Vladimir Putin ha ricevuto John Bolton a Mosca e il clima, più sereno degli ultimi tempi, dimostra che tra Stati Uniti e Russia ci sia ancora possibilità di avere un miglioramento delle relazioni bilaterali. Questa è la speranza di tutti. Di Putin ma anche di Donald Trump. che adesso vogliono incontrarsi in un nuovo storico summit, forse a Helsinki.

Il nodo del North Stream 2 e il sabotaggio americano

Ma il miglioramento delle relazioni bilaterali passa anche su binari economici. E qui c’è un capitolo fondamentale che il Cremlino vuole risolvere il prima possibile: il North Stream 2. Il gasdotto è uno dei grandi nodi da sciogliere delle relazioni fra Mosca e Washington. Non solo perché la Russia può guadagnare miliardi, ma anche perché la pipeline rappresenta un braccio della Russia in Europa. 

Proprio per questo motivo, alla vigilia del vertice Bolton-Putin a Mosca, c’è stato un altro incontro, proprio su questo punto. Il ministro dell’Energia Aleksandr Novak ha incontrato il suo omologo Usa Rick Perry e il segretario del Tesoro Steven Mnuchin per discutere proprio del tema energetico e delle sanzioni alla Russia. Perché le sanzioni americane hanno come obiettivo proprio il North Stream 2. E Mosca ha chiesto a Washington di non interferire nel progetto.

La questione non è secondaria per un semplice motivo. Perché, a prescindere da quello che dicono i governi coinvolti, il North Stream 2 è politica. E dietro un gasdotto si celano i complessi giochi per il controllo dell’Europa da parte di due superpotenze come Russia e Stati Uniti. È una lotta di sfere d’influenza in cui il gas ha un ruolo primario. Gli Stati Uniti vogliono vendere il loro, la Russia vuole vendere il suo e nel mezzo, gli Stati europei interessati o meno dai gasdotti giocano la loro partita come mercato e terre di transito o di destinazione.

L’asse russo-tedesco

La scelta della Casa Bianca di orientarsi contro l’Unione europea, sta riequilibrando la politica europea nei confronti della Russia. Per anni, il blocco Ue si è messo di traverso a Mosca imponendo sanzioni molto dure nei confronti dell’economia russa che hanno colpito direttamente anche le stesse aziende europee. Ma i dazi imposti da Trump contro l’Europa stanno facendo ricredere anche i più accaniti anti-russi. Mosca può tornare a essere un partner economico.

La prima ad averlo capito è stata la Germania. Non è un caso che Angela Merkel sia andata a Sochi a incontrare ricevuta da un raggiante Putin con tanto di mazzo di fiori bianchi. A Berlino sanno perfettamente che la nascita di un nuovo asse con Mosca è l’incubo strategico di Washington da moltissimi anni. E le sanzioni Usa che hanno colpito il North Stream 2, unite alla guerra commerciale contro le aziende tedesche, hanno reso facile alla cancelliera ricucire i rapporti con Putin.

 North Stream 2, intelligence e Ucraina

Secondo la vice assistente del segretario Usa per l’Energia, Sandra Oudkirk, il gasdotto comporterebbe grossi rischi legati all’intelligence. Il gasdotto Nord Stream 2 consentirebbe a Mosca di collocare nuove tecnologie di ascolto e monitoraggio nei fondali del Mar Baltico. E ha fatto pressioni sui funzionari tedeschi affinché fermassero il progetto.

Un’accusa naturalmente respinta al mittente da parte della Russia. Ma che fa capire quanto siano profondi i problemi relativi a questo gasdotto, che può essere davvero il grande nodo del futuro dei rapporti tra Stati Uniti, Unione europea e Russia. 

Rapporti in cui rientra anche il nodo legato alla guerra in Ucraina e alle ormai pessime relazioni fra Mosca e Kiev. Molti Stati dell’Europa e gli Stati Uniti vogliono che il gas russo continui a passare attraverso l’Ucraina. E in particolare dall’America ritengono che il North Stream 2 di fatto eviti mantenimento della rotta del gas attraverso il territorio ucraino. Possibilità che si abbassano anche per via dell’annuncio di Putin di aumentare l’export di gas verso la Bielorussia come porta per l’Europa.

Le pressioni Usa sulla Danimarca e l’asse Uk-Polonia

Come si stanno muovendo i nemici del North Stream 2? Consolidando i legami con i Paesi titubanti o avversari della Russia. La Gran Bretagna, che teme la preponderanza del gas russo in Europa, sta costruendo le basi per una nuova alleanza con la Polonia. Lo scopo non è solo quello di formalizzare un asse anti-russo, ma anche quello di concordare una politica unitaria proprio sul fronte del gas.

Dall’altro lato, gli Stati Uniti stanno premendo sulla Danimarca affinché non autorizzi la messa in posa dei tubi nelle sue acque territoriali. La Gazprom ha già dichiarato di iniziare senza l’autorizzazione danese, spostando i tubi in acque internazionali. E per ora, da Copenaghen tutto tace.