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Difficile prevedere cosa accadrà al presidente Donald Trump e se il «Russiagate» lo porterà verso l’impeachment. Sta di fatto che la messa in stato d”accusa è un’ipotesi che prende sempre più piede con il passare delle ore. Sulla testa di The Donald pesa, in particolare, l’accusa trapelata dal New York Times: secondo una fonte citata dal quotidiano, infatti, il presidente chiese all’allora il direttore dell’Fbi James Comey di porre fine all’indagine sui legami tra l’ex consigliere di sicurezza nazionale della Casa Bianca Michael Flynn e la Russia. La Casa Bianca smentisce, ma il clima è rovente.Nel frattempo, negli ambienti di Washington c’è già chi pensa al suo naturale successore: l’attuale vice presidente Mike Pence. Molto apprezzato dall’ala conservatrice del partito repubblicano ma anche dai liberal che mai hanno digerito Trump – e Steve Bannon – Pence è la figura che piace all’establishment e allo Stato profondo – la controparte posata e «presentabile», antitetica a quella spigolosa e sorniona di Trump.Trump a rischio«Se ciò che il New York Times riporta è vero, allora Pence sarà il prossimo presidente» – ha dichiarato a Politico un parlamentare repubblicano che vuole mantenere l’anonimato. «E’ proprio come Nixon. Non è tanto la vicenda in sé, quanto il suo insabbiamento». «I repubblicani – osservano Matthew Nussbaum e Theodoric Meyes su Politico – sono stanchi di difendere Trump e sono allarmati dalla sua condotta. Inoltre, alcuni conservatori credono che Pence rappresenti un’ottima alternativa in questo momento, a maggior ragione dopo che il Dipartimento di Giustizia ha deciso di indagare impiegando un procuratore speciale sulle vicende dell’Fbi e dei rapporti con la Russia.Che molti conservatori apprezzino Pence, tuttavia, non è una novità. Da Capitol Hill a K Street, è noto che molti repubblicani preferirebbero Pence a Trump nello studio Ovale. E’ forse il segreto peggio custodito di Washington. I lobbisti d’area repubblicana vedono in Pence una fonte di stabilità in una Casa Bianca altrimenti tumultuosa».Mike Pence fonda il suo comitatoNelle scorse ore, il vice presidente Pence, con una tempistica alquanto sospetta, ha fondato un nuovo comitato elettorale di raccolta fondi, un Political action committee (PAC) denominato Great America Committee. Operazione insolita per un vice presidente in carica, che solitamente si affida al Comitato nazionale repubblicano. Un portavoce del partito ha confermato a Politico l’esistenza del nuovo comitato, che sarà guidato da Marty Obst e Nick Ayers, due ex collaboratori nella campagna elettorale Pence e stretti confidenti del vice presidente.“Non è stato Trump a licenziare Comey”Ma al netto di cosa accadrà nel prossimo futuro, quali sono le reali responsabilità politiche di Trump? Ha davvero commesso un errore clamoroso? Interessante l’analisi del professor Michel Chossudovsky pubblicata su Global Research: «La volontà di licenziare Comey non è arrivata dalla Casa Bianca. Si tratta di un’iniziativa del procuratore generale americano Jeff Sessions e del vice procuratore generale Rod Rosenstein, i quali hanno preparato un memorandum di tre pagine dove hanno criticato James Comey per la sua gestione dell’indagine sulle e-mail di Hillary Clinton. L’ufficio del procuratore generale ha agito in maniera evidente contro la Casa Bianca. La campagna propagandistica ha contribuito abbastanza deliberatamente a scatenare divisioni personali tra Trump e Comey» – sostiene il professore emerito di economia all’Università di Ottawa.L’obiettivo? Colpire TrumpSecondo Chossudovsky, si è trattata di una mossa per danneggiare direttamente Trump: «Il licenziamento di Comey aveva lo scopo di indebolire il presidente e dare respiro alla campagna diffamatoria contro di lui. Il tentativo di equiparare Richard Nixon a Donald Trump è strumentale perché non è stato Trump a volere il licenziamento di James Comey. Inoltre, la presunta collusione tra Mosca e Trump è totalmente falsa. Questo caso non può essere ragionevolmente confrontato con l’indagine Watergate, che Nixon tentò di insabbiare». Come andrà a finire, è ora difficile a dirsi. Ma Trump rischia clamorosamente di finire nell’angolo e gli Stati Uniti potrebbero presto avere un nuovo presidente. E Mike Pence sembra essere pronto a sostituirlo.

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