Da Houston a Chengdu, passando per San Francisco. La nuova guerra dei consolati scoppiata tra Stati Uniti e Cina non conosce frontiere e rischia ora di coinvolgere ogni sede diplomatica delle due superpotenze globali. Adesso i riflettori delle autorità americane sono puntate sul consolato cinese di San Francisco, situato al 1450 di Laguna Street. Qui, secondo gli inquirenti statunitensi, si starebbe nascondendo una ricercatrice cinese accusata di possedere un visto falso e di nascondere i suoi legami con l’Esercito popolare di liberazione cinese.
Mentre martedì scorso il Dipartimento di Stato americano recapitava l’ordine di chiusura del consolato cinese di Houston, in Texas, motivato dalla necessità di proteggere la proprietà intellettuale Usa e i dati dei cittadini, a San Francisco, si stava aprendo un nuovo fronte di tensioni. In California, Stato che può vantare un pil di 2.700 miliardi di dollari, è partita la caccia alle spie cinesi.
Il dipartimento di Giustizia americano ha incriminato quattro persone con cittadinanza cinese, accusate di aver nascosto i propri legami con Pechino. Tre sono state arrestate. La quarta risponde al nome di Tang Juan, ed è la ricercatrice che avrebbe trovato rifugio presso il consolato cinese di San Francisco. La questione rientra in un quadro molto più complesso.
Spie cinesi a San Francisco
Negli Stati Uniti è infatti in corso una vera e propria caccia alle spie cinesi. I primi ravvisagli del nuovo clima da guerra fredda sono apparsi in tutta la loro evidenza a giugno. A farne le spese il dottor Xin Wang, studioso di malattie cardiovascolari catturato all’aeroporto di Los Angeles poco prima che lasciasse il Paese.
Il signor Wang, secondo l’accusa, avrebbe copiato segreti scientifici, forse legati a un vaccino contro il coronavirus. Non solo: l’uomo deve rispondere di frode sui visti. Nel 2018 aveva infatti scritto nella domanda di visto che lo scopo della sua visita in Usa era da ricondurre a ricerche scientifiche da svolgere presso l’Università della California di San Francisco (UCSF). L’Fb ha poi scoperto che Wang faceva parte dell’esercito cinese.
Gli altri soggetti fermati dagli agenti Usa sono Chen Song e Kaika Zhao. Song, arrestato per frode sui visti, lavorava alla Stanford University dal 2018, dove conduceva ricerche neurologiche; sul conto di Zhao non sono invece state fornite notizie di sorta, se non che avrebbe nascosto il fatto di essere un militare.
La ricercatrice Tang Juan
La dottoressa Tang Juan, esperta nel campo dei tumori, era arrivata all’aeroporto di San Francisco lo scorso 27 dicembre. Aveva subito trovato un posto di lavoro come ricercatrice presso la prestigiosa Università della California, e quindi un visto di lavoro. Le autorità hanno sospettato che fosse una spia al servizio di Pechino, anche se nella richiesta d’ingresso negli Stati Uniti la donna aveva esplicitamente scritto di non aver rapporti con l’esercito cinese.
Il 20 giugno alcuni agenti americani hanno interrogato la biologa, sequestrandole il passaporto e facendole domande sul suo passato. Miss Tang ha confermato di essere una ricercatrice, ma gli 007 Usa le hanno mostrato una foto particolare. Tang appariva con addosso la divisa delle forze armate cinesi. La donna ha spiegato che quelle foto erano state scattate quando era solo una studentessa dell’Università medica militare: niente di più. Dopo una settimana da quella chiacchierata, la procura Usa l’ha incriminata. Da quel momento nessuno è più riuscito a rintracciarla. L’Fbi sostiene che Tang si sia rifugiata nel consolato cinese di San Francisco.
Un consolato chiave
La Cina, oltre al consolato di Houston e quello di San Francisco, può contare sulle sedi diplomatiche di New York, Chicago e Los Angeles. La “base operativa” cinese della California è particolarmente importante vista la sua locazione, a due passi dalla Silicon Valley, paradiso di ogni novità tecnologica e delle più importanti compagnie del settore. Grazie al consolato operativo a “Frisco”, i diplomatici cinesi sono infatti in grado di gestire le attività in questa ricchissima area per conto del proprio governo.
Il dipartimento di Giustizia ritiene che sia in corso una campagna sponsorizzata dal governo cinese per rubare informazioni su ricerca e sviluppo delle università statunitensi. A proposito di accademie e università, San Francisco, e più in generale tutta la California, ospita dei centri di primissima eccellenza. Dulcis in fundo, per sottolineare la profondità delle radici cinesi in questo Stato, a San Francisco sorge la Chinatown più grande al di fuori dell’Asia, nonché la più antica degli Stati Uniti. Nel caso in cui Washington decidesse di chiudere anche il consolato cinese di San Francisco, la Cina perderebbe un’altra sede rilevante.