa delle quali dopo l’omicidio del rapper anti-Alba Dorata Pavlos Fyssas ad opera di un militante del partito nel 2013.
L’ascesa di Alba Dorata
Nel maggio 2009 lo svolgimento delle elezioni europee assegnò ad Alba Dorata un marginale 0,46% dei suffragi. Il partito sarebbe rimasto confinato a lungo nella sua posizione minoritaria se non fosse intervenuto lo choc della crisi economica e debitoria che ha affossato la Grecia, mettendola in ginocchio sotto il peso delle misure di austerità che hanno livellato il sistema-Paese, privato Atene del controllo sui suoi asset strategici e sconvolto la demografia nazionale, cambiando i destini dell’Ellade per i decenni a venire.
La macelleria sociale e il mattatoio a cui è stato sottoposto un popolo intero hanno portato alla diffusione di un sentimento strisciante di malcontento, di opposizione all’Unione europea e alle sue politiche, all’emersione di una forte volontà di rivalsa. Se tra il 2012 e il 2015 Alexis Tsipras e Syriza sono stati i principali beneficiari elettorali di questo cambiamento, anche Alba Dorata ha saputo costruire uno zoccolo duro di consensi, passando dallo status di formazione extraparlamentare a quello di terzo partito di Grecia.
Lotta a tutto campo all’austerità
Riformando il suo statuto in vista del voto del 2012, Alba Dorata ha aggiunto tra i suoi cavalli di battaglia la volontà di combattere su ogni fronte l’austerità, i vincoli europei, le privatizzazioni e di operare una svolta statalista in economia, capace di coniugarsi con l’esaltazione del nazionalismo come “unica e vera rivoluzione” e con una svolta giustizialista nei confronti della politica tradizionale, considerata corrotta e causa dei destini infausti del Paese.
Nelle quattro elezioni politiche svoltesi in tempo di crisi, due volte nel 2012 e due volte nel 2015, Alba Dorata si è assestata saldamente attorno al 7% dei consensi, portando in Parlamento una truppa di circa venti deputati. Nel 2015, Alba Dorata risultò il terzo partito più votato, come del resto era già accaduto nel precedente voto europeo del 2014, quando il meandro nero di Michaloliakos superò il mezzo milione di voti, raggiungendo il 9% dei consensi, contribuendo assieme a Syriza a svuotare l’elettorato tradizionale del partito socialdemocratico Pasok.
La terza forza politica di Grecia
La piattaforma anti-austerità non mutò, sotto certi versi, il radicalismo di Alba Dorata, che nel suo programma continuò a mantenere elementi di assoluta criticità come la volontà di abolire i sindacati e reintrodurre la pena di morte. Anche in Europa, Alba Dorata non riuscì ad inserirsi in alcun gruppo della famiglia euroscettica, venendo escluso sia dalla raggruppamento formato da Lega e Front National che da quello riunente Ukip e Movimento Cinque Stelle, rimanendo assieme agli ungheresi di Jobbik e agli ultranazionalisti tedeschi dell’Npd tra i non iscritti.
Un destino simile sembra profilarsi anche per il voto del 2019: l’Alleanza per la Pace e la Libertà, il partito europeo di Alba Dorata, comprende formazioni marginali come l’italiana Forza Nuova e la romena Nuova Destra, non avendo di conseguenza alcuna chance di conseguire i numeri per formare un gruppo autonomo. Anche se si confermerà terzo partito di Grecia, questo potrebbe paradossalmente escludere da qualsiasi gioco politico Alba Dorata in una fase in cui il “momento populista” pare aver raggiunto il suo apice.