Gli Stati Uniti affondano il colpo su Cuba. La Casa Bianca rilancia il titolo terzo dell’Helms-Burton Act, una sorta di embargo al quadrato. Tutta colpa della crisi venezuelana e del ruolo vitale che l’isola caraibica avrebbe – secondo gli americani – nei corridoi di Caracas. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire in che cosa consiste la mossa americana.

La mannaia dell’Helms-Burton Act

Siamo nel 1996 quando Bill Clinton reagisce all’abbattimento di un Cessna carico di esuli cubani ad opera di Castro. Il Cuban Liberty and Democratic Solidarity Act è un provvedimento che serviva per appesantire ulteriormente l’embargo già in atto su Cuba. In gergo giornalistico la legge ha poi preso i nomi dei due parlamentari che l’hanno presentata. Appunto Helms e Burton. Questa severa misura, valida tutt’ora, punisce le imprese straniere che fanno affari con L’Avana. Ma soprattutto consente ai cittadini americani – compresi i cubani naturalizzati americani – di fare causa agli investitori stranieri che utilizzano proprietà espropriate da Cuba.

Una punizione per Cuba

Nel corso degli anni gli Stati Uniti avevano sospeso l’operatività di alcune norme della legge. Oggi l’amministrazione Trump rilancia il titolo terzo dell’Helms-Burton, ovvero la clausola relativa all’esproprio di proprietà avvenuti negli anni ’60. Il motivo è prettamente politico. Punire Cuba per l’appoggio che L’Avana sta dando agli amici del Venezuela.

Il ruolo cubano

Secondo la Casa Bianca la campagna di Guaidò non starebbe sfondando tra il popolo venezuelano per il ruolo attivo di Cuba. Il Presidente Diaz-Canel, insieme a Cina e Russia, sostiene Nicolas Maduro e sarebbe coinvolto nelle vicende interne di Caracas. Cuba ha negato ogni suo coinvolgimento ma l’intelligence americana è sicura del contrario. Le infiltrazioni di migliaia di cubani nell’esercito, istituzioni e servizi sociali venezuelani avrebbero avuto un ruolo chiave nel fronte anti-Guaidò.

Il legame fra L’Avana e Caracas

Alcuni parlano di 22 mila cubani infiltrati. Un numero sufficiente nel bloccare il processo rivoluzionario che intende rovesciare Maduro. Sul New York Times gli oppositori dell’attuale Presidente venezuelano hanno puntato il dito proprio sul ruolo di Cuba. Il Venezuela è supportato da L’Avana, con quest’ultima che rappresenta anche un modello politico ed economico.

Un risarcimento folle

Gli Stati Uniti puntano quindi alla dissoluzione di un legame giudicato pericoloso. L’utilizzo del titolo terzo dell’Helms-Burton Act sguinzaglia quasi 6mila casi di soggetti che hanno diritto a chiedere un risarcimento a Cuba. Il valore totale di questi risarcimenti si aggira a 1,9 miliardi di dollari, ai quali vanno aggiunti gli interessi maturati in 60 anni. Il totale ammonterebbe quindi a 8,5 miliardi.

Un danno per l’Europa

La mannaia statunitense non solo rischia di mettere in ginocchio Cuba, ma colpisce anche numerose imprese europee. Come sottolinea Agi, è il caso della catena spagnola di hotel Melìa e Iberostar, la francese Pernod Ricard e le compagnia americane di crociere che a suo tempo, negli anni Sessanta, utilizzarono i porti confiscati dal governo cubano. L’Unione Europea potrebbe rivolgersi al Wto per opporsi alla decisione statunitense.

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