A partire dagli anni Cinquanta, la relazione dell’India con l’Unione Sovietica prima e la Russia poi è stata caratterizzata da un alto livello di cooperazione e da un crescente affiatamento reciproco che ha portato a parlare di una vera e propria “amicizia” tra i due Paesi.
Russia e India si sono sempre sostenute vicendevolmente sulla base di una dinamica che ha resistito all’evoluzione della geopolitica mondiale e di una crescente intensificazione dei rapporti bilaterali in numerosi ambiti strategici: alla cooperazione in seno alle grandi organizzazioni internazionali, nel settore della difesa, nello sviluppo dell’energia nucleare civile, della lotta al terrorismo e nell’esplorazione spaziale si è aggiunta, sulla scia dell’ascesa economica di Nuova Delhi, una forte partnership commerciale che ha portato Vladimir Putin e Narendra Modi a prospettare come raggiungibile un interscambio bilaterale da 30 miliardi di dollari annui entro il 2025.
A partire dal 2017, importanti accordi economici come l’acquisto delle raffinerie di Essar Oil da parte del gigante russo Rosneft e l’incremento dell’export militare russo all’esercito indiano, che acquista dal Cremlino il 68% dei suoi armamenti, si sono tuttavia sovrapposti ai primi sintomi di quelle che potrebbero essere vere e proprie crepe nella “relazione speciale” tra Russia e India.
La relazione tra Russia e India alla prova della geopolitica
L’asse Mosca-Nuova Delhi ha tenuto a lungo dimostrando un’elevata resilienza, ma negli ultimi anni è stato sottoposto alla prova dell’evoluzione degli scenari geopolitici e strategici dell’Eurasia, sulla scia dell’ascesa della Cina a grande potenza globale. Come spiega Rajesh Soami su The Diplomat, l’ascesa della Cina e lo sviluppo della Belt and Road Initiative hanno vincolato sempre di più Mosca a Pechino, rafforzando un’alleanza decisamente diseguale stanti i rapporti di forza economici e politici tra i due Paesi.
Al tempo stesso, come spiega Dmitriy Frolovskiy su The Diplomat, la Cina è stata percepita dall’India come principale rivale geopolitico. “Le due nazioni hanno aspre contese di confine, come testimoniato dal recente confronto sull’altopiano del Doklam nel territorio conteso tra Cina e Bhutan. Cina e India competono inoltre per l’influenza nella regione dell’Asia-Pacifico e nell’Oceano Indiano. Visto che il PIL cinese supera di quattro volte quello indiano e le sue spese militari sono tre volte superiori, lo squilibrio di forze ha spinto Nuova Delhi a cercare alleati per controbilanciare il suo potente vicino”, forte anche di relazioni cordiali e attive con il Pakistan, nemico numero uno dell’India.
In questo quadro, l’India ha sviluppato un asse con gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia volto formalmente a controbilanciare l’influenza cinese ma, sul piano concreto, ostile anche al congiungimento geostrategico tra la Repubblica Popolare e la Russia sulle rotte della “Nuova Via della Seta”. Dal nuovo paradigma geopolitico, la relazione tra Russia e India è uscita sicuramente indebolita: nonostante Mosca abbia tentato di rilanciare le sue mosse per fungere da ago della bilancia tra Cina e India, gli ultimi sviluppi sembrano suggerire che in futuro la grande amicizia tra Russia e India sarà destinata a ridimensionarsi.
Pakistan e armi: gli oggetti del contendere nei primi screzi tra Russia e India
Rajesh Soami ha citato su The Diplomat due episodi recenti che hanno segnalato dei primi contenziosi tra Russia e India, denotanti divergenze tra i rispettivi interessi nazionali. Il primo è legato al riavvicinamento russo-pakistano, sancito dalla visita del Ministro degli Esteri di Islamabad Khawaja Asif all’omologo Sergei Lavrov tra il 20 e il 24 febbraio. Lavrov ha segnalato il sostegno di Mosca agli sforzi antiterrorismo del Pakistan e annunciato esercitazioni militari congiunte tra i due Paesi.
Tutto questo a pochi giorni dalle esplosive dichiarazioni di Jumma Marri Baloch, leader della guerriglia del Balochistan in esilio a Mosca da 18 anni, che ha accusato l’India di strumentalizzare la causa della rivolta nel sud del Pakistan in un’intervista ai mezzi di comunicazione russi, creando non poco imbarazzo a Nuova Delhi.
Un ulteriore contenzioso è stato legato al progressivo naufragio del programma congiunto tra le aviazioni di Russia e India per lo sviluppo di un moderno caccia di quinta generazione: la Indian Air Force (IAF) ha richiesto alla Lockheed Martin informazioni sulle possibilità di ricevere in futuro una partita di F-35, portando la controparte russa a spazientirsi e a prospettare, in futuro, un ribaltamento del programma a favore di Islamabad.
Lunga e duratura, la relazione tra Russia e India non naufragherà certamente dall’oggi al domani: tuttavia, nell’epoca delle alleanze a geometria variabile, la liquidità delle relazioni internazionali è fatto conclamato e concreto, e nemmeno Mosca e Nuova Delhi si possono sottrarre a questa logica. Risulta quindi realistico prospettare un futuro in cui la relazione tra Russia e India si manterrà attiva, ma verrà animata non solo da una collaborazione incondizionata ma anche da possibili contenziosi legati alla crescente complessità dello scacchiere geopolitico dell’Eurasia e dell’Indo-Pacifico.