Oltre al danno (economico), la beffa.  Da una parte l’Unione europea che ha firmato un accordo da ben sei miliardi di euro con la Turchia per fermare il flusso dei migranti. E dall’altra migliaia di disperati che continuano a percorrere la rotta balcanica per cercare di arrivare nel Vecchio continente. I numeri parlano chiaro: il viavai di profughi da questa frontiera d’Europa è il più alto di questi ultimi due anni.

L’isola di Lesbo è uno sbarco continuo.  Nell’hotspot di Moria si contano quasi 8mila migranti contro i 1800 posti ufficiali. E se prima scappavano dalla Siria di Bashar al Assad, ora scappano anche dalle bombe di Erdogan. “L’anno scorso a marzo c’erano stati 350 arrivi, quest’anno siamo a 1750. Ad aprile la media è di 500 a settimana”, racconta alla Stampa Luca Fontana, il coordinatore di Medici senza Frontiere. La maggior parte di questi profughi arriva da Afrin e da Ghouta.  

A questi vanno sommati anche i 60mila migranti rimasti in Grecia in seguito alla chiusura delle frontiere.

Nell’isola greca la situazione è al collasso. La scorsa notte, decine di migranti sono rimasti feriti nell’attacco di un gruppo di estrema destra. I rifugiati, in gran parte afghani, che attendevano da mesi una risposta alle richieste di asilo, si sono radunati per protestare nella piazza principale di Mitilene. Ma all’imbrunire diverse centinaia di giovani dell’ultradestra hanno cominciato a insultarli e li hanno attaccati con bastoni e lanci di pietre. Gli aggressori hanno dato alle fiamme cassonetti dell’immondizia. I migranti si sono rifiutati di lasciare la piazza e il centro storico è diventato un campo di battaglia. La polizia è riuscita a sgomberare la piazza solo questa mattina e i rifugiati sono stati ricondotti nel campo.

La situazione è al limite in tutta la Grecia. I numeri, infatti, sono in aumento anche nel resto del Paese. Alla frontiera dell’Evros solo a marzo sono arrivati quasi 1700 migranti (e l’anno scorso qui ne erano arrivati solo 200). Il Paese è saturo e nei campi per richiedenti asilo non c’è più spazio. I migranti vogliono andarsene. Il piano è proprio quello di cercare di riaprire la rotta balcanica e raggiungere varie destinazioni in Europa. Ora, per la prima volta dalla firma dell’accordo del 2016, i profughi arrivati in Grecia stanno per superare quelli arrivati in Italia. 

Inoltre, come riportato da Gli occhi della guerra a febbraio, una diramazione di questa rotta punta dritta verso l’Italia e il porto di Patrasso – chiamato la “Porta della Grecia verso l’Occidente” – è da mesi teatro di scontri fra polizia e migranti. Il loro obiettivo? Cercare di salire a bordo dei traghetti e dei cargo diretti in Italia. 

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