Nonostante la Spagna abbia cercato di combattere con tutte le proprie forze la pandemia di coronavirus, il governo guidato da Pedro Sanchez è stato duramente criticato per le scelte messe in campo, sia durante la fase 1 sia durante queste prime timide aperture. Tristemente sul podio d’Europa per numero di vittime, impossibile non trovare errori nella gestione soprattutto iniziale, come la sciagurata e poi rivelatasi drammatica decisione di portare in piazza i festeggiamenti per la Festa della donna, nonostante i conosciuti pericoli. In questa circostanza, il debole governo guidato dal Partito socialista spagnolo e da Podemos rischia di perdere il già risicato sostegno della popolazione, senza contare i malumori all’interno del Parlamento soprattutto da parte dei partiti indipendentisti. E con queste basi, c’è un partito in Spagna che si è già messo alle porte, pronto a portare – metaforicamente, almeno per il momento – nelle piazze il malumore della gente: Vox.
Da movimento culturale a movimento di protesta
Quando vide per la prima volta la luce, Vox si configurava principalmente come un movimento culturale, interessato a dare una visione del Paese che si liberasse dal progressismo delle sinistre per portare all’attenzione le tematiche della Spagna profonda, tra riscoperti dei valori tradizionali e lotta all’immigrazione.
L’intenzione era quella di portare un cambiamento “limitato” alla visione della Spagna, intaccando principalmente gli ambienti accademici e politici e spingendo da destra il Partito popolare. La piazza, almeno all’epoca, poteva essere lasciata tranquillamente a Podemos, e proprio questa scelta è stata fondamentale per arrivare sino all’exploit elettorale delle scorse elezioni, che ha messo il partito per la prima volta ad occupare seggi importanti nell’organo legislativo della Spagna. Adesso, però, con Podemos al governo e la popolazione spagnola in rotta con l’esecutivo, le premesse sembrano essere cambiate, col vento in poppa per Santiago Abascal.
Dopo aver portato in una buona fetta della popolazione la propria visione sociale del Paese, con i numeri ulteriormente in crescita i tempi si sono rivelati maturi per rivolgere la voce della Spagna delusa direttamente contro l’esecutivo: e per fare ciò, sono fondamentali proprio le piazze, come accaduto a Madrid nella giornata di martedì. E in questo scenario, la stessa figura di Vox sembra avere tutte le possibilità per uscirne vittoriosa, con i propri politici ancora “puliti” e inattaccabili e con un governo messo ripetutamente in difficoltà come forse mai accaduto nel corse della storia spagnola.
Adesso Vox fa paura al governo
Nato per dare una governo al Paese in un momento di difficoltà, ci si rese conto fin da subito che la strada per l’esecutivo di Sanchez fosse in salita: scenario che la crisi dovuta alla pandemia di coronavirus non ha fatto altro che confermare. E con il popolo della Spagna che ogni giorno sfiducia sempre di più le mosse dell’esecutivo, Vox non ha fatto altro che seguire i malumori delle persone, proporre soluzioni e attendere al varco la maggioranza, in attesa di ogni suo minimo errore.
In questa situazione, il gettito elettorale del partito di estrema destra è cresciuto ulteriormente: non soltanto in quanto erettosi a difensore della cultura della Spagna, ma anche in quanto rivelatosi immagine del dissenso sempre più diffuso verso l’esecutivo. E messo in questa posizione di forza, adesso inizia a spaventare lo stesso governo del Paese, conscio della necessità – per sopravvivere – di restare unito quanto mai prima ma consapevole di tutti i suoi limiti e di tutte le crepe che giorno dopo giorno si fanno sempre più profonde.
Più tempo trascorre, più Vox vince
Sono luoghi comuni utilizzati sovente per descrivere le dinamiche parlamentari, ma in questo momento in Spagna sono vere più che mai: chi è in maggioranza paga il prezzo delle decisioni, chi è all’opposizione può fare proposte senza metterci la faccia. Probabilmente è vero, ma ciò non cambia minimamente le carte in tavola: più tempo il governo continuerà – volente o nolente – a sottoporre misure contrarie alla volontà popolare, più voti guadagnerà il movimento di Abascal. E né il Partito socialista né Podemos potranno fare qualcosa che inverta questa tendenza.
Se governano, perdono voti; se rimettono il mandato nelle mani del re, farebbero la figura dei deboli, rischiando di vedersi cancellati dagli scenari politici della Spagna per molti anni a venire. In questa situazione, Vox non deve fare altro che aspettare, pregustando già il sapore di quello che verosimilmente sarà un nuovo successo nella prossima futura votazione elettorale.