I banchieri di alcune realtà economiche mondiali hanno cominciato a parlare con Marine Le Pen e col suo staff in vista di una possibile sua affermazione alle presidenziali francesi. Questa, in sintesi, la novità più grande delle ultime ore riguardante le imminenti elezioni d’oltralpe. Sarebbero lontani, insomma, i tempi in cui il Front National era costretto a mettere in evidenza il fatto che nessuna realtà economica fosse disposta a mettergli a disposizione dei fondi in prestito da utilizzare in campagna elettorale.In barba ai sondaggi, tra l’altro, visto che questi ultimi sono tutti concordi nel pronosticare la sconfitta della Le Pen al secondo turno, dopo il raggiungimento del primo posto che, invece, dovrebbe verificarsi nel prima turnata del doppio turno francese. “Quando un partito è povero e le banche gli rifiutano il prestito, è un atto politico e un problema di democrazia”, aveva detto Marine all’inizio di questa campagna. I banchieri, insomma, come ampiamente riportato in questo articolo, avevano scelto di sbarrare la strada a qualunque richiesta economica proveniente dalla realtà lepenista, tanto che in molti si affrettarono a dire che ci avrebbe pensato Putin con il suo “bancomat per i populisti” a sanare il gap con gli altri candidati.Persino Mélenchon, il candidato della sinistra purista, si era battuto per far sì che alla Le Pen non venissero negati i prestiti bancari. Secondo le fonti del Financial Times, però, ora la situazione è molto diversa, almeno nei termini in cui pare che una parte del mondo finanziario occidentale abbia iniziato seriamente ad interessarsi alla Le Pen. Nello specifico, sarebbero stati dei membri diBlackRock , Barclays ed UBS ad incontrare i funzionari del Front National per comprendere a fondo quali sarebbero i piani in materia economica in caso di una vittoria targata Fn. Un portavoce della Le Pen , dunque,avrebbe dichiarato che i banchieri sarebbero stati “molto pragmatici”: “Erano venuti per comprendere i nostri piani. Hanno visto che Le Pen è circondato da persone che hanno lavorato nel settore e sanno come fare offerte“, Il paventato balzo dello spread e la correlata crisi del sistema bancario francese in caso di conquista dell’Eliseo da parte della candidata del Front, insomma, non ha spaventato tutte le realtà finanziarie occidentali, tanto che alcune si sarebbero precipitate per comprendere dettagliatamente tutte le sfumature del programma politico del Fn.Se alcune istituti finanziari, però, hanno rifiutato ogni commento, BlackRock e CheckRisk hanno confermato l’avvenuto contatto. Il timore, evidentemente, è quello di sottovalutare la Le Pen ed il suo ripristino alla sovranità monetaria, rischiando così di finire fuori dalle logiche economiche della Francia ventura. Per quanto i nomi dei partecipanti alla consultazione privata non siano trapelati, secondo Bloomberg, sembrerebbe che alcuni tra essi abbiano operato un paragone tra la Le Pen e Varoufakis, altri tra il Front e l’Ukip di Farage. “La macchina politica del partito è molto più sofisticato di quanto pensassimo. Le vedute del FN sull’euro, anche se radicali, possono essere il riflesso della realtà, la direzione in cui l’euro deve sviluppare “, sarebbe stato uno dei commenti a caldo dopo l’incontro, così come ha riportato Maurizio Blondet sul suo sito. Curiosità o meno, in fin dei conti, il contatto tra l’universo finanziario e quello lepenista rappresenta una notizia. Ad interagire con Marine Le Pen, però, non sarebbero solo esponenti del mondo bancario: rappresentanti di decine di governi del mondo, tra cui quello svedese, quello danese, quello argentino e quello statunitense si sarebbero già palesati nel quartier generale della candidata all’Eliseo per un serrato confronto sul programma elettorale. Tanto che Mikael Sala, consulente economico di Marine, avrebbe dichiarato: “Abbiamo persone che fanno la fila per parlare con noi del nostro programma”. Non tutti, in definitiva, hanno piena fiducia in una solenne ed ennesima sconfitta per il Front National. L’attendibilità dei sondaggi, del resto, ha subito un colpo abbastanza duro per via dell’elezione di Trump e l’interesse sull’ipotesi che la Le Pen vinca realmente, con tutto ciò che questo comporterebbe, sembra essere nato sia in alcuni ambienti economici sia all’interno di qualche governo occidentale.
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