La cooperazione sulla lotta ai cambiamenti climatici può “ridefinire” i rapporti tra Stati Uniti e Cina, ormai da anni contrassegnati da tensioni e rivalitĂ . L’inviato statunitense per il clima, John Kerry, è volato a Pechino per portare questo messaggio a Wang Yi, direttore dell’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari Esteri del Partito Comunista Cinese.

“La mia speranza è che questo possa essere l’inizio di una nuova definizione di cooperazione e di capacitĂ  di risolvere le differenze tra noi”, ha detto Kerry a Wang durante un incontro nella Grande Sala del Popolo. Fuori, intanto, il termometro segna temperature record in entrambi i Paesi: 52,5 nella provincia cinese dello Xinjiang, 55 nella californiana Death Valley. “Le previsioni sono piĂą serie che mai”, ha proseguito l’ospite Usa rivolgendosi al premier Li Qang. “Noi speriamo davvero – ha continuato Kerry – che questo possa essere l’inizio, non solo di una conversazione tra voi e noi sul clima, ma anche di un cambiamento, in generale, nel nostro rapporto”.

Il ramoscello d’ulivo portato dall’inviato di Joe Biden sembrerebbe esser stato afferrato dalla controparte cinese. Almeno a giudicare dalla terminologia utilizzata dagli alti funzionari di Pechino. Wang ha infatti definito l’ospite d’onore un “un vecchio amico“, ricordando di “aver lavorato” con lui “per risolvere una serie di problemi” e che “c’è la necessitĂ  di una relazione Cina-Usa salutare, stabile e sostenibile”.

Il dossier climatico

Certo, il rischio è che la convergenza sino-americana sul clima possa concretizzarsi soltanto nella forma, ovvero nella volontà verbale di entrambi i Paesi di contribuire a risolvere i problemi climatici che rischiano di minacciare il pianeta, ma non nella sostanza.

L’inviato Usa per il clima ha in ogni caso subito rotto il ghiaccio, lo scorso lunedì, incontrando il suo omologo cinese, Xie Zhenhua. “Sulla base della mia esperienza so che se che ci lavoriamo possiamo un trovare di nuovo un percorso per risolvere queste sfide. Il mondo sta veramente guardando a noi per quella leadership, in particolare sulle questioni climatiche”, ha sottolineato Kerry.

Il South China Morning Post ha scritto che Stati Uniti e Cina spingono per riaprire i canali di comunicazione in seguito al gelo scaturito dopo la vicenda, risalente allo scorso gennaio, dei presunti palloni spia cinesi avvistati nei cieli statunitensi. Dal canto suo, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti è stato chiarissimo, affermando che la visita di quattro giorni di Kerry in Cina avrebbe avuto lo scopo di coinvolgere Pechino nell’affrontare la crisi climatica.

Ricordiamo che i colloqui sul clima tra le due maggiori economie del mondo – nonchĂ© i principali emettitori di gas serra del pianeta – erano stati sospesi lo scorso anno, quando Pechino aveva reagito con rabbia alla visita dell’allora presidente della Camera Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan.

Terreno comune

Il riscaldamento globale e le questioni climatiche sono tra le massime prioritĂ  del governo cinese, tanto che persino Xi Jinping in persona ha piĂą volte sottolineato la necessitĂ  di cooperazione tra Usa e Cina. A febbraio, il leader cinese aveva dichiarato alla leadership centrale del Partito comunista cinese che la Cina “dovrebbe espandere e approfondire la ricerca scientifica congiunta su questioni globali come il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la biosicurezza e l’utilizzo dello spazio”.

Se, dunque, il clima potrebbe essere il trait d’union ideale per rimettere sullo stesso binario Usa e Cina, lo scenario generale potrebbe tuttavia contribuire a vanificare questa occasione d’oro. GiĂ , perchĂ© mentre Kerry è a Pechino, a Washington l’amministrazione Biden sta lavorando per annunciare nuove misure restrittive, nello specifico per limitare, se non ridurre del tutto, gli investimenti statunitensi in Cina in settori scottanti per la sicurezza nazionale Usa, come l’intelligenza artificiale, la tecnologia aerospaziale e i semiconduttori.

Difficile ristabilire al 100% un rapporto diplomatico in un contesto del genere. Anche se, in realtĂ , l’amministrazione Biden punterebbe a conseguire due obiettivi diversi. Il primo: considerare il dossier climatico come una “questione critica a sĂ© stante”, e dunque alla stregua di un terreno di dialogo indipendente dallo stato delle relazioni geopolitiche sino-americane. Il secondo: mantenere aperte le linee di comunicazione con Pechino per evitare eventuali errori di calcolo.

Si sussurra, inoltre, che il governo ciense spererebbe che l’ex segretario di Stato Usa possa aiutare a ripristinare il rapporto tra i due Paesi usando la sua influenza politica a Washington. A differenza di Biden e di molti membri del suo gabinetto, infatti, Kerry – che ha contribuito a mediare lo storico accordo sul clima di Parigi durante la presidenza Barack Obama – è sempre stato ben visto in Cina.

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