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Israele è coinvolta in importanti manovre militari e non, che potrebbero segnare i prossimi eventi in Medio Oriente. Mentre sta aumentando la pressione dell’Arabia Saudita sul Libano, Israele ha dato il via alla più grande esercitazione aerea mai intrapresa dal Paese.

L’esercitazione più grande mai organizzata da Israele

La notizia, in realtà lasciata un po’ a margine dai media principali, è stata ripresa dal portale d’informazione militare Fight Global e dal quotidiano Breaking Israel News. Si può leggere come Tel Aviv abbia dato inizio lo scorso 2 novembre all’esercitazione chiamata “Blue Flag” (“Bandiera Blu”). Si tratta di un’esercitazione internazionale congiunta insieme a numerosi altri Paesi. Tra questi vi sono Stati Uniti, Grecia, Polonia, Germania, Italia, Francia e India.

Questi sette Paesi si presteranno come “avversario” per l’aviazione israeliana. Come degli “sparring partners” testeranno la capacità offensiva di un centinaio di aeroplani israeliani, tra cui i famosi F-15 e F-16 recentemente acquistati dalla compagnia americana Lockheed Martin. Le esercitazioni si terranno presso la base aerea di Ovda, situata nel sud del Paese e dureranno all’incirca due settimane. “Stiamo preparando una lunga lista di scenari basati sull’esperienza di combattimento delle forze aeree israeliane”, ha detto il comandante della base di Ovda.

Nel video pubblicato su Breaking Israel News viene poi aggiunto come gli aerei israeliani verranno testati anche rispetto ai temibili missili terra-aria di fattura sovietica. Sempre nello stesso video si dà poi molta enfasi al fatto che la “Blue Flag” sia la più grande esercitazione militare cui Israele ha preso parte da moltissimo tempo. Si potrebbe trattare di una semplice esercitazione di routine, per testare i nuovi aerei da poco acquistati.

Una dimostrazione di forza per Hezbollah?

Tuttavia gli scenari geopolitici che si stanno succedendo alla velocità della luce in Medio Oriente farebbero pensare invece all’organizzazione mirata di tale dispiegamento di forze. Sin da quando la guerra in Siria è entrata negli atti finali è infatti contemporaneamente salita la tensione tra le milizie sciite Hezbollah e Israele. Uno scontro che sembra ancora aperto da quel lontano 2006.

Le contemporanee dimissioni del premier libanese con l’aumento della pressione diplomatica saudita sullo stesso Libano stanno orientando in maniera nitida il prossimo fronte di guerra. E Israele non perde tempo nella ricerca di preziosi alleati in quella che, in caso di scoppio, si rivelerebbe essere una guerra difficilissima.

L’incontro segreto tra Netanyahu e il Segretario britannico

Così veniva rivelato dal giornale britannico The Independent l’incontro avvenuto tra il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e il Segretario per lo Sviluppo Internazionale britannico Priti Patel. Quest’ultima avrebbe sfruttato una vacanza proprio in Israele per avere un faccia a faccia, segreto, con il Primo Ministro israeliano. Priti Patel avrebbe poi espresso le scuse di fronte all’esecutivo britannico, dato che con il suo comportamento è venuta meno alle regole di comportamento cui un Segretario dovrebbe attenersi.

In realtà la versione della Patel rimane ambigua. Prima ha dichiarato infatti come Boris Johnson fosse a conoscenza del suo incontro, poi ha ritrattato dicendo che il Ministro degli Esteri era sì informato, ma non abbastanza. In ogni caso durante l’incontro Patel e Netanyahu hanno discusso di una rinnovata collaborazione tra i Paesi in ambito politico, umanitario e anche militare.

Un impegno che cade casualmente in un momento in cui Israele sta aumentando la pressione militare lungo i propri confini. A confermare la direzione verso cui sta dirigendo la politica estera di Tel Aviv è arrivato poi un dossier segreto pubblicato da Channel 10 News, ripreso da Wall Street Italia. Il cable confermerebbe la tesi secondo cui Israele e Arabia Saudita stanno volutamente aumentando la pressione sul Libano per espellere Hezbollah dal Paese, con le buone o le cattive. 

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