Il presidente francese Emmanuel Macron presenterà oggi il suo progetto di legge sull’immigrazione.

Il testo controverso è attaccato da entrambe le parti: i conservatori lo ritengono troppo soft mentre la sinistra, invece, lo critica definendolo troppo repressivo. Il dibattito in Parlamento si preannuncia burrascoso.

Secondo alcuni media francesi, con il suo disegno legge il Capo di Stato transalpino vorrebbe portare a termine un colpo di stato politico in vista delle elezioni del 2022, illudendo la destra di poter avere allo stesso tempo illiberismo economico da una parte e il pugno duro sull’immigrazione dall’altra.

Come riportaLe Figaro, questa teoria – ventilata in particolare dal ministro dell’Interno francese, Gérard Collomb, – ha tutto il sapore dell’inganno. Leggendo il progetto di legge, infatti, sono tanti i punti “a favore” dei migranti.

Per esempio, nella bozza pubblicata sul web dal governo si prevede un aumento della durata dei permessi di soggiorno rilasciati ai beneficiari di protezione sussidiaria, ovvero quelle persone che rischiano di essere in pericolo nei loro Paesi d’origine. Inoltre, i membri di una famiglia di rifugiati con a carico un minore avranno la possibilità di ottenere facilmente un permesso di soggiorno con una durata di 10 anni. Prevista anche la creazione di un passaporto sanitario per tutti gli stranieri che potrà essere utilizzato negli ospedali. 

Prevista anche l’estensione del beneficio del ricongiungimento familiare non solo agli ascendenti diretti di primo grado, ma anche ai fratelli e alle sorelle. Sarà possibile, poi, considerare la domanda di asilo presentata da uno straniero accompagnato dai figli minori come presentata anche ai bambini. Il disegno prevede inoltre l’introduzione di una norma che stabilisca che tutti i richiedenti asilo devono essere informati di poter richiedere un permesso di soggiorno su un’altra base durante il trattamento della loro domanda.
Macron sta usando quindi una sorta di trompe-l’oeil: da una parte dice che i rimpatri dei migranti economici saranno più veloci, dall’altra promette di garantire l’asilo più velocemente. E questo proprio dopo che l’anno scorso la Francia ha registrato un record di 100mila richiesta d’asilo.

Per quanto riguarda le disposizioni definite più “repressive” dalla gauche francese troviamo: la riduzione del tempo necessario per elaborare le domande di asilo; la possibilità di rifiutare o revocare lo status di rifugiato in caso di condanna per reati gravi (terrorismo) in altri paesi dell’Ue; l’aumento da 16 a 24 ore della durata del fermo amministrativo durante la verifica del diritto di soggiorno; la possibilità di ricorrere agli arresti domiciliari durante il periodo di partenza volontaria; aumento della durata massima della detenzione amministrativa, da 45 a 90 giorni e il rafforzamento delle disposizioni relative al riconoscimento fraudolento della paternità.
Secondo un alto funzionario francese che ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni al quotidiano francese rimanendo anonimo, “queste misure non avrebbero nessun effetto diretto né sui flussi d’entrata né su quelli d’uscita”.

Il disegno di legge oppone quindi un silenzio religioso al vero problema di questi anni, ovvero l’impennata di permessi di soggiorno concessi. Tra il 2000 e il 2016 sono stati oltre 3,2 milioni i permessi di soggiorno concessi a stranieri proveniente da Paesi al di fuori dell’Unione europea (una media di 200mila nuove voci all’anno). Nel 2017 si è battuto ogni record con un totale di 262mila titoli di residenza (dato che non comprende gli stranieri minori e gli immigrati illegali). Inoltre, la stragrande maggioranza degli obblighi a rimpatriare non viene eseguita. E tutto questo in una Francia ancora ancora scossa dagli attacchi terroristici degli anni scorsi. Scrive Le Figaro: “Nel 2017 sono stati solo 13mila gli stranieri rimpatriati, una cifra che va confrontata con i 70mila richiedenti asilo nello stesso anno che non sono riusciti ad ottenere il titolo”. 

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