Politica /

Nonostante tutta l’incertezza che la Brexit ha causato negli ultimi tre anni, ci sono molte ragioni per cui rimane ancora la scelta migliore per il Regno Unito.

Il 23 giugno 2016, il 52 per cento degli elettori che hanno partecipato al Referendum sull’UE ha votato a favore dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE. Questa votazione ha ribaltato la decisione del referendum del 1975 in base al quale il 67 per cento degli elettori aveva deciso che il Regno Unito avrebbe dovuto rimanere membro della Comunità Economica Europea, il predecessore dell’UE. Sebbene sia stato un processo tumultuoso dal giugno 2016, il Regno Unito finalmente lascerà l’UE il 31 gennaio 2020 e inizieranno i negoziati per un accordo di libero scambio tra Bruxelles e Londra.

Per molti di coloro che hanno votato per rimanere nel blocco, è triste e confuso il motivo per cui i britannici si sono stancati dell’UE 41 anni dopo aver votato di rimanere nel mercato comune. Eppure ci sono molte ragioni per cui, indipendentemente da tutta l’incertezza che la Brexit ha causato negli ultimi tre anni e mezzo, rimane la scelta migliore per il futuro della Gran Bretagna.

Un vantaggio che la Brexit porta a questo paese è che la Gran Bretagna sarà in grado di rivendicare la sua sovranità. La campagna durante il referendum del 1975 sosteneva che il Regno Unito avrebbe mantenuto avuto un primo veto ministeriale su molte delle grandi decisioni che la CEE prendeva ha preso. Questo impegno non si è rivelato corrispondente al vero. Negli ultimi vent’anni, circa il 62 per cento delle leggi britanniche ha avuto origine dall’UE.

L’uscita dall’UE consente a questo paese di riprendere il controllo della sua zona di pesca di 200 miglia, una volta al di fuori della Common Fisheries Policy (la politica comune della pesca), anche se un accordo commerciale con altri paesi dediti alla pesca potrebbe richiedere l’approvazione dell’accesso su una base quid pro quo.

Gli agricoltori perderebbero le sovvenzioni provenienti dalla Politica Agricola Comune (PAC), ma essi  sarebbero sostituiti da un equivalente britannico. La PAC è stata un elemento di attrito per i governi britannici fin dagli anni della Thatcher, quando l’allora primo ministro riuscì a reclamare 720 milioni di sterline di contributi dal bilancio alla CEE.

In ogni caso, i governi britannici sarebbero in grado di sviluppare una propria politica sulle colture geneticamente modificate.

Un altro vantaggio che la Brexit porta a questo paese è che porrebbe fine alla giurisdizione della Corte di Giustizia Europea (ECJ) sul Regno Unito. Secondo il Daily Telegraph, il trattato di Lisbona consente alla Corte di Giustizia la possibilità di pronunciarsi su circa 135 misure in ambito di giustizia penale.

Una volta che la Gran Bretagna lascerà il blocco, avrà ha la possibilità di rinunciare a tutte le 135 misure, e poi di riattivarle riattivare caso per caso sulla base di ciò che Dominic Raab ha chiamato “cooperazione, non controllo”. Ciò fornirà al Regno Unito maggiore voce in capitolo su settori quali la conservazione dei dati ISP per motivi di sicurezza, in cui le considerazioni sulla sicurezza nazionale britannica sono attualmente in conflitto con le leggi dell’UE.

La principale restrizione alla capacità del Regno Unito di commerciare a livello globale è costituita dalla tariffa esterna comune dell’UE che vieta a qualsiasi Stato membro dell’UE di crearsi i propri accordi commerciali. Il paese non dovrà più rispettare questa legge dopo la Brexit.

CapX sostiene che la Gran Bretagna ha l’opportunità di diventare un hub commerciale globale tra nazioni che non hanno un accordo di libero scambio tra loro, ad esempio l’UE e gli Stati Uniti. Ciò consentirebbe al settore dei servizi del Regno Unito di operare un surplus commerciale nell’esportazione di servizi, in quanto esso è già il secondo maggiore esportatore mondiale di servizi dopo gli Stati Uniti.

Il governo ha già firmato 20 accordi commerciali di continuità che contribuiscono all’11 per cento all’economia britannica. Con paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti che cercano disperatamente di stringere accordi commerciali con una Gran Bretagna post-Brexit, l’opportunità di commerciare con il resto del mondo è la più grande che sia stata per lungo tempo.

Fraser Nelson, dello “Spectator”, ha sempre sostenuto che l’UE impedisca al Regno Unito di abbracciare la globalizzazione, e che non ha senso lasciare il blocco, se i governi successivi non approfittano delle opportunità offerte dalla Brexit. Ci sono molti vantaggi nell’andarsene ed è tempo che l’attuale governo britannico se ne renda conto.