Non è un viaggio di piacere quello che Qin Gang sta effettuando in Europa. Il ministro degli Esteri cinese, in missione a queste latitudini fino al prossimo 12 maggio, visiterà Germania, Francia e Norvegia.

Tanti i dossier da affrontare, non ultimo quello delle possibili sanzioni europee all’indirizzo delle aziende cinesi accusate di sostenere la Russia. Senza dimenticare il nodo dei rapporti tra Pechino e Bruxelles, con l’Unione europea per niente compatta nel decidere quale atteggiamento adottare nei confronti del Dragone, e l’ormai immancabile guerra in Ucraina, dove la Repubblica Popolare Cinese potrebbe giocare ulteriori cartucce diplomatiche in seguito alla telefonata tra Xi Jinping e Volodymyr Zelensky.

Se, da un lato, Qin è incaricato di risolvere il rebus europeo, dall’altro l’emissario di Xi deve monitorare le relazioni con gli Stati Uniti. Non è un caso che il ministro cinese, prima di partire per l’Europa, abbia avuto un colloquio con Nicholas Burns, ambasciatore Usa a Pechino. Un evento importante che, come ha sottolineato il Washington Post, “segna un potenziale disgelo nei rapporti” tra i due Paesi.

Anche perché si è trattato di uno dei faccia a faccia di più alto livello tra responsabili di Usa e Cina dal caso del “sospetto” pallone spia cinese dello scorso febbraio che ha portato le relazioni sino-americane ai “minimi storici”.

La missione diplomatica di Qin Gang in Europa

Per Qin Gang, stabilizzare le relazioni sino-americane è “un imperativo”, così come è altrettanto rilevante tenere la barra dritta nei legami con l’Europa. Proprio riguardo a quest’ultimo punto, il ministro cinese ha in agenda incontri con gli omologhi tedesci, francesi e norvegesi, ovvero Annalena Baerbock, Catherine Colonna e Anniken Huitfeldt.

L’obiettivo è disinnescare la miccia di possibili sanzioni europee contro le società cinesi sospettate di vendere attrezzature che potrebbero essere utilizzate dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina, un’ipotesi fortemente sgradita a Pechino. “Se queste sanzioni entreranno in vigore, la Cina prenderà una dura azione per salvaguardare i propri diritti e interessi”, aveva commentato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. La Cina “replicherà” ad eventuali sanzioni, ha rincarato la dose lo stesso Qin Gang a Berlino in conferenza stampa con Baerbock.

Sul fronte della guerra in Ucraina, inoltre, dobbiamo ricordare che il Dragone ha promesso di mandare in Europa orientale il suo inviato speciale per cercare di mediare tra le parti coinvolte nel conflitto. Poiché, secondo quanto riportato dal South China Morning Post, dovrebbe essere quasi tutto pronto, allora la leadership cinese si starebbe impegnando per risolvere la crisi ucraina e, di pari passo, rimettere in carreggiata le relazioni Cina-Ue.

Con l’auspicio, magari, di riattivare le discussioni sul Comprehensive Agreement on Investment (Cai), ovvero l’accordo sugli investimenti siglato tra Ue e Cina nel 2020. Un accordo “congelato” dal Parlamento europeo dopo che la Cina ha sanzionato alcuni legislatori dell’Ue in risposta alle sanzioni europee contro i funzionari cinesi coinvolti nella repressione dei musulmani uiguri nello Xinjiang.

Il dossier Stati Uniti

Ancor più scottante il tema statunitense. Qin, in un incontro a sorpresa Pechino con l’ambasciatore Usa Burns, ha detto che gli Stati Uniti devono correggere il tiro sulla questione di Taiwan e tutelare il principio dell”Unica Cina’. “Una serie di parole e azioni errate da parte degli Stati Uniti ha minato lo slancio positivo conquistato a fatica dalle relazioni sino-americane“, ha detto Qin a Burns, nel resoconto della diplomazia di Pechino.

Qin ha quindi invitato Washington a “incontrare la Cina a metà strada“, rimarcando come “la priorità assoluta” sia “stabilizzare le relazioni Cina-Usa, evitare una spirale negativa e prevenire qualsiasi incidente tra Cina e Stati Uniti”. Su Twitter Burns ha spiegato di aver parlato con Qin delle “sfide nelle relazioni” tra i due Paesi e della “necessità di stabilizzare i rapporti ed espandere la comunicazione ad alto livello”.

Secondo i media americani, l’incontro potrebbe spianare la strada ad altri scambi di alto livello dopo la crisi di febbraio e l’annullamento della visita a Pechino di Antony Blinken, che era vista come un “passo cruciale per fermare l’inasprirsi della rivalità tra i due Paesi”. 

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