È raro, in un Paese dal sistema politico estremamente frammentato come l’Olanda, vedere dei confronti televisivi tra due sfidanti, sulla falsariga di quanto avviene nelle elezioni presidenziali Usa ed in gran parte delle odierne democrazie del vecchio continente; eppure questa volta anche i Paesi Bassi hanno ceduto al richiamo di duelli ravvicinati tra due leader di partiti opposti, segno di una polarizzazione del dibattito politico molto più forte rispetto alle precedenti consultazioni. A Rotterdam, proprio nella città in questi giorni al centro delle polemiche tra L’Aja ed Ankara per via del ‘Niet’ del governo olandese ai ministri turchi di tenere comizi in vista del referendum sulla costituzione turca di aprile, si è svolto il primo ed unico duello televisivo ‘faccia a faccia’ tra i due principali protagonisti di queste delicate elezioni olandesi, ossia tra il premier uscente, Mark Rutte, ed il leader del Pvv, Geert Wilders.Lo scontro su Europa ed IslamDurante il dibattito, tenuto davanti a centinaia di studenti di una delle Università più importanti di Rotterdam, Rutte e Wilders non hanno fatto sconti: da un lato, il capo di governo uscente, leader del Vvd, che ha accusato il rivale di essere un “pericolo” per i Paesi Bassi per via della sua retorica considerata populista, dall’altro lo stesso Wilders che ha promesso di tornare a mettere al primo posto gli olandesi in caso di vittoria. In un paese famoso nel mondo anche per la propria filosofia di calcio, non potevano mancare metafore con riferimenti sportivi: “Queste elezioni rappresentano i quarti di finale della battaglia contro i populismi in Europa – ha affermato Rutte – Le semifinali saranno ad aprile in Francia e le finali invece con le elezioni di settembre in Germania”. A queste affermazioni, Wilders ha invece replicato affermando come “Non si gioca alcun quarto di finale, queste consultazioni, si gioca una finale contro mentitori e legislatori”.Uno dei momenti di maggior frizione del confronto, si è avuto sul tema inerente il ruolo futuro dell’Islam in un Paese in cui il 5% della popolazione è di fede musulmana; in particolare, Rutte ha accusato Wilders di essere un ‘pericoloso estremista’ e di aver avuto in passato posizioni dure nei confronti degli olandesi di origine marocchina. Dall’altro lato, il leader euroscettico ha ribadito la propria posizione ‘anti Islam’, promettendo un provvedimento sulla falsariga del ‘Muslim Ban’ di Trump per vietare l’ingresso di immigrati dai paesi musulmani ed inoltre annunciando la chiusura di tutte le moschee in caso di vittoria. Il tema dell’immigrazione è uno dei più sentiti nei Paesi Bassi; già nel 2005, in occasione del referendum poi vinto dal ‘No’ sull’approvazione della Costituzione Europea, proprio l’arrivo di nuovi stranieri ha rappresentato uno dei principali perni dello scontro di dodici anni fa.Le tensioni con AnkaraSulla vicenda diplomatica più spinosa di queste ore, ossia il botta e risposta tra Paesi Bassi e Turchia, si è avuto un unico piccolo punto di convergenza tra Rutte e Wilders; il premier olandese ha infatti spiegato la necessità, da parte del governo di Erdogan, di chiedere scusa a tutti i cittadini dei Paesi Bassi per il paragone fatto tra il suo esecutivo e quello nazista. Rutte inoltre, ha in tal modo giustificato il non indietreggiamento rispetto alla sua posizione di divieto ai leader politici turchi di effettuare comizi in vista del referendum costituzionale previsto in Turchia ad aprile; stessa posizione, ma su basi e presupposti differenti, è stata espressa da Wilders: “Prima gli olandesi, prima il diritto degli olandesi di vivere serenamente i propri dibattiti interni”, ha dichiarato il leader del Pvv. In queste ultime ore di campagna elettorale, il braccio di ferro con la Turchia è entrato di prepotenza all’interno degli ultimi comizi in tutto il paese.Gli ultimi sondaggiNonostante un duello molto vicino a quello visto in occasione delle presidenziali Usa, Wilders e Rutte non rappresentano comunque gli unici due schieramenti in corsa per la vittoria finale; tutt’altro, i due assieme arrivano a poco più del 30%, visto che il Vvd di Rutte ha il 16% ed il Pvv di Wilders il 14%, con rispettivamente 27 e 24 seggi su 150 della Camera assegnati dalle previsioni degli ultimi sondaggi pre voto. Un sistema quindi, quello olandese, che si conferma molto frammentato e che costringerà, chiunque avrà la maggioranza relativa dei seggi, ad andare verso un governo di coalizione: lo stesso Rutte, in corsa per il suo terzo mandato consecutivo, si propone di guidare una ‘grande coalizione’ che comprenda anche i Cristiano Democratici ed i Laburisti. Una grande incognita è rappresentata dai Verdi, in grande ascesa negli ultimi giorni e davanti proprio ai Laburisti nel confronto interno alle forze di centro – sinistra.
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