Il presidente Joe Biden lo ripete da prima dell’insediamento: la sua intenzione è riunificare gli Stati Uniti, dopo gli scossoni promossi dal trumpismo, che nella interpretazione dei Dem è stato davvero molto divisivo. Le volontà politiche, però, devono sempre fare i conti con la realtà. Esistono temi d’attualità su cui le persone la pensano in maniera diametralmente opposta. Le questioni bioetiche sono tra queste. Ne sanno qualcosa tanto i tradizionalisti, che cercano di fermare sul nascere l’avanzata dei “nuovi diritti”. quanto i progressisti, che tentano di far evolvere la società secondo i loro dettami. Sono battaglie culturali ed epocali, e sembra impossibile pacificare il clima.
Anche la gerarchia ecclesiastica è divisa. La frattura non riguarda solo la base dei cattolici e più in generale dei cristiani. Le politiche di Donald Trump hanno segnato l’immaginario dei cattolici americani. Dalle scelte pro life alla nomina di giudici conservatori: l’ex presidente è stato percepito come un campione del tradizionalismo. E ora ci si attende che i cattolici reagiscano eccome, magari anche con delle mobilitazioni, al cambio di rotta che in modo inevitabile contraddistinguerà la presidenza di Joe Biden. Si pensi, ancora, alla cosiddetta ideologia gender e ai possibili sviluppi legislativi in materia: come reagirà la base cattolica?
Al netto di quello che accade in Vaticano, nel mondo i cattolici sono un avamposto critico. Un emisfero, fatto da milioni di persone, che contrastano con mezzi leciti quello che ritengono costituire un attacco alla natura binaria dei sessi, dunque alla identità. Joe Biden agirà in un terreno minato dalla portata delle questioni, mentre Donald Trump – possiamo immaginarlo – continuerà ad insistere sulla sua visione, accarezzando nei cattolici il sogno di un insperato ritorno. La polarizzazione non svanirà.
Gli stessi ecclesiastici americani, del resto, risultano divisi. Dipende dal tipo di accento che un sacerdote, un vescovo o un cardinale decide di porre. Chi pensa che le situazioni sociali abbiano priorità rispetto ai temi culturali, guarderà magari con favore a Joe Biden, ma chi, sulla scia di Joseph Ratzinger, pensa che la Chiesa cattolica debba occuparsi più di valori che di migranti, continuerà a schierarsi, per così dire, dalle parti dell’ex inquilino della Casa Bianca o comunque delle sue idee. Proviamo a presentare un caso di specie relativo alle visioni preferite dai vari consacrati.
Il cardinale Raymond Leo Burke, americano e conservatore, è contrario alla concessione dell’eucaristia per quelle persone che si dicono cattoliche, ma che sono favorevoli all’aborto. Tra queste, c’è anche il neo presidente degli States. Subito dopo l’esito elettorale, l’episcopato a stelle e strisce si è riunito per comprendere quanti e quali canali di dialogo potessero essere aperti con la Casa Bianca, considerate le posizione in bioetica di Biden. L’aria non è positiva.
Da Roma è tuttavia arrivato più di un segnale di distensione: il Papa ha creato cardinale l’arcivescovo di Washington, Wilton Gregory, che si è opposto a Trump nel corso del mandato, ha ribadito più volte la necessità di garantire ai migranti un diritto all’accoglienza e così via. Gregory ha fatto parte della opposizione cattolica al trumpismo. Un movimento abbastanza ampio, ma frequentato per lo più da consacrati. I fedeli, al contrario, hanno sodalizzato con il tycoon, creando uno scollamento tra la linea delle sagrestie e quella delle piazze. Bergoglio sembra voler costruire un dialogo proficuo con Joe Biden, ma rischia di dover ragionare con un personaggio inviso a tanti fedeli. Come reagirà l’opinione pubblica alla rinnovata dialettica tra Casa Bianca e Santa Sede?
Sono tutte vicende di contorno, che devono tenere conto di quanto stia cambiando nel mondo in termini culturali e di quanto centrale sia il confronto che si gioca attorno alla materia bioetica, dove però gli spazi per una sintesi sembrano non esistere. Si può essere favorevoli o contrari alle unioni civili, mentre è difficile individuare una posizione mediana su questo ed altri focus legislativi. Per tutti questi motivi, l’intenzione di Biden di pacificare gli animi rischia seriamente di rimanere solo tale.