Cina e Taiwan si fanno la guerra sui social network. L’esercito cinese ha prodotto un video di propaganda indirizzato a Taiwan che suona come un avvertimento. Taiwan ha subito risposto “al fuoco”.

Lo scorso 3 febbraio, a ridosso delle festivitĂ  per il nuovo anno lunare, l’Esercito popolare di liberazione ha pubblicato sul suo account di Weibo un video intitolato  Le mie aquile guerriere volano intorno a Taiwan.

Il video cinese

Il video, che inizialmente mostra sequenze di spiagge, foreste montagne e altri luoghi ameni, è montato sulle note sdolcinate dell’omonima canzone. Il testo fa appello a sentimenti di nostalgia e fratellanza, evocando immagini poetiche.

L’intento del video, però, appare chiaro quando i versi della canzone recitano “le mie aquile guerriere volano intorno a Taiwan, portano il pensiero della madrepatria e sussurrano l’invito a ritornare”. In quel momento compaiono i caccia “Distruttori” Chengdu J-10 e  J-20 e il caccia multiruolo di IV generazione Shenyang J-15, che volano in formazione. I piloti cinesi scrutano l’orizzonte pronti a sganciare i missili.

La risposta di Taiwan

La replica di Taiwan, ovviamente, non si è fatta attendere. GiĂ  il giorno seguente il Consiglio per gli affari continentali, l’agenzia taiwanese che si occupa di regolare lo sviluppo delle relazioni con la Repubblica popolare cinese, ha affermato: “Questo tipo di approccio mira a riunificare Taiwan con la forza e avrĂ  solo effetti controproducenti, perché  i taiwanesi lo trovano disgustoso e repellente”.

Lo stesso giorno, la pagina Facebook del Ministero della difesa taiwanese ha alzato il tiro, pubblicando il video Freedom isn’t free, una sequenza di immagini tratte dalle esercitazioni militari condotte nello scorso anno dalle forze taiwanesi.

Nel video, dai toni decisamente più agguerriti, è possibile vedere il lancio dei missili antinave Hsiung Feng II e III, i cacciatorpedinieri Kidd equipaggiati col sistema di lancio missilistico guidato Mark 26, e gli obici M110.

Il ministro della difesa taiwanese ha dichiarato: “le minacce del nemico serviranno solo a rafforzare in noi la volontĂ  di proteggere la nostra libertĂ  e la nostra democrazia”.

Questo episodio si colloca in un contesto di crescenti tensioni tra la Cina e Taiwan. I rapporti tra i due Paesi sono deteriorati dopo le elezioni del 2016, quando il partito indipendentista di Tsai Ing-wen ha sostituito al governo il Kuomintang, partito che con Pechino aveva intrapreso relazioni amichevoli.

La questione taiwanese

La Cina considera Taiwan come una “provincia ribelle” che non ha mai accettato la sconfitta del 1949, quando, al termine della guerra civile, i comunisti di Mao Zedong presero il potere.

Dall’altra parte dello stretto, Taiwan, che ufficialmente si definisce Repubblica di Cina, si ritiene a tutti gli effetti un Paese libero e democratico, fuori dal controllo di Pechino. Di fatto però, Taipei non può ufficialmente dichiarare la sua indipendenza senza temere qualche tipo di ritorsione da parte della RPC.

Negli ultimi anni la Cina ha investito enormi risorse nel potenziamento delle proprie forze armate, e la fiducia nelle proprie capacitĂ  militari continua a crescere, destando preoccupazioni anche tra i vertici militari statunitensi.

Il presidente cinese Xi Jinping è determinato a riportare la Cina agli antichi fasti, e questo vuol dire riportare Taiwan sotto il pieno controllo cinese, in un modo o nell’altro. Il mese scorso, Xi ha affermato che la Cina si riserva la possibilità di usare la forza per conseguire la riunificazione con Taiwan.

Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo lo stretto di Formosa. Piuttosto che dichiarare guerra a Taiwan, è probabile che lo scopo di questo video sia quello di condizionare i taiwanesi in vista delle prossime elezioni del 2020.

Dopo il successo elettorale del 2016, il consenso verso il Democratic Progressive Party di Tsai Ing-wen è calato nettamente. Se il prossimo anno i taiwanesi eleggeranno un governo più accondiscendente verso Pechino, i toni potrebbero distendersi. In caso contrario, tutto potrebbe succedere.





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