Altro che piano europeo, dosi simboliche da distribuire ai Paesi membri e coordinamento tra i vari governi dell’Ue. La Germania, in barba alla tanto decantata solidarietà europea – probabilmente buona solo a decorare le facciate di Berlino – ha acquistato 30 milioni di dosi del vaccino anti Covid di sua spontanea volontà. Ovvero: bypassando gli accordi stipulati tra la Commissione europea e le case farmaceutiche.

La strategia di Bruxelles consisteva nel diversificare l’offerta, suddividendo le fette della torta dei vaccini in modo tale da garantire adeguate quote dell’affare a tutti i player in corsa. Ogni Stato, aveva garantito l’Unione europea, in occasione del V-Day, avrebbe ricevuto una consegna simbolica di 9.750 vaccini. Bellissima iniziativa, se non che c’è chi ha pensato bene di far di testa propria.

A maggior ragione dopo l’inghippo dell’azienda Sanofi, il cui candidato vaccino riceverà il via libera soltanto nel quarto trimestre del 2021. La bandiera bianca dei francesi di Sano ha di fatto mandato in frantumi la ripartizione dei vaccini ipotizzata da Bruxelles. Anche perché, a quel punto, era tardi per sopperire all’assenza dei sieri francesi con altre dosi realizzate da Pfizer-BioNTech e Moderna, nel frattempo acquistate da altri Paesi.

Il colpo di coda di Berlino

Dicevamo della Germania. Berlino ha concluso un accordo bilaterale con BioNTech e Pfizer per accaparrarsi dosi extra del vaccino, che andranno ad aggiungersi alla quota di 55,8 milioni unità prevista dalla suddivisione europea. La conferma, che sotto forma di indiscrezione era già emersa nei giorni scorsi, è arrivata direttamente da un portavoce del Ministero della Salute tedesco.

Non solo: per non restare indietro con la campagna di vaccinazione, il ministro Jens Spahn ha fatto sapere che il governo tedesco intensificherà la produzione del vaccino Pfizer-BioNTech sul proprio territorio. Detto altrimenti, Berlino farà di tutto per facilitare l’operatività di nuovi impianti. Spahn, non a caso, ha parlato di una fabbrica di Novartis recentemente acquisita da BioNTech in quel di Marburg, in Assia. Quello stabile, al momento in fase di ristrutturazione, dovrebbe essere pronto, tra febbraio e marzo, a sfornare vaccini freschi. Così da aumentare vertiginosamente il numero di fiale in possesso di Angela Merkel.

La beffa è servita

Ricapitolando: siccome la Germania temeva di non avere tra le mani la necessaria quantità di vaccini per mettere sotto controllo l’epidemia entro il prossimo autunno, il governo tedesco ha stretto un accordo bilaterale per accaparrarsi dosi extra dell’antidoto. E così, mentre la cancelliera Merkel ha rotto i patti europei sui vaccini, tutti gli altri Paesi, tra cui l’Italia, sono ancora lì, in fila, ad attendere il loro turno.

L’Ue ha ordinato 1,3 miliardi di dosi, anche se al momento soltanto una piccola parte di queste è certa di essere consegnata. Tra queste troviamo i 400 milioni di vaccini Pfizer-BioNTech e gli 80 milioni di Moderna. Calcolatrice alla mano, alla Germania occorrono 140 milioni di dosi per arrivare all’immunità di gregge. La popolazione tedesca supera invece le 80 milioni di unità. Se Berlino dovesse rispettare la “solidarietà europea”, la sua road map finirebbe in frantumi. E allora ecco che, oltre all’intesa con Pfizer-BioNTech, secondo la Bild potrebbe presto arrivare un nuovo annuncio. Questa volta un bilaterale tra il governo tedesco e gli americani di Moderna. Per nuove dosi extra.

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