Come ampiamente previsto, e senza troppe sorprese, la Camera degli Stati Uniti a maggioranza dem ha approvato l’impeachment, al termine di un dibattito durato otto ore sui due capi d’accusa mossi al presidente dai suoi avversari: abuso di potere e ostruzione del Congresso. “Il presidente Trump – osservano i democratici – ha realizzato il peggior incubo dei nostri padri fondatori”. The Donald è accusato dai dem di aver fatto pressioni all’omologo ucraino Volodymyr Zelensky chiedendo a quest’ultimo di mettere sotto inchiesta l’ex vicepresidente Joe Biden e il figlio Hunter per i suoi controversi affari in Ucraina in cambio di aiuti militari.

Trump è è il terzo presidente dopo Andrew Johnson, nel 1868, e Bill Clinton, nel 1998, a essere messo in stato di accusa (Richard Nixon si dimise il 9 agosto 1974, per anticipare l’imminente impeachment in seguito allo scandalo Watergate). Come ricorda l’Agi, con l’approvazione dell’impeachment da parte della Camera dei rappresentanti si è aperta la seconda e ultima fase della procedura di messa in stato d’accusa del presidente: la discussione al Senato, dove a gennaio si aprirà un nuovo processo con la possibile chiamata di testimoni, come ha fatto intendere lo stesso Trump. Al Senato, tuttavia, dove servirebbe una maggioranza di due terzi per cacciare Trump, sono in maggioranza i repubblicani: 53 a 47. Il Gop ha già definito la sua strategia: vuole un processo veloce, della durata di un paio di settimane, per evitare che lo show sull’impeachment si protragga troppo a lungo.

Sondaggi flop per i democratici

Ci sono due bruttissime notizie per i democratici. La prima, fondamentale: non sono riusciti a “spaccare” il Gop come forse credevano inizialmente, che, al contrario, si è “stretto” ancor di più attorno al presidente Trump. E, considerando che al Senato serve un’ampia maggioranza per incriminare il tycoon, l’inchiesta di impeachment rischia di rivelarsi nella migliore delle ipotesi completamente inutile e nella peggiore persino controproducente per le elezioni presidenziali del 2020. Perché l’altra brutta notizia per il Partito democratico riguarda i sondaggi pubblicati in questi ultimi giorni. L’ultimo sondaggio pubblicato da Gallup indica che il 51% degli americani si oppone all’impeachment del presidente americano.

Lo stesso sondaggio, condotto tra il 2 e il 15 dicembre, indica che il livello di approvazione del tycoon è aumentato negli ultimi due mesi, dal 39% in ottobre al 45% attuale. I sondaggi della Quinnipiac University, Gallup, Pbs e Usa Today indicano tutti una maggioranza di elettori indipendenti contrari all’accusa e alla rimozione del presidente dalla carica. I sondaggi di Fox News e Cnn mostrano, invece, che gli indipendenti sono equamente divisi tra favorevoli e contrari. In ogni caso, in nessuno dei sondaggi pubblicati nelle ultime settimane, c’è un largo e ampio consenso a favore dell’impeachment.

Trump risponde dal Michigan (in un bagno di folla)

Trump ha deciso di rispondere in diretta ai risultati del voto sull’impeachment alla Camera dei rappresentanti durante un comizio di due ore con i sostenitori del Michigan, dal cuore industriale dell’America operaia, dove nel 2016 ha prevalso di appena 10 mila voti, e dove potrebbe vincere di nuovo: la disoccupazione è ai minimi storici e l’occupazione manifatturiera è ben al di sopra dei livelli del 2016. Sono queste le armi su cui punterà The Donald per battere i dem: economia e lavoro.

“Questo è il primo impeachment dove non c’è alcun crimine” ha dichiarato Donald Trump davanti ai suoi sostenitori a Battle Creek, poco dopo aver appreso l’esito del voto alla Camera. “Non so voi, ma mi sto divertendo, è pazzesco”, ha rimarcato Trump sottolineando che il partito repubblicano “non ha perso nemmeno un voto per strada” e “tre democratici sono passati dalla nostra parte”. “Non sono preoccupato perché non ho fatto nulla di male. So soltanto una cosa: gli americani si presenteranno a milioni alle urne per cacciare Nancy Pelosi” ha rimarcato il Presidente Usa mentre la folla del Michigan lo osannava.