Che un accordo sul Ttip, per la creazione di un’area di libero scambio tra Ue e Stati Uniti, non sarebbe arrivato entro la fine della presidenza di Barack Obama era nell’aria da tempo. Ma ora l’intero negoziato sembra essere naufragato. Germania e Francia sono sempre più ferme nella difesa delle proprie posizioni e puntano il dito contro l’atteggiamento degli americani, disposti, secondo quanto ha dichiarato martedì il segretario di Stato per il Commercio Estero di Parigi, Matthias Fekl, a “non concedere nulla, se non le briciole”. Un atteggiamento giudicato da Parigi poco leale in una trattativa fra “alleati”.Per approfondire: Il “Progetto Eurasia” contro il Ttip “I colloqui con gli Stati Uniti sono falliti di fatto perché noi europei non vogliamo assoggettarci alle richieste americane”, aveva dichiarato alcuni giorni fa alla tv pubblica Zdf, il ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel. Parole che sono state interpretate come il definitivo addio al progetto di creare l’area di libero scambio più estesa al mondo. O almeno di metterla in piedi sulle basi poste dai negoziati in corso. Il sostanziale squilibrio dei capitoli dell’accordo a favore degli Stati Uniti e la scarsa disponibilità a trattare da parte dei delegati a stelle e strisce su molti dei punti in discussione ha portato la Francia, ad annunciare la propria volontà di bloccare l’attuale round di negoziati per il Ttip. Negoziati che vanno avanti da tre anni, tra gli Stati Uniti e la Commissione Europea, in un regime di semi-segretezza. Parigi chiederà, quindi, nella riunione dei ministri del Commercio che si terrà alla fine di settembre a Bratislava, che i negoziati sul progetto di trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti vengano interrotti. A farlo sarà il ministro del Commercio francese, Matthias Fekl, che ha annunciato la decisione del governo francese nella giornata di martedì, parlando a radio Rmc. “Abbiamo bisogno di una battuta d’arresto chiara e definitiva a questi negoziati per ricominciare su una buona base”, ha spiegato il ministro.Qualche spiraglio sul fatto che quella del Ttip non sarà un’archiviazione definitiva, ma soltanto temporanea, era arrivato però, nei giorni scorsi, dal portavoce della cancelliera tedesca, Angela Merkel, che aveva lasciato intendere che il negoziato sta attraversando una fase di impasse e che raggiungere un’intesa è ancora possibile. Quello tracciato dal vice cancelliere Gabriel, aveva detto, infatti, Steffen Seibert, è solo un “bilancio provvisorio”. E quindi, anche se la Germania non è disposta a trattare sull’abbassamento degli standard europei, il governo tedesco auspica ugualmente di trovare un’intesa generale tra Ue e Stati Uniti nonostante, ha ammesso Seibert, le posizioni dei negoziatori “divergano molto su questioni importanti”.Per approfondire: La crisi europea tra Ttip, Ue e NatoC’è chi però in Europa non perde l’entusiasmo nemmeno dinanzi al forte scetticismo franco-tedesco. Come il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che dalle colonne del Corriere della Sera, rassicura i sostenitori del Ttip, mostrandosi fiducioso su una “inevitabile” chiusura del negoziato tra Ue e Stati Uniti. “Sono i nostri principali partner economici e politici, se non negoziamo con loro con chi altro dovremmo farlo?”, afferma il ministro nell’intervista, la seconda in pochi mesi sul tema, rilasciata al quotidiano.Il governo italiano, a differenza delle altre cancellerie europee, non sembra quindi preoccupato dei rischi sull’abbassamento degli standard europei in diversi ambiti. I timori su “Ogm, servizi pubblici, la cultura o i diritti”, sono per Calenda, “falsi miti”. Il Ttip, con la creazione della più vasta area di libero scambio “con standard elevati”, rappresenta, invece, per il ministro, “un antidoto alla globalizzazione così come l’abbiamo vissuta fino ad oggi”.Se c’è un errore che Calenda imputa agli Stati Uniti non è quindi quello di essere poco propensi a fare concessioni all’Europa sui temi cruciali, ma quello di essersi concentrati troppo “sull’accordo con i Paesi del Pacifico”, provocando, di conseguenza, lo stallo sul Ttip. Per il governo italiano, insomma, si deve andare avanti su quest’accordo. Un accordo che nonostante le polemiche e le critiche, per Roma resta “essenziale”. “Gli Usa sono il mercato a più alto potenziale di sviluppo per il nostro export”, ha affermato, infatti, il ministro, che ha confessato di aver addirittura proposto, quando era alla guida dei ministri Ue del commercio, di chiudere la partita sul Ttip al più presto concludendo un accordo “su un primo pacchetto” per continuare poi “a discutere sul resto”. La Commissione però, ha affermato il ministro, non volle cambiare “l’impostazione del negoziato”, e non diede seguito alla proposta italiana.Per approfondire: Ttip: sono più i rischi o i benefici?Nonostante l’ottimismo mostrato dal governo, però, la strada del Ttip sembra essere tutta in salita: tutto è rimandato al dopo Obama. Con una nuova incognita per il futuro dei negoziati, rappresentata dalla volontà o meno del prossimo inquilino della Casa Bianca di sbloccare le trattative.





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