La finanza russa prova a fare breccia nel mercato quasi monopolistico dei sistemi di pagamento telematici. Per approfondire: Sanzioni per tutti, ma l’Ue ci perdeLa creazione di un circuito nazionale di pagamento russo risale all’aprile 2015, quando la NSPK, il sistema nazionale delle carte di pagamento creato appositamente per la gestione delle transazioni di pagamento all’interno della Federazione Russa, ha indetto un concorso per la creazione del logo da apporre su carte di credito e di debito aderenti all’iniziativa: il 23 maggio la NSPK ha annunciato che MIR (sia “pace” che “mondo” in russo) sarebbe stato il logo prescelto, davanti a Sokol (che significa “falco”). A partire dal dicembre dello stesso anno le carte del nuovo circuito hanno iniziato ad essere emesse, raccogliendo un elevato numero di adesioni. Ad oggi ben 112 istituti bancari russi emettono carte del circuito Mir, tra cui anche Sberbank, la più grande banca russa, non senza alcune difficoltà dovute all’accettazione del nuovo metodo da parte degli esercenti, e di conseguenza della fiducia dei consumatori.C’è da dire che il progetto ha fatto non poca fatica a decollare, e i feedback dal mercato russo vanno abbastanza a rilento. È palese che tale strategia abbia ripercussioni su quegli utenti bancari abituati a muoversi al di fuori dei confini del Paese, sebbene tramite lo stesso sito di NSPK si abbia notizia di accordi di co-badging tra Mir e Maestro, JCB e American Express. Un primo spiraglio in tal senso è stato offerto da AliExpress, la famosa piattaforma cinese di e-commerce parte del colosso cinese Alibaba che, anche secondo quanto riferito a RIA Novosti da Vladimir Komlev, Direttore del Sistema Nazionale delle carte di pagamento, parrebbe essere molto popolare tra i consumatori russi; ciò anche dettato dalla natura stessa della compagnia, che funge da raccordo per le imprese cinesi che vogliono vendere i loro prodotti sul mercato europeo, quindi anche Mosca e dintorni. A partire dal prossimo autunno, quindi, il colosso asiatico degli acquisti online sarà in grado di accettare pagamenti effettuati con carte operanti sul circuito Mir, sempre affiancato ai diffusissimi MasterCard e VISA.Per approfondire: Così la Russia aggira le sanzioniLa ragione per cui la Federazione Russa ha deciso di intraprendere una via alternativa ai colossi internazionali del settore è da ricercarsi in una risposta alle sanzioni finanziarie a carico di Mosca, alcune delle quali prevedevano l’esclusione degli istituti di credito russi dall’accesso ai prestiti contratti con le banche occidentali e il congelamento dei capitali detenuti dai personaggi di spicco dell’élite russa presso le stesse, in particolare presso la City di Londongrad (così come la Londra degli oligarchi viene definita). Tali manovre da parte dell’Occidente hanno inoltre indotto la sospensione delle Banche russe dal circuito internazionale SWIFT, che consente ai consumatori di poter effettuare transazioni finanziarie tra banche, per cui ciascun istituto è dotato di un preciso codice di riferimento nel sistema interbancario. Dopo la decisione di dare vita a Mir, la Banca Centrale russa aveva deciso di sospendere sia MasterCard che VISA dall’omologazione dei codici SWIFT con le Banche russe, creando non poche difficoltà anche a coloro che necessitavano di strumenti e servizi finanziari nei territori della Federazione. Tale strategia fu attuata nell’ambito di una serie di provvedimenti legislativi promulgati dallo stato russo al fine di incrementare la protezione dei dati sensibili dei consumatori russi, imponendo anche che tutte le compagnie operanti sul suolo della Federazione avessero dei server locali dai quali tali informazioni non possono essere trasferite. A tal proposito, anche VISA e MasterCard hanno concluso degli accordi trilaterali con NSPK e la Banca Centrale Russa sul trattamento dei dati e sulla registrazione delle transazioni nei territori della Russia.Ad oggi, i russi sembrano soddisfatti della possibilità di salvaguardare la propria privacy in tal senso: secondo un recente sondaggio condotto da VTsIOM, uno dei più importanti centri di analisi russi, circa 4 russi su 5 approvano l’idea della creazione di un metodo di pagamento nazionale per tutelare i propri dati sensibili e per evitare che gli stessi vengano trasferiti all’estero.
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