Nella giornata di sabato 9 luglio si è conclusa la due giorni del Summit Nato 2016 a Varsavia, nello Stadio Nazionale della capitale polacca, durante il quale si è discusso delle principali issues dell’Alleanza per il prossimo futuro. Un dato che salta immediatamente all’attenzione dell’osservatore riguarda essenzialmente la geografia: Varsavia, sede della sottoscrizione dello storico Patto di opposizione comunista allo stesso Patto Atlantico, oggi diventa il nuovo baricentro dell’Alleanza occidentale, i cui nuovi obiettivi si focalizzano su una struttura integrata di difesa contro le principali minacce alla sicurezza internazionale. Nonostante l’effettiva urgenza del pericolo per la stessa si identifichi in un più sempre invadente Stato Islamico che, dopo gli obiettivi conseguiti in Europa centrale a partire dal caso Charlie Hebdo, e che oggi ritrova tra i suoi target più sensibili anche gli Stati Uniti, con il massacro di Orlando, e la Turchia, con l’ultimo attacco all’aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul, la maggiore preoccupazione per i Paesi dell’Europa Orientale è la solita Russia. Secondo anche quanto scritto su LiveJournal, un popolare social network russo, dall’Ambasciatore statunitense a Mosca John Tefft, la Nato, pensata per garantire la sicurezza dei propri alleati, ha dovuto in quest’ottica adottare delle misure che contenessero la minaccia russa su tutti quei Paesi che in passato subivano una preminente influenza politica dittatoriale.È proprio su questo che si sono concentrati dunque gli sforzi degli intervenuti al summit, con un outcome che non esula dalle aspettative precedenti: l’aumento numerico delle truppe di stanza nella fascia baltica, tra la Polonia e l’Estonia, di circa quattromila soldati, che vanno a rafforzare la presenza già nutrita di personale NATO lungo il fronte settentrionale della tenaglia che l’Alleanza va costituendo intorno all’heartland russo. Sovershenno Sekretno (Top Secret in russo), un famoso blog di analisi militare russo, ha precisato come il primo campanello di allarme per Mosca sia in realtà proprio a carico della sua exclave che si affaccia sul mar Baltico, ovvero l’oblast di Kaliningrad: il Ministro della Difesa Nazionale polacco, Antony Macerevic, ha comunicato alle agenzie di stampa polacche l’intenzione di collocare questi nuovi battaglioni nella città di Elblag, situata a circa 50km dal confine con la “Russia Baltica”, andando a chiudere una accerchiamento già iniziato con le basi di Braniewo, Bartoszyce e Gizycko, situate ancora più vicino al confine con la regione, nella zona di traffico di confine preferenziale, una sorta free visa zone tra Polonia e Russia.È evidente come le alte sfere russe non si limiteranno ad osservare questo accanimento verso alcune delle principali basi militari fuori dal corpo continentale del Paese, così come già era successo con l’azione preventiva di protezione delle basi crimeane di Sebastopoli. Una prima occasione di confronto verrà fornita dal vertice Nato-Russia del prossimo 13 luglio a Bruxelles, durante il quale, così come sostenuto da Igor Korotchenko, Consigliere del Ministero della Difesa russo e direttore della testata “Difesa Nazionale” che, in una intervista rilasciata a RIA Novosti ha sottolineato quali saranno le misure che la Russia sarà più incline ad adottare: nell’implementazione di un piano di aggiornamento della tecnologia militare del Paese, che prevede di rinnovare il 70% degli equipaggiamenti entro il 2020, le aree che saranno maggiormente interessate da questo update saranno proprio Kaliningrad e Sebastopoli, con l’intenzione di adottare delle misure di deterrenza al piano di containment attuato dalla NATO con la realizzazione dello scudo missilistico che vedrà come perni principali i territori della Polonia e della Romania. Dunque si prevede il potenziamento della flotta del Mar Nero, accompagnato dall’implementazione di un nuovo sistema antimissile russo all’avanguardia, il S-500, e da una nuova flotta di bombardieri bimotore Tupolev Tu-22M3, mentre nella regione di Kaliningrad presteranno servizio i temibili missili anti-scudo Iskander che, secondo diverse analisi balistiche, sarebbero addirittura irrilevabili dai radar.Il nocciolo della questione risiede tanto, più che nella concretezza e l’urgenza di una minaccia russa, della necessità degli Stati Uniti di cavalcare la propaganda politica anti-russa di Paesi come Polonia, Romania ed Estonia, tra i più accaniti contro Mosca, e che trovano invece attrito nelle parole dei Ministri della Difesa di altri stati alleati, quali Italia e Germania – nelle persone di Roberta Pinotti e Frank-Walter Steinmeier – che invece continuano a sostenere di ricostruire dei ponti con la Russia, invece che proseguire sul sentiero dell’escalation militare.
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