Chiuso (o quasi) il fronte della Ghouta orientale, il governo di Bashar al Assad ora guarda al sud, più precisamente a Daraa, dove nel 2011 è scoppiata la rivolta che ha incendiato il Paese portandolo alla guerra.
Secondo quanto riporta Haaretz, il governo di Damasco, con l’appoggio della Russia e delle milizie sciite, starebbe preparando un attacco contro Daraa e Quneitra. Mentre la conquista della prima città rappresenta un colpo mortale alla ribellione, la seconda indica la volontà di Damasco di prendere nuovamente il controllo dei propri confini e di mandare un messaggio chiaro a Israele.
Mahmoud, che vive a Quneitra, ci racconta: “L’esercito arabo siriano è pronto a riprendersi i territori controllati dai terroristi e le alture del Golan. Al momento non è ancora iniziata alcuna operazione militare. La Russia sta trattando con i terroristi per la resa e portarli nel nord della Siria, evitando così un bagno di sangue”.
“A Quneitra la situazione è abbastanza tranquilla – ci racconta Mahmoud – I terroristi si stanno combattendo a vicenda, seguendo ognuno non solo le proprie strategie ma anche quelle degli Stati che li supportano”.
Nelle pressi delle alture del Golan, sono presenti diverse milizie ribelli, alcune sostenute dallo Stato ebraico per contrastare le forze sciite legate all’Iran, in particolare Hezbollah, e per creare una sorta di cuscinetto in grado di difendere Tel Aviv.
Secondo Haaretz, Hezbollah avrebbe creato un centro di comando, guidato da un uomo chiamato Hajj Hashem, nelle alture del Golan. Mahmoud però precisa: “Gli uomini del Partito di Dio sono presenti solamente come osservatori o come semplici cittadini, ma non so dirti se hanno anche compiti tattici, strategici o militari”. E assicura: “A Quneitra non sono presenti”.
Per la Siria le alture del Golan sono ancora una ferita aperta. Conquistate da Israele nel 1967, sono state annesse solamente nel 1980. Questa annessione, però, non è mai stata riconosciuta né da Damasco né dalla comunità internazionale, come ricorda Giordano Stabile su La Stampa. Se Bashar al Assad dovesse riuscire a riconquistare queste città, le truppe siriane si troverebbero a pochi chilometri da quelle israeliane. Un rischio che Tel Aviv non vuole correre.