La Cina si schiera contro l’ipotetico intervento militare occidentale in Siria ed esorta il presidente Usa Donald Trump e l’occidente ad agire con prudenza. Il portavoce del ministro degli esteri di Pechino, Geng Shuang, come riporta Newsweek, ha riferito ai giornalisti che il suo governo è “dispiaciuto” del fatto che le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riguardanti il presunto attacco chimico di Douma, non siano passate. Shuang ha sottolineato tuttavia che “l’urgenza ora è quella di condurre un’indagine completa, equa e obiettiva sul sospetto attacco di armi chimiche in Siria, al fine di accertare la verità”. La Cina, infatti, vuole la che questione si risolva attraverso la diplomazia, senza violare la sovranità di Damasco. 

“No all’uso della forza”

Al recente Consiglio di sicurezza delle Nazioni sulla Siria, Pechino si è pronunciata con un voto di astensione, insieme alla Bolivia, alla risoluzione presentata dagli Stati Unii, su cui la Russia ha posto il veto. “Crediamo sempre che la soluzione politica sia l’unica via percorribile e che i mezzi militari non porteranno da nessuna parte”, ha rimarcato Geng. “La Cina è sempre sinonimo di risoluzione pacifica delle controversie, si oppone all’uso sfrenato o alla minaccia dell’uso della forza nelle relazioni internazionali e agisce in conformità con la Carta delle Nazioni Unite”. Pur non avendo giocato un ruolo chiave decisivo sotto il profilo militare nella difesa del governo di Bashar al-Assad, Pechino ha sempre difeso l’integrità territoriale della Siria in sede Onu e si è sempre schierata a fianco di Mosca.

Le (ottime) relazioni tra Pechino e Damasco

Pechino ha ottime relazioni con il governo di Assad. Come rileva Newsweek, la posizione strategica della Siria, crocevia tra il Medio Oriente e il Mediterraneo, è molto importante anche per l’iniziativa One Belt, One Road, la Nuova via della Seta tanto voluta dal presidente cinese Xi Jinping per espandere le rotte commerciali di Pechino in tutto il globo. Non a caso, la stessa Cina avrà un ruolo centrale nella fase di ricostruzione della Siria.

Lo scorso luglio, infatti, la Repubblica Popolare ha annunciato un piano da 2 miliardi di dollari per la realizzazione di un parco industriale in Siria per 150 aziende cinesi. In agosto, numerose società cinesi hanno inoltre partecipato alla 59esima edizione della Fiera Internazionale di Damasco, evento preceduto dal “Syria Day Expo”, organizzato dall’ambasciata siriana a Pechino. Dal canto suo, il governo siriano vuole consegnare ai cinesi un ruolo di primo piano nel processo di ricostruzione.

Il duro attacco del “Global Times”

“Poiché l’uso delle armi chimiche non è ancora stato confermato, gli attacchi militari di Washington e della Nato contro la Siria sarebbero interventi militari brutali. Se venissero intraprese azioni forzate, non si farà affatto giustizia, e queste rifletterebbero solamente l’egemonia politica di Washington e la sua arroganza militare”. A riportarlo è il quotidiano cinese Global Times, in un editoriale molto duro nei confronti di un eventuale attacco occidentale. “Mosca e Damasco hanno più volte sottolineato che le accuse di attacchi chimici sono menzogne. Inoltre, il governo siriano si è dichiarato disponibile ad accogliere la delegazione delle nazioni Unite per indagare sui fatti di Douma”.

Gli Stati Uniti, osserva il giornale vicino al partito comunista cinese, “dovrebbero dare al regime di Bashar al-Assad l’opportunità di spiegare, e attendere fino a quando l’indagine delle Nazioni Unite non sia conclusa”. Se se sarà l’opzione militare a prevalere, Washington dimostrerebbe di “avere soltanto uno scopo: usare gli attacchi chimici come scusa per minare il regime di Assad e ampliare il peso delle forze di opposizione”.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.