Dopo la massiccia offensiva degli ultimi mesi condotta dall’esercito siriano con il supporto militare russo, il Califfatosi è trovato per la prima volta dopo due anni in una fase di ripiegamento.Palmira è sicuramente una delle più importanti città riportate sotto il controllo governativo e sottratta all’orda distruttrice dell’Isis. Una follia, quella delle bandiere nere, che non si è fermata nemmeno davanti al patrimonio mondiale dell’umanità utilizzato come campo di prova per una delle più classiche e subdole strategie applicate in zona di guerra: il trappolamento esplosivo.Quando i russi hanno iniziato le operazioni per entrare a Palmira hanno trovato una città blindata da mine, assediata dagli ordigni esplosivi improvvisati posizionati in modo chirurgico per massimizzare l’effetto tattico e strategico.L’Isis, che segue una dottrina fondamentalista sunnita per cui è severamente vietata la riproduzione di esseri umani o animali, ha inteso sottolineare come la sua furia iconoclasta non si arresterà nemmeno in caso di sconfitta e di conseguente ritirata. Un piano B decisamente interessante, considerato che nel corso della Storia moderna e contemporanea nemmeno i nazisti ebbero la sfrontatezza di minare e trappolare città come Parigi e Roma durante la ritirata.La “Venezia del deserto” già orrendamente mutilata in gran parte della sua bellezza rappresenta ad oggi un fallimento e al contempo una vittoria per gli uomini di Al Baghdadi.Gli sminatori russi in pochissimi giorni hanno eliminato oltre mille ordigni sotterrati in modo impeccabile e con l’ausilio di alcuni strumenti destinati alla guerra elettronica molti artifizi artigianali sono stati resi inerti.La bonifica del sito è un lavoro che richiederà mesi soprattutto perché gli artificieri russi, nonostante gli appelli lanciati alle cancellerie di tutto il mondo, sono i soli ad occuparsi della bonifica del sito. Non solo agli uomini del regime di Bashar al-Assad viene offerta la possibilità di imparare a disinnescare ordigni direttamente in loco, iniziando così a far passare quel How Know necessaria a rendere l’esercito siriano autonomo in futuro.Gli archeologi a livello internazionale supportano la tesi secondo la quale la distruzione e la violenza perpetrata contro Palmira non è diversa dalla distruzione dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan da parte dei talebani, nel 2001. Non sarebbe la prima volta che un gruppo terroristico finanzia le sue azioni attraverso la compra-vendita di opere d’arte trafugate.Al Baghdadi potrebbe aver accumulato una fortuna per diversi milioni di dollari solo vendendo al mercato nero poche opere dal valore e dal tempo inestimabili. La Siria è una delle zone archeologiche più fiorenti del Medioriente e non è difficile immaginare quali tesori inestimabili possono essere andati distrutti o semplicemente venduti in questi due anni di assedio.Ma allora perché minare e trappolare in modo tanto accurato il sito di Palmira, ricco di beni archeologici e tesori inestimabili?La ragione è più che altro simbolica ma va ricercata anche una seconda spiegazione di ordine psicologico. Gli ordigni esplosivi improvvisati o IED sono tristemente saliti alle cronache per aver gravemente indebolito la resistenza psicologica dei soldati in Afghanistan e per averne resi inabili diverse centinaia. Le dottrine Mc Crystal e Petreus basano la loro fama sul contrasto alla minaccia asimmetrica condotta soprattutto con questa tipologia di artifizi esplosivi poi evolutasi in quella che oggi conosciamo come Urban Warfare.Questi ordigni atipici sono uno strumento ideale che nascono in base alle esigenze del momento, possono essere più o meno potenti, contente agenti chimici o biologici, possono avere qualsiasi forma la mente umana sia capace di pensare e per questo sono quasi inarrestabili.Programmati per colpire le operazioni condotte al livello tattico, la loro sistematicità incide profondamente anche e soprattutto a livello strategico.Ecco il doppio vantaggio di cui l’Isis vuole disporre anche in caso di ritirata obbligata o stato d’assedio.Considerando che il mantra degli uomini del califfato è quello di uccidere il maggior numero di infedeli a costo di dover sacrificare la propria vita, quello che abbiamo visto a Palmira è perfettamente coerente. A livello tattico, cioè il livello operativo che vede gli uomini muoversi materialmente sul campo di battaglia, gli IED sono strumenti capaci di provocare gravi danni fisici primari.Per quanto sia artifizio artigianale e dunque passibile di errori di costruzioni, questi ritrovati per la guerriglia moderna possono essere molto piccoli ma con grandi cariche esplosive, il che rende il loro utilizzo da semplice deterrente ad arma di annientamento.In Iraq si è già presa visione di come ordigni di piccole dimensioni possano essere la causa di decine di decessi, vere e proprie bombe ma con la versatilità di una mina non convenzionale. Le lesioni da chiodi e schegge di vetro con cui viene implementato il potenziale dell’esplosivo provoca estese ferite, imprevedibile dire dove andranno a colpire e quali danni saranno in grado di fare.Tutta questa poca conoscenza degli IED provoca un secondo impatto piuttosto importante al personale impiegato in operazione: la ricaduta psicologica. I soldati saranno sempre più circospetti e spaventati dal mettere un piede davanti all’altro, lo stress delle missioni e questo timore continuo di trovare ordigni camuffati da qualsiasi oggetto si è già constatato minare dalle fondamenta l’efficienza della missione. Così il califfato, senza nemmeno doversi trovare sul terreno ha ottenuto una prima importante vittoria: dopo Palmira ogni singola città assediata potrebbe risultare il più grande campo minato mai costruito.L’impatto strategico degli IED è l’altro aspetto da non sottovalutare, le esplosioni, la paura e i morti che tornano avvolti nella bandiera nazionale ha un grosso impatto sull’opinione pubblica dei singoli stati che potrebbero spingere per un ritorno a casa delle truppe dai teatri operativi.Gli IED sono uno strumento di pressione politica e di logoramento psicologico delle truppe, eccellente nella sua connotazione più negativa. Essendo armi non convenzionali, versatili ed economiche ha permesso agli ordigni esplosivi improvvisati di essere impiegabili anche in ambiente urbano, questo applicato alla strategia del trappolamento in caso di fuga rende l’IS gravemente offensivo anche in caso di sconfitta.La Storia recente ci dimostra che la lotta asimmetrica è tutt’altro che folle o disorganizzata,Palmira rimane ancora una volta città sotto assedio il cui rischio è di detonare da un momento all’altro.Se l’esercito russo, si spera a breve supportato da qualche volenteroso collega europeo, riuscisse a bonificare il sito archeologico patrimonio dell’UNESCO potremmo parlare davvero di vittoria?
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