L’escalation delle tensioni tra gli Stati Uniti e la Repubblica islamica dell’Iran prosegue senza cenni di rallentamento. Anzi. A Washington non hanno intenzione di mollare la presa sul regime iraniano e, per dimostrare che le pressioni su Teheran sono appena iniziate, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo   ha annunciato la fine del Trattato di amicizia tra i due Paesi, risalente al 1955. Un gesto simbolico quanto pratico che vuole dimostrare, ancora una volta, la volontà americana di recidere i rapporti con l’Iran, completando allo stesso tempo il processo di isolamento ai suoi danni.

“Avremmo dovuto stracciarlo decenni fa”, ha commentato il segretario di stato americano Mike Pompeo, aggiungendo: “Oggi è un giorno importante per confermare l’assoluta assurdità del Trattato di amicizia con l’Iran”.

 La storia del Trattato

Il Trattato di amicizia fu firmato dai due Paesi nel 1955 durante i mandati del presidente americanoDwight Eisenhower e del primo ministro iraniano Hossein Ala. Il Trattato è composto da un’introduzione e 23 articoli: viene posto l’accento sull’impegno reciproco nel rafforzamento delle relazioni amichevoli incoraggiando, al contempo, scambi e investimenti, senza trascurare la regolamentazione delle relazioni consolari. Il documento fu firmato da Mostafa Samiy(il vice del ministero degli esteri iraniano) e Selden Chapin(ambasciatore degli Stati Uniti) a Teheran una settimana prima del secondo anniversario del colpo di stato del 1953. Il trattato entrò in vigore nel giugno 1957 e da allora ha fornito il quadro legale per le relazioni bilaterali tra l’Iran e gli Stati Uniti. Per esempio, quando nel 1988 la USS Vincennes ha abbattuto un Airbus A300 iraniano uccidendo tutte le 290 persone a bordo. In quel casola Corte accettò l’appello di Teheran all’articolo 2 del Trattato di amicizia, dove si assicurava l’impegno alla sicurezza e all’incolumità dei cittadini tra i due Paesi.

La sentenza dell’Aja a favore dell’Iran scatena la risposta di Washington

La brusca decisione di Washington fa seguito a una sentenzadella Corte Internazionale di giustizia che aveva votato a favore dell’Iran nel caso relativo al Jcpoa che Teheran aveva portato alla corte delle Nazioni Unite avvalendosi anche dei contenuti dello storico Trattato. L’Iran ha portato il caso all’Ajadopo che l’amministrazione Trump si è ritirata dall’accordo sul nucleare del 2015 a maggio e ha dichiarato piani per imporre ulteriori sanzioni economiche. La prima ondata di sanzioni è arrivata ad agosto e ora se ne attende un’altra per novembre. La Corte ha stabilito che gli Stati Uniti dovrebbero evitare sanzioni che possono compromettere la vita dei cittadini come quelle sui beni di prima necessità, scatenando così la risposta stizzita di Pompeo secondo cui “l’Aja non può imporre le sue decisioni” e “gli Stati Uniti stanno già facendo eccezioni su basi umanitarie.”

“Siamo delusi dal fatto che il tribunale abbia omesso di riconoscere che non ha alcuna giurisdizione per emettere ordini relativi alle misure sanzionatorie degli Stati Uniti”, ha detto Pompeo ai giornalisti durante la conferenza stampa di mercoledì. Concludendo che i reclami di Teheransono “assurdi” e accusando l’Iran di aver abusato della corte “per scopi politici e di propaganda”.

Pompeo – che ha temporaneamente ritirato il personale dal consolato americano di Bassora, in Iraq- ha anche colto l’occasione per dichiarare che gli Stati Uniti hanno “solide” informazioni che dimostrano come l’Iran sia il colpevole che si cela dietro gli attacchi contro le missioni statunitensi nel paese.

La creazione di una Nato araba per contrastare l’Iran

In questo contesto di grande e crescente tensione tra Iran e Stati Uniti si inserisce il progetto di una Nato araba, di cui si parla ormai da tempo, e che sta procedendo senza interruzioni. La formazione della Mesa (Middle East Strategic Alliance) cui dovrebbero far parte i paesi del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) più la Giordania e l’Egitto potrebbe nascere prima dell’inizio del 2019. Il primo incontro tra gli ufficiali americani e le controparti interessate a partecipare al progetto di quella che viene soprannominata la Nato araba è atteso proprio per il mese di ottobre, secondo alcune fonti.

La Middle East Stategic Alliance merita attenzione e analisi ponderate, essendo un progetto che ha le potenzialità per influire pesantemente sui fragili equilibri, in continuo mutamento, in Medio Oriente. Per ora ciò che appare chiaro è che uno dei principali obiettivi Usa e dei loro alleati rimarrà indebolire quella Mezzaluna sciita rafforzata dall’Iran durante il conflitto siriano.