L’Europa non cambia mai. Neanche con una crisi di proporzioni mondiali e con un Paese, l’Italia, sull’orlo del collasso sanitario. Le vane speranza degli europeisti più convinti si basavano sul fatto che l’Unione europea, per sopravvivere, avrebbe dovuto aiutare per forza il nostro Paese. Altrimenti il rischio catastrofe sarebbe stato dietro l’angolo, con pericoli sempre più crescenti per una struttura ormai a dir poco traballante come quella di Bruxelles. Ma come sempre la realtà supera l’immaginazione e dal Nord è arrivata la sentenza che condanna l’Italia. Su Mes e coronabond nessuna marcia indietro in termini di austerità e eventuali “commissariamenti” da parte del sistema finanziario europeo.

La decisione è arrivata ovviamente da chi decide davvero sulle sorti dell’Europa. Altro che Ursula von der Leyen, Michel, il Consiglio europeo o altri burocrati messi lì non per decidere ma per rappresentare interessi più grandi di loro. La scelta della linea da seguire è arrivata direttamente dalla Germania, culla dell’Unione europea e probabilmente capitale della nuova Ue post-coronavirus. Il ministro dell’Economia Peter Altmaier è stato cristallino: nessuna concessione all’Italia per un “dibattito fantasma” sulle idee per una maggiore flessibilità in Europa.

Una frase che inquieta per i modi e i tempi, ma che di certo non deve stupirci. Angela Merkel non ha mai mostrato alcune reale empatia per le sorti dell’Italia. E quella frase di Christine Lagarde sullo spread – quando Piazza Affari crollava sotto i colpi della pandemia e forse delle speculazioni – era stato il segnale arrivato dalla Bce (e quindi dalla linea tedesca) su cosa volesse ora l’Europa. L’Ue non cerca di aiutare l’Italia: l’Ue vuole semplicemente che l’Italia faccia il suo compito. L’aiuterà, certo, ma non per pietà cristiana. Lo farà finché sarà utile salvare sé stessa, a evitare il crollo sanitario prima ancora che economico. Ma poi non ci saranno sconti. E per certi versi è un bene che l’Unione lo abbia chiarito subito, anche al fine di evitare eccessi di fiducia in un sistema che – va ricordato – non ha mai dato prova di solidarietà vera nei confronti di nessuno. Basti ricordare cosa è successo in Grecia, dove tutti hanno banchettato su quanto rimaneva dello Stato ellenico dopo un commissariamento fatto di lacrime e sangue.

Ora quello stesso meccanismo è stato ribadito anche nei confronti dell’Italia post-coronavirus. Ma non c’erano dubbi. L’Unione europa ha isolato l’Italia immediatamente dopo le prime notizie sui focolai di Codogno e Vo’ Euganeo senza prestare alcun soccorso reale al nostro Paese. Ha taciuto di fronte agli attacchi speculativi mentre la Borsa di Milano cadeva così come non ha fatto niente nei confronti dei nostri ospedali al collasso. Ci ha lasciato soli finché era impossibile considerare solo la Lombardia e il Veneto come i focolai d’Europa. E ci ha isolato per settimane anche con la consegna di presidi medici fondamentali al punto che Roma ha dovuto sperare nell’intervento della Cina, dell’Egitto, del Brasile, poi della Russia e infine degli Stati Uniti. Un Paese fondatore dell’Ue diventato terra di nessuno, con l’Europa più attenta a capire cosa facesse (e cosa volesse) Berlino, piuttosto che capire come salvare l’Italia proprio per salvare anche se stessa.

E invece l’Europa continua a commettere lo stesso errore: non salva gli altri proprio pensando di poter salvare se stessa. Ma altro non farà che ampliare una frattura ormai enorme tra popoli e burocrazia, tra Sud e Nord Europa, tra “populisti” e tecnocrati. Nei giorni scorsi, il ministro della Finanze francese, Bruno Le Maire, aveva detto una frase molto chiara: l’Europa non si riprenderà se lascerà cadere l’Italia. Ma sembrano parole vuote di fronte a questa Ue. In un sistema dove i ministri della Sanità non rispondo alle richieste di ventilatori polmonari di un Paese che conta migliaia di morti, come si può pretendere che si possa credere a un’Europa solidale? L’Ue non è per definizione solidale: aspetta, con inquietante lucidità, che l’unica via di uscita sia cedere sovranità per evitare il baratro. Va dato, al ministro tedesco, di averci almeno risvegliato dai sogni.