Lunedì 11 novembre Vladimir Putin ha incontrato al Cairo Abdel Fattah al-Sisi per discutere della cooperazione economica, politica e strategica tra Russia ed Egitto. Il clima di collaborazione venutosi a creare tra i due Paesi negli ultimi anni ha favorito le discussioni tra i due leader, che vedono nella controparte un importante partner nella definizione degli assetti geopolitici del Medio Oriente.
Per Putin, la visita in Egitto rappresenta la seconda tappa di un’importante missione nella regione che, dopo il confronto con l’alleato Assad in Siria e il dialogo con al-Sisi, lo ha visto recarsi in Turchia per rilanciare la collaborazione con l’ex rivale Erdogan, in un contesto caratterizzato dalla continua crescita dell’influenza russa in Medio Oriente. Complementare alle recenti discussioni con il Presidente sudanese al-Bashir, inoltre, il dialogo con al-Sisi è risultato funzionale alla strategia di Putin di espandere l’influenza geopolitica della Russia anche all’asse del Mar Rosso, regione che ha nell’Egitto la sua “cerniera” col Medio Oriente.
Per l’Egitto di al-Sisi, invece, la Russia risulta allo stato attuale delle cose il principale punto di riferimento nella regione. Mosca va gradualmente sostituendosi a Washington quale catalizzatrice delle dinamiche regionali del Medio Oriente e, come spiegato da Carlo Pelanda, analista dell’Università Guglielmo Marconi, a Formiche.net, “Putin si dimostra un maestro della tattica, interloquendo simultaneamente con potenze rivali come Iran e Arabia Saudita, Egitto e Turchia, Israele e Siria, e ponendosi tra loro – spiega Pelanda – come honest broker”. Per Il Cairo, inoltre, la cooperazione con la Russia acquisisce valenza strategica per le grandi implicazioni prodotte in campo economico.
L’asse sul nucleare tra Egitto e Russia
Nel corso dei colloqui bilaterali, Putin e al-Sisi hanno rafforzato l’importante partnership economica tra Russia ed Egitto. In particolare, i due leader hanno concordato un accordo da circa 30 miliardi di dollari fondato sull’appalto ad aziende russe per la realizzazione della prima centrale nucleare egiziana, che contribuirà alla diversificazione energetica di un Paese che ha visto il suo fabbisogno raddoppiare nel corso degli ultimi 15 anni e toccare i 90 milioni di barili di petrolio equivalenti
Come riportato da Bloomberg, “Rosatom progetta di mettere in funzione il primo reattore nel sito di El Dabaa entro il 2026 […] Fornirà combustibile nucleare a tutti e quattro i reattori da 1.200 MW nel corso dell’intera vita operativa dell’impianto”.
La partnership sulle grandi opere come la centrale di El Dabaa ricorda la cooperazione tra Unione Sovietica ed Egitto per l’edificazione dell’imponente diga di Assuan negli Anni Sessanta e si inserisce in un quadro generale caratterizzato da relazioni economiche in crescita.
Tutti gli affari in ballo tra Russia ed Egitto
Alberto Negri ha scritto per Tiscali News che l’accordo sul nucleare rappresenta un impegno notevole per un Paese come la Russia e che esso si affianca a un ampio complesso di iniziative che hanno riportato i legami bilaterali ai picchi raggiunti ai tempi della presidenza di Nasser in Egitto.
Negri ha segnalato come la Russia rappresenti il principale fornitore d’armi del Paese nordafricano e come ai protocolli economici siano stati affiancati accordi importanti sotto il profilo securitario: “Russia ed Egitto hanno concordato di mettere insieme alcune basi d’aviazione, il che significa che jet di Mosca potranno sorvegliare i cieli dal Nordafrica al Golfo e al Mediterraneo orientale […] Le truppe speciali russe sono da mesi schierate nella base egiziana di Sidi Barrani ai confini con la Libia”, per supportare e controllare le forze del generale Haftar.
Tali dinamiche interessano da vicino anche il nostro Paese, dato che la Russia e l’Egitto potrebbero favorire la mediazione tra il governo di Roma e il generale Haftar, consentendo all’Italia di preservare gli interessi di Eni in Cirenaica. Tutto questo sulla scia di una cooperazione che vede l’Italia attore primario in un altro settore di cooperazione tra Russia ed Egitto. Il 9 ottobre scorso, infatti, Eni ha ceduto a Rosneft il 30% delle quote del giacimento super-giant di gas Zohr, al largo delle coste egiziane, considerato il più grande mai rinvenuto nel Mediterraneo.
Mosca e Il Cairo cooperano e collaborano su numerosi dossier: la visita di Putin ad al-Sisi non ha fatto altro che segnalare le grandi potenzialità di una relazione sempre più stretta destinata a sviluppare ulteriormente la dinamicità della presenza russa in Medio Oriente.