Non c’è pace il Copasir: Palazzo San Macuto torna ad essere un campo di battaglia e nuovamente le forze politiche si dividono sulla governance dei servizi e sull’operatività del comitato.
Il Partito Democratico lancia un guanto di sfida ad Adolfo Urso, presidente del Copasir, portando allo scoperto le prime crepe dopo la risoluzione del nodo della guida del comitato di vigilanza sui servizi segreti. I dem hanno disertato la riunione odierna del comitato di Palazzo San Macuto denunciando irregolarità nel comportamento di Urso per la conduzione della seduta odierna, spiegate dalle capogruppo Deborah Serracchiani e Simona Malpezzi all’interno di una lettera inviata nella mattinata di oggi ai Presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati.
Cose denuncia il Pd? Una violazione della Legge 124/2007, la norma-quadro per la governance dei servizi segreti italiani, precisamente dell’Articolo 31, secondo comma, che garantisce al Comitato “la facoltà, in casi eccezionali, di disporre con delibera motivata l’audizione di dipendenti del Sistema di informazione per la sicurezza” senza comunicarne i nomi a meno che si tratti dei direttori di Aisi, Aise, Dis. La delibera, in questo caso, “è comunicata al Presidente del Consiglio dei ministri che, sotto la propria responsabilità, può opporsi per giustificati motivi allo svolgimento dell’audizione”. Secondo Formiche, Urso avrebbe richiesto di sentire in audizione un importante e controverso esponente dei servizi come Marco Mancini, recentemente costretto a dover accettare un imminente pensionamento anticipato dopo la storia dell’incontro con Matteo Renzi.
Il Partito democratico ha deciso di non partecipare a lavori che si ritiene possano essere inficiati nella loro correttezza formale: ma la vaghezza dell’accusa al neo-presidente lascia pensare che ci possano essere motivazioni strettamente politiche dietro la scelta della formazione guidata da Enrico Letta. Certamente stupita dall’assertività del neo-presidente, che dopo aver audito Vittorio Colao sul tema cybersicurezza ha spinto a tutto campo sulla comprensione dei dossier più caldi per l’intelligence italiana, inclusi i legami tra mondo politico e esponenti dei servizi.
La sensazione è che da Palazzo Chigi non sia arrivato alcun semaforo rosso all’audizione del funzionario dei servizi chiamato in causa. La pubblicazione della nota a un’ora dall’inizio della riunione sarebbe stata accompagnata da ben altre polemiche politiche in tal caso: vedere un presidente del Copasir andare a gamba tesa contro Mario Draghi dopo le problematiche degli ultimi mesi sarebbe stato quanto meno difficile da ipotizzare. E il silenzio di Palazzo Chigi lascia presupporre che la polemica stia tutta tra i partiti. E che sia la politica, e non la questione tecnica della riunione, la vera posta in palio.
Urso è sotto pressione da parte del Pd anche e soprattutto perché, secondo Formiche, si sarebbero aperte delle tensioni tra il senatore di Fratelli d’Italia e il dem Enrico Borghi; le motivazioni sarebbero rintracciabili nella mancata elezione di Borghi a vicepresidente del Comitato a favore dell’esponente pentastellata Federica Dieni, grande esperta di tematiche legate al cyber (molto care ad Urso), che un mese fa ha conquistato la carica con due voti in più del dem.
Sul tema della gestione del Copasir da parte di Urso Fdi ha ricevuto critiche anche dalla Lega. Il Carroccio ha riaperto il fronte con l’alleato di centrodestra dopo la lunga querelle sulla presidenza, passata da Raffaele Volpi a Urso nelle scorse settimane. “Le dimissioni degli esponenti della Lega dal Copasir avevano e hanno fondamento, come confermato anche dal Pd. Meglio tardi che mai, anche a sinistra convengono che il Copasir ha bisogno di una guida equilibrata, come è stata quella dell’onorevole Raffaele Volpi, senza subire continue tensioni politiche che nulla hanno a che vedere con un organismo di garanzia. Siamo sicuri che i presidenti di Camera e Senato sapranno maturare una saggia decisione”, hanno fatto sapere fonti di Via Bellerio all’Agi.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Le partite strategiche per la gestione del Copasir continuano, prosegue un lungo braccio di ferro tra le formazioni politiche per il controllo della vigilanza sull’intelligence e non si trova, in fin dei conti, un punto di caduta comune a tutte le formazioni. L’intelligence e la sicurezza nazionale sono, mese dopo mese, temi sempre più centrali per la politica nazionale.