Negli Stati Uniti la situazione si fa incandescente, con il botta e risposta tra Donald Trump e Jill Stein sulla procedura di riconteggio dei voti in Wisconsin, Michigan e Pennysilvania, chiesta dalla candidata presidenziale del Green Party.I tre stati chiave – in cui il tycoon ha vinto complessivamente per soli 107 mila voti – sarebbero stati, secondo l’esponente ecologista, fortemente esposti al rischio di brogli elettorali.”Ci siamo focalizzati su questi tre Stati non per calcoli politici o per danneggiare i repubblicani, ma solo perché degli esperti in materia ce li hanno indicati come gli stati dove è più probabile che siano avvenuti dei brogli – ha raccontato Jill Stein a The Hill – Se Il Presidente Trump afferma di essere a conoscenza di brogli in altri stati, come da lui indicato, sarei felice di sostenere un’iniziativa simile anche lì. Se Trump e Clinton sono davvero favorevoli alla trasparenza elettorale, si facciano entrambi promotori di una legge per garantire la registrazione automatica e universale di tutti i cittadini americani alle liste dei votanti, come avviene in tutte le altre democrazie del mondo”.Dopo aver rivendicato la vittoria anche sul voto popolare nella giornata di ieri – “Se al totale dei voti di Hillary Clinton sottraete i voti degli immigrati irregolari e clandestini, vedrete che ho vinto anche lì” – il neo-presidente era tornato sul tema nelle scorse ore con un tweet, sostenendo di essere stato vittima di brogli in Virginia, New Hampshire – dove la Clinton ha vinto per un soffio – e California. The Donald ha inoltre denunciato senza mezzi termini il silenzio dei mass-media su questo aspetto.La richiesta di Jill Stein di ricontare le schede a mano è stata ufficialmente negata. La Commissione Elettorale del Wisconsin, secondo il giornale il locale ’Journal Sentinel’, ha respinto la richiesta della candidata del Green Party. La decisione lascerà alle singole 72 contee dello Stato decidere come procedere: se a mano delle schede o attraverso il riconteggio elettronico. L’operazione inizierà in ogni caso giovedì 1 dicembre e costerà 1 milione di dollari, è potrà durare al massimo fino al 13 dicembre, come prevede la legge federale. Il 19 dicembre tutto dovrà essere ultimato per consentire ai grandi elettori di nominare Trump, che ha ottenuto 306 voti contro i 232 di Clinton. In Wisconsin sono gli elettori in palio sono 10La candidata verde chiederà inoltre il riconteggio anche in Michigan e Pennsylvania entro la fine di questa settimana. La Stein ha sinora raccolta più di 5 milioni di dollari per finanziare il “recount”, molto di più di quanto non abbia racimolato per finanziare la sua campagna elettorale alle recenti elezioni presidenziali. InPennsylvania, tuttavia, non sarà affatto facile arrivare all’agognato riconteggio. Come ha spiegato lei stessa in un video in Pennsylvania la richiesta è “particolarmente complicata”, in quanto “è l’unico stato in cui il processo di riconteggio deve essere chiesto da migliaia di elettori” e questo richiede una procedura molto più complessa nonché un numero consistente di testimonianze giurate – che certificherebbero degli eventuali brogli – per distretto.E ora, dopo che in un primo momento sembrava ci fosse del disinteresse, anche in casa casa Clinton l’iniziativa della Stein viene vista di buon grado. In una nota riportata da Medium Post e dal Washington Post, il legale responsabile della campagna elettorale dell’ex Segretario di Stato, avrebbe affermato di aver ricevuto “centinaia di messaggi, e-mail, chiamate che ci spingono a fare qualcosa, qualsiasi cosa, per indagare sui risultati delle elezioni in cui si sarebbero susseguite delle irregolarità ai danni del segretario Clinton, soprattutto in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, dove il margine di vittoria per Donald Trump è solo di 107.000 voti”.Come vi avevamo già raccontato qualche giorno fa, inoltre, esisterebbe un dossier di diciotto pagine che circola tra i membri dello staff di Hillary Clinton in cui sarebbero contenuti dati e informazioni che dimostrerebbero l‘irregolarità delle elezioni che hanno portato alla vittoria di Donald Trump. Il dossier verrà presentato in questi giorni alle autorità federali ed ai presidenti delle commissioni del Congresso da un gruppo di accademici, esperti di questioni elettorali e di cyber sicurezza, che hanno chiesto ad Hillary Clinton di avanzare la richiesta di un riconteggio. Difficile prevedere ora come andrà a finire, benché l’ipotesi di un ribaltamento delle elezioni sembra essere ancora remota. Certo è che la strada da qui al 20 gennaio, giorno dell’insediamento del neo-presidente Trump, è ancora molto lunga.
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