Mercoledì 20 aprile, a meno di una settimana dallo scontro decisivo, si è tenuto un acceso dibattito tra la candidata di estrema destra Marine Le Pen e l’uscente presidente Emmanuel Macron. I due candidati si sono ritrovati come cinque anni fa, finalisti delle elezioni presidenziali e opposti su tutto. Le accuse rivolte reciprocamente sono state molte. Dal tema delle pensioni a quelle del clima. Un botta e risposta continuo.

La Le Pen si è riferita al presidente definendolo “climato-hypocrite” in quanto non davvero volenteroso di risolvere tutti questi problemi. Infatti il presidente Macron non è riuscito ad adempiere a tutte le promesse annunciate nel 2017 che aveva decantato come le più importanti. Ricordiamo infatti le grandi promesse su azioni necessarie riguardo il cambiamento climatico. Ricordiamo le proposte fatte sulle pensioni e quelle sul combattere la disoccupazione. Tutte promesse e proposte che hanno visto rallentamenti gravi. Alcune per mancanza di lungimiranza altre per casi straordinari come la crisi sanitaria da Covid-19. E il clima rappresenta solo uno dei diversi fronti riformisti che il presidente uscente è stato costretto a rivedere pesantemente.

Lotta al cambiamento climatico

“Finanzieremo lo sviluppo delle energie rinnovabili: entro il 2022, puntiamo a raddoppiare la capacitĂ  eolica e solare fotovoltaica”. La promessa è stata mantenuta a metĂ . L’energia eolica è stata aumentata del 62% mentre quella solare del 90%. Il presidente Macron aveva promesso di ridurre il nucleare ma negli anni ha fatto marcia indietro sull’argomento concentrando le energie per affrancarsi dagli idrocarburi proprio grazie all’energia atomica. Inoltre aveva annunciato di aumentare il prezzo del prezzo del diesel in modo tale da renderlo meno vantaggioso per i francesi ma il programma, in corso dal 2014, si è fermato dopo le grandi manifestazioni dei Gilet Gialli e della Francia profonda che lo hanno portato a bloccare la misura. Per ultima la promessa di imporre il divieto di utilizzare interferenti endocrini e pesticidi è rimasta in sospeso a causa della mancanza di alternative ritenute sufficienti. 

Pensioni: una riforma fermata dalla pandemia

Anche sul fronte della previdenza Macron si è rimangiato parte delle promesse. “Creeremo un sistema pensionistico universale dove un euro versato dĂ  gli stessi diritti, indipendentemente da quando è stato versato, indipendentemente dallo status della persona che ha contribuito”, prometteva nel 2019. Il piano prevedeva l’instaurazione di un fondo pensionistico nazionale universale e una “etĂ  cardine” al di sotto della quale chi va in pensione subisce uno sconto sulla pensione. A causa della pandemia questa riforma è in stato di attesa. Il presidente ha aggiunto che “questa riforma è indispensabile” ma non è detto che debba essere messa in atto come previsto. 

Lotta alla disoccupazione: i meriti del predecessore

“Un ritorno a un tasso di disoccupazione del 7% (o 1,3 milioni di posti di lavoro) pienamente documentato”. Nonostante la disoccupazione sia comunque diminuita durante il suo mandato, non è scesa abbastanza o comunque non secondo i piani delineati nel 2017. Allora, all’inizio del suo mandato, il tasso di disoccupazione era del 9,5%, ma nel tempo si è attestato al 7% nel 2021 ma va considerato come la traiettoria del mercato del lavoro, e la curva discendente del tasso, fossero cambiate giĂ  durante la presidenza di François Hollande e che quindi l’impatto del leader di En Marche sia stato al quanto limitato.

Creazione di uno statuto per l’indipendenza giornalistica

“Creare un nuovo statuto di societĂ  di stampa, basato sul modello anglosassone, per garantire l’indipendenza editoriale e giornalistica”. Statuto del quale la Francia ha un grande bisogno soprattutto dopo il gran trambusto sorto dalle violente manifestazioni dei Gilets Jaunes dove molti giornalisti sono stati attaccati dalle forze di polizia. Ricordiamo anche che dal novembre 2020 il parlamento ha approvato una legge che vieta di riprendere caratteri distintivi e di riconoscimento di agenti in servizio. Legge molto controversa che ha provocato la rabbia di molti. Alla fine il provvedimento non ha mai visto la luce e lo statuto delle imprese di stampa è rimasto immutato.





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