La gola profonda del Nsa Edward Snowden mette in guardia l’Italia: “Gli 007 americani stannoinfluenzando le vostre scelte commerciali e politiche”. In un’intervista rilasciata recentemente, dall’ex agente dell’intelligence della National Security Agency che divulgò tutti i segreti sui metodi con cui le agenzie governative americane “controllavano le masse” nel post 11 settembre adesso mette in allarme il nostro paese.
La sua vita è una “lotta” afferma, in un mondo sempre più ingiusto nei confronti delle persone comuni che vengono influenzate da una sovrastruttura che attraverso metodi sistematici è in grado di influenzare le decisioni di ogni individuo. “Io non posso salvarlo (il mondo, ndr) e non credo che sia richiesto a nessuno” – “Ma dobbiamo usare le nostre capacità per renderlo almeno un po’ più giusto”. Il suo impiego quotidiano è perciò quello di analizzare – da ricercato speciale – in che modo le nuove tecnologie, create per “liberarci” e garantire la nostra “sicurezza” secondo quanto vorrebbero farci credere, vengono invece impiegate per controllarci, per sfruttare le nostre informazione, per dirottare di volta in volta la nostra attenzione o il nostro consenso verso una direzione ben precisa. E svelare questa verità al mondo.
Dai Paesi che gli hanno concesso asilo politico, prima Hong Kong, ora la Russia di Putin, l’ex analista della della Cia continua a denunciare le operazioni “sommerse” delle agenzie di spionaggio per le quali lavorava. In una intervista via chat con Repubblica ha spiegato che anche l’Italia è nel mirino degli 007 americani, che vogliono influenzare le nostre decisioni in ambito politico e commerciale.
“Gli Stati Uniti vogliono essere in grado di influenzare le future direzioni in cui l’ Italia si muove, politicamente, economicamente e in generale. Se sei un cittadino italiano, non hai alcuna protezione legale dallo spionaggio Usa”, ha dichiarato Snowden, che è un’autorità nel campo dello spionaggio informatico; avendo rivelato al mondo come l’agenzia per la sicurezza nazionale americana fosse in grado, già dieci anni fa, di rubare i nostri dati, entrare nei nostri computer, accedere alle telecamere dei nostri apparati elettronici, leggere i nostri sms o ascoltare le nostre conversazioni. Indiscriminatamente e senza il bisogno di alcun mandato.
“Basta pensare cosa questo possa significare per un giudice italiano che indaghi su un caso che riguarda gli Stati Uniti, per un politico italiano, per un reporter che lavora a un articolo scomodo per i poteri oltreoceano” continua, rivelando che lui stesso ha lavorato anche in Italia quando era alla Cia, accennando all’operazione per il sequestro dell’imam Abu Omar – rapito a Milano ma comandato dal cervello del distaccamento dell’agenzia che operava da Roma. “La cosa incredibile è che tutte le nostre spie in Italia erano arrabbiate per l’operazione e per l’inchiesta della magistratura, ma non erano affatto arrabbiate perché i loro colleghi avevano violato i diritti umani, erano infuriate perché erano stati così sciatti!” – “Non avevano alcun rispetto della sovranità italiana. Non pensavano che gli italiani avrebbero fatto qualcosa, se fossero stati scoperti: li vedevano come bambini”. E questa è la cifra, anche se presa con il beneficio dell’inventario, di come i servizi segreti debbano sempre approcciare alle agenzie di spionaggio di altri Paesi, anche se alleati.
Per motivi come questo, e per il disaccordo nei metodi sistematici con i quali le agenzie governative Usa spiavano le masse, Snowden ha rivelato al mondo le informazioni top-secret del suo paese. Ma non è bastato a fermare questo metodo di azione. Il fondatore di WikiLeaks, ogni impegnato nella crociata di Freedom of the Press Foundation, spiega come la rivelazione del 2013 abbia solo confermato al mondo cosa fossero in grado di fare le agenzie di spionaggio, e come i diritti di miliardi di persone potessero essere violati ancora prima che qualsiasi autorità ottenesse un mandato per la loro intercettazione. Invece di sorvegliare un sospetto in modo mirato, le agenzie avevano iniziato a spiare tutto e tutti per scoprire dove si manifestasse un’anomalia. Il perfetto contrario di ciò che ci si aspetta normalmente.
Per questo Snowden esprime un quesito quasi retorico: “Come riusciamo a riguadagnare il controllo in un mondo in cui le leggi non ci proteggono più?” (e dove qualcuno vuole controllarci a tutti i costi). Dopo le sue rivelazioni, e il successivo scandalo che ha coinvolto Facebook per il furto di dati di Cambridge Analytica, colossi come Apple e altri hanno iniziato a blindare piattaforme come iPhone e altre tecnologie che potevano essere violate e crittografate, server di social network e mailing. Ma l’Nsa nel frattempo può aver sviluppato nuove strategie e nuovi metodi.
“Se non riescono a forzare la crittografia, hackerano gli apparecchi elettronici che cifrano le nostre comunicazioni: i nostri telefoni, i nostri computer”; è questa la strada presa dall’agenzia nel post-Snowden. Perché nonostante gli sforzi, la vulnerabilità dei nostri apparecchi è ancora molto alta. Secondo Snoweden Apple, Google, Microsoft, hanno una serie infinita di gravi vulnerabilità nei loro software e se nessuno si impegnerà a cambiare le cose, le persone comuni che usano queste piattaforme tutti i giorni non potranno farci nulla.
Nel mondo del progresso che siamo stati in grado di creare, nell’anno in cui il Web ha compiuto il trentesimo compleanno, siamo tutti possibili sorvegliati speciali, attraverso le tecnologie che impieghiamo tutti i giorni per connetterci con il mondo, nel lavoro e nella vita privata. Una telefonata con l’iPhone ad un collega in redazione, l’articolo scritto da questo computer, la ricerca su un motore di ricerca di un’informazione specifica per integrare un’inchiesta. Tutto monitorato. La gola profonda della Cia ha sviluppato tempo fa una serie di app per salvaguardare la privacy dei nostri telefoni cellulari. Non ho mai sentito nessuno abbastanza preoccupato da scaricarla, tuttavia.