La popolarità del presidente francese Emmanuel Macron ha subito, nel corso dei primi due anni del suo mandato, diversi scossoni che hanno portato il Capo di Stato ad essere sempre più odiato ed avversato da alcune sezioni della popolazione. Questa dinamica è per certi versi inevitabile e fisiologica: chiunque occupi una posizione di potere e metta in atto proposte politiche più o meno controverse, infatti, vedrà progressivamente calare il proprio tasso di approvazione e dovrà lottare contro una crescente impopolarità. La riforma delle pensioni proposta dal Capo dello Stato non ha di certo contribuito a rasserenare gli animi ed ha anzi provocato un aumento della tensione nel Paese. Uno degli elementi chiave di questo piano è la volontà di introdurre un singolo schema pensionistico a punti e di abrogare i 42 sistemi diversi attualmente in vigore nell’intenzione, secondo l’esecutivo, di rendere più giusto e sostenibile l’intero sistema. I sindacati hanno manifestato una ferma opposizione ai piani dell’Eliseo che porterebbero alla perdita, per alcuni dipendenti pubblici, al diritto alla pensione anticipata ed il Paese è stato così colpito da una prolungata ondata di scioperi che hanno paralizzato il trasporto su rotaia ed il funzionamento delle metropolitane.
Uno scontro rischioso
Il presidente Macron, nel suo discorso di fine anno, si è però mostrato fermo nella volontà di riformare il sistema e di portare, tra l’altro, l’età minima per godere dei pieni benefici delle pensioni da 62 a 64 anni. Il Capo di Stato ha anche parlato di un “rapido compromesso” da raggiungere con i sindacati ed in realtà l’esecutivo si è già mostrato disposto ad offrire esenzioni ad alcuni settori nel tentativo di dividere ed indebolire il fronte delle proteste. Poliziotti, gendarmi, vigili del fuoco e guardie carcerarie potranno, infatti, continuare ad andare in pensione a 57 anni così come i controllori di volo. Secondo quanto riportato da un sondaggio realizzato dall’istituto Elabe e pubblicato il 18 dicembre, inoltre, il 67 per cento del campione intervistato si è espresso in favore dell’introduzione di un singolo schema pensionistico e questa percentuale cresce al 90 per cento tra la base elettorale del presidente e all’87 per centro tra chi ha votato per il centrodestra alle ultime elezioni. In questo caso, dunque, sembrerebbe che le intenzioni dell’Eliseo abbiano incontrato l’approvazione di una parte consistente della popolazione e questo supporto potrebbe rivelarsi vitale per vincere il duro scontro con chi avversa la riforma e portare a casa una consistente vittoria politica.
Le prospettive politiche
L’orizzonte di riferimento di Emmanuel Macron sono le consultazioni presidenziali del 2022: in questa occasione, infatti, il Capo dello Stato sarà chiamato ad affrontare una dura sfida per la riconferma ai vertici del potere. Uno sguardo superficiale ai sondaggi che cercano di fotografare il tasso di approvazione e disapprovazione del presidente non sembrerebbero lasciare molto scampo all’inquilino dell’Eliseo: la sua popolarità ha oscillato, tra la fine novembre e quella di dicembre, tra il 27 ed il 40 per cento dei campioni intervistati mentre il tasso di disapprovazione è rimasto concentrato tra il 60 ed il 70 per cento del totale. Non bisogna dimenticare, però, che l’obiettivo di Macron è quello di riuscire a raggiungere il secondo turno della competizione e di sperare poi di riuscire a convogliare su di se il voto moderato del Paese, in particolare modo se dovrà affrontare, ancora una volta, Marine Le Pen. Al momento, sebbene manchi ancora molto tempo allo svolgimento delle consultazioni, Macron dovrebbe farcela aiutato, in questo senso, dal cattivo stato di salute in cui versano tanto il centrosinistra quanto il centrodestra francese. Ovviamente l’emersione di un candidato forte a quelle latitudini politiche potrebbe scompaginare il quadro complessivo ed alterare gli equilibri in campo. La distanza temporale, in ogni caso, induce alla massima prudenza e l’evoluzione delle vicende politiche francesi nel prossimo biennio si rivelerà fondamentale per chiarire le prospettive di Parigi.