“Noi siamo l’Ue”: così dicono tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea. Tuttavia, gli euroscettici britannici vedono l’Ue come “Bruxelles”, come qualcosa da combattere, come fece Enrico V nella battaglia di Azincourt. Per i suoi sostenitori, l’Ue si fonda sull’unità e sul trattare equamente tutti i membri. Sembra che il Regno Unito abbia ora intenzione di lasciare il club. L’ostacolo nelle prolungate negoziazioni per la Brexit è il confine irlandese insieme alla sua misura di sicurezza, il Backstop irlandese.

I pro-Brexit ritenevano che il Regno Unito potesse liberarsi dalle catene dell’Ue ed entrare in un mondo di libero commercio senza alcun limite. Non ci sarebbe più stato bisogno di sciocche leggi europee, regolamentazioni e scartoffie. Il commercio sarebbe stato semplice, e la Gran Bretagna si sarebbe arricchita. Non hanno mai pensato però al confine irlandese, quella divisione lunga 499 chilometri tra la britannica Irlanda del Nord e la Repubblica Irlandese. Un confine controverso, uno scenario di violenze e mattanze sin da quando fu stabilito e riconosciuto a livello internazionale nel 1922. L’accordo del Venerdì Santo (“Good Friday Agreement”) eliminò i duri controlli di sicurezza al confine, i soldati armati e le barriere di cemento. L’accordo del 1998 è uno dei massimi successi di cooperazione Ue e combacia perfettamente con gli ideali di libero commercio, apertura delle frontiere ed eguale supporto per tutti i membri. Uno dei suoi principi fondamentali è di tenere aperto il confine irlandese, per non tornare mai più a quei giorni in cui era tenuto solidamente chiuso sull’isola d’Irlanda.

Con la Brexit, tutto cambia. Quello geografico tra nord e sud dell’Irlanda rimane di fatto l’unico confine terrestre tra il Regno Unito e l’Europa. In circostanze normali, non si tratterebbe di un problema. I Paesi organizzerebbero dei checkpoint per monitorare il commercio e lo spostamento di persone, con barriere e controlli di sicurezza. Ciò non può accadere in Irlanda, dove si sta invece dividendo una nazione: la chiusura del confine irlandese riaprirebbe vecchie ferite.

Ogni volta che il Regno Unito e l’Unione europea si avvicinano ad un accordo di divorzio, il confine irlandese è il punto di rottura. Theresa May si impegna a garantire una frontiera aperta tra la Repubblica ed il Regno Unito, così come fanno Michel Barnier e Donald Tusk. Tuttavia, il Regno Unito non può uscire dall’Ue senza chiudere i propri confini terrestri con l’Irlanda. L’Ue non può lasciare la porta aperta ad un non-membro e avere merci, servizi, persone e animali che viaggiano dentro e fuori dall’Unione senza controlli. Il Regno Unito vuole chiudere le proprie frontiere – riprendere il controllo, come intendono i pro-Brexit – ma al tempo stesso è consapevole di essere vincolato ad un confine aperto con la Repubblica d’Irlanda. Qual è la soluzione e come farà ciascuna delle due parti a trovare una via d’uscita?

Il Backstop irlandese è una misura temporanea. Dichiara brevemente che tutte le parti concordano sul fatto che non debba esserci un confine rigido sull’isola d’Irlanda. Non ci dovrà mai essere un ritorno ai tempi bui dei soldati, del filo spinato e dei controlli ai passaporti. L’Ue dichiara che ciò non è negoziabile; nel caso di una hard Brexit, il Regno Unito se ne andrà senza alcun accordo ed il Backstop irlandese verrà innescato, lasciando le frontiere aperte esclusivamente per l’Unione Europea. L’unico modo in cui ciò può accadere è se il Regno Unito rimanesse nell’unione doganale dell’Ue, un’opzione nemmeno considerabile secondo i sostenitori della Brexit.

Nel bene o nel male, il Regno Unito ha votato di andarsene, e Theresa May ha giurato di sostenere la decisione. La Repubblica d’Irlanda è un membro dell’Ue e un fermo sostenitore dell’Unione, che a sua volta sta appoggiando un proprio membro e sta mettendo l’interesse dell’Irlanda al primo posto durante le negoziazioni con la sesta economia più grande al mondo. L’Ue vuole farsi garante dell’accordo del Venerdì Santo e, in quanto tale, sta adempiendo ai propri doveri. Senza solidarietà, l’Unione europea andrebbe a pezzi: sebbene a volte sia stato difficile, ora sta supportando uno dei propri membri nel momento del bisogno. Sostenere pienamente tutti i Paesi in maniera eguale è infatti la chiave del progetto dell’Ue, e finora quest’ultima si è attenuta a questo valore.

Può darsi che i pro-Brexit detestino il Backstop irlandese. Gli Stati Uniti hanno dichiarato il loro impegno, all’Europa e a tutto il resto del mondo: non è negoziabile. L’Ue sopravviverà alla Brexit, ma affrontarla nel modo errato potrebbe mettere in pericolo l’Unione. I conservatori euroscettici devono dunque prendere il toro per le corna e mantenere tranquillo il confine irlandese, in quanto il sostegno al Backstop è di vitale importanza per il progetto dell’Unione europea.

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