Sono stati dei lupi solitari a colpire ieri ad Ankara e a Berlino. Ma dietro tali azioni s’intravede un’ unica strategia. D’altronde la coincidenza temporale non è casuale, soprattutto se si considera che a ispirare le due azioni è la stessa centrale del Terrore.Ad Ankara è stato ucciso l’ambasciatore russo Andrey Karlov mentre visitava una mostra dedicata alla sua patria. È evidente che si sia voluto colpire anzitutto la Russia, ma anche il nuovo rapporto tra Mosca e Ankara, che ha cambiato nel profondo la geopolitica mondiale.Colpire un ambasciatore è messaggio esplicito: questa guerra non conosce immunità, tutti sono target. L’attentatore ha agito indisturbato, non solo al momento dell’azione, ma anche dopo, quando ha rivendicato il gesto come vendetta per la conquista di Aleppo da parte di russi e siriani. Troppo indisturbato per non dare adito a sospetti su possibili connivenze o falle della sicurezza turca.L’omicidio non ha infranto l’alleanza turco-russa, ché anzi i due presidenti si sono accordati per un’inchiesta comune, cosa invero inusuale. E però la conservazione di tale asse privilegiato metterà a dura prova il governo di Recep Erdogan, che dovrà vigilare su probabili nuove iniziative dell’Agenzia del Terrore e sugli ambiti anti-russi presenti nella società turca e nei suoi apparati. Con possibili azioni in combinato disposto.L’attentato è stato consumato mentre il ministro degli Esteri turco si trovava in Russia, presente anche il suo omologo iraniano e ovviamente russo, per trattare sul futuro della Siria. Tale coincidenza temporale e l’esplicita rivendicazione dell’attentatore su Aleppo lasciano intuire la grande avversità dell’Agenzia del Terrore a una soluzione della crisi siriana, in quanto ne eroderebbe gli spazi di manovra.L’omicidio dell’ambasciatore russo ha scosso il mondo. Tanto che a Mosca sono pervenuti attestati di solidarietà da tutto l’Occidente, cosa in controtendenza in questo nuovo clima da Guerra Fredda. Serviva cancellare l’empatia per Mosca suscitata da questo atto barbaro. Ed è arrivata la strage di Berlino.Certo, l’attentato nel mercato di Natale, dodici le vittime innocenti, ha anche altre motivazioni: creare difficoltà alla Merkel riproponendo lo schema dello scontro di civiltà contro la sua politica di accoglienza; oltre che rilanciare la sfida terrorista nel cuore d’Occidente per una vitalità postuma anche alla caduta delle prime roccaforti dell’Isis in Siria e Iraq.Ma resta che scopo primario di tale eccidio era smorzare, anzi annichilire l’ondata di empatia verso la Russia. Oggi l’Occidente piange le vittime di Berlino. L’assassinio di Ankara è diventato cosa lontana che riguarda Paesi lontani.Due attentati che si rincorrono, dunque, che avevano anche un altro e più alto scopo. Proprio ieri i grandi elettori dovevano dare il loro voto per eleggere Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America.Una formalità che aveva assunto connotati aspri, sconosciuti in passato. Tanto che c’era chi paventava soprese, ovvero che qualche grande elettore tradisse il mandato ricevuto l’8 novembre dal suffragio popolare per votare la Clinton.Non è andata così, solo due voltagabbana, e da ieri Trump è presidente degli Stati Uniti d’America. Non se n’è accorto nessuno, grazie ai due attentati paralleli. Potenza mediatica delle centrali del Terrore.Non solo. Da ieri la prospettiva di un attutimento delle tensioni con la Russia, come da programma di Trump, è ipotesi reale. Da qui la necessità delle Agenzie del Terrore di colpire la Russia, come successo ad Ankara, per dare segnale in senso opposto.E la successiva strage di Berlino che, oltre a offuscare la svolta americana, ha intenzionalmente distolto l’attenzione mondiale sulla sfida che il terrorismo ha lanciato a Mosca.Così che oggi sia più difficile percepire che l’unica risposta realista alla sfida del Terrore è la revoca delle sanzioni alla Russia. E la ricerca di un coordinamento con essa in chiave anti-terrorismo. Il Terrore globale si sconfigge solo a livello globale.Tale prospettiva, nonostante la sua ragionevolezza, non sarà perseguita dall’Occidente. Non oggi, almeno, ma forse potrebbe iniziare a prender corpo più in là, con l’inizio della presidenza Trump. Lo sanno bene anche le Agenzie del terrore, che per questo moltiplicano il loro attivismo funesto.
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