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Negli ultimi giorni Donald Trump ha subito pesanti attacchi per la linea politica adottata dagli Stati Uniti in materia di immigrazione. Niente di nuovo sotto il sole, ma gli oppositori del presidente americano si sono scatenati dopo che Washington ha dato il via libera all’introduzione di una nuova regola che limiterà drasticamente la possibilità dei migranti di chiedere asilo in territorio americano. Potranno infatti chiedere asilo negli Stati Uniti soltanto le persone che in precedenza hanno fatto richiesta a un Paese terzo che ha negato loro questo diritto. Di conseguenza non basterà più fornire prove di essere perseguitati nella propria terra d’origine per ottenere automaticamente l’asilo politico dagli americani; chi lo fa non sarà deportato, ma non avrà comunque le protezioni connesse all’asilo. Trump ha annunciato ai quattro venti, con la sua classica retorica, che molto presto inizieranno “arresti di massa e rimpatri nei confronti di milioni di persone entrate illegalmente negli Stati Uniti”.

La linea politica sull’immigrazione di Trump

Prima di analizzare un fenomeno sociale è sempre utile dare un’occhiata alle statistiche ufficiali che lo descrivono. I dati non contribuiscono a spiegare del tutto la complessità di una certa tendenza, come ad esempio perché è emersa e quali conseguenze può avere sulla società, ma hanno la capacità di fornire una cornice d’insieme che dovrebbe essere valida all’unanimità. Certo, i numeri sono cifre e dipende come li fa parlare chi si affida a loro, ma, soprattutto in politica, è difficile sfuggire alla legge dei numeri. E allora vediamoli questi numeri: dall’inizio del 2019 a oggi, la polizia di frontiera statunitense ha avuto un gran bel da fare lungo il confine con il Messico, arrestando 363.300 migranti provenienti da Paesi dell’America Centrale, come Honduras, El Salvador e Guatemala e altri 3.200 provenienti dal Messico. Trump ha poi inasprito la lotta agli immigrati irregolarmente entrati negli Stati Uniti, circa un milione di persone a cui gli agenti della Immigrations and Customs Enforcement (Ice) sta dando la caccia.

Più arresti con Obama e Clinton

La politica di Trump ha letteralmente scatenato l’opposizione dei Democratici ma, sempre impugnando l’arma dei numeri, ci sono alcuni dati che scagionano la presunta repressione del tycoon a danno dei migranti. I Democratici, ancora una volta, dimostrano di avere la memoria corta perché anche la sinistra, quando era al governo, ha adottato pugno duro e tolleranza zero contro i migranti, eppure nessuno ha puntato il dito o criticato il loro operato come invece sta succedendo oggi con Trump. Considerando le statistiche riferite al 2018, l’amministrazione Trump ha arrestato 397.000 migranti; assai meno dei circa 413.000 migranti all’anno mediamente fermati durante i due mandati di Obama e ancora meno rispetto agli 1,6 milioni catturati da Clinton nel 2000. Questo paradosso fa pensare che i Democratici amino stare dalla parte della legge solo quando governano il Paese; in tal caso la legge è sacra e va rispettata, anche in materia di immigrazione. Se invece i Dem devono rincorrere i Repubblicani, allora chi si oppone all’ingresso negli Stati Uniti di orde di migranti irregolari è un disumano o, nella peggiore delle ipotesi, un fascista. Anche la Cnn si è accorta di questo paradosso e, dal canto suo, ha scritto un articolo che giustifica le scelte effettuate da Obama: “Sì – si legge nel pezzo – Obama ha deportato più persone di Trump ma occorre valutare il contesto”. Trump se lo metta bene in testa: qualsiasi cosa faccia è sempre nel torto.

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