Angela Merkel annuncia di non ricandidarsi alla guida della Cdu e che si ritirerà dalla politica nel 2021, una volta concluso il mandato da cancelliere. Le elezioni in Assia, dopo la disfatta in Baviera, sono state il colpo di grazia per la sua leadership. E dopo 18 anni, l’Unione Cristianodemocratica sarà quindi orfana della donna che ha rappresentato per tutti questi anni il partito di governo della Germania ma anche della stessa Unione europea.

Finita l’era Merkel, ora la domanda è su chi sarà il suo successore. I nomi iniziano già a circolare, ma la certezza si avrà solo al congresso di dicembre, quando il partito dovrà scegliere il nuovo leader. Sperando di fermare l’inesauribile emorragia di voti che ha portato al declino di Angela.





Il primo nome che ha iniziato a circolare come erede di Angela Merkel, è quello dell’ex capogruppo della Cdu, Friedrich Merz. Considerato il rappresentante dell’ala conservatrice del partito, Merz, 62 anni, aveva abbandonato posti di primo piano all’interno dei cristiano-democratici dopo la presa di potere della cancelliera nella Cdu. Dopo più di 16 anni, l’ex capogruppo potrebbe tornare, ma solo “se il partito glielo chiederà”. Secondo la Bild, Merz avrebbe ricevuto forti pressioni nel partito per candidarsi alla sua guida già prima delle elezioni in Assia. E da quanto si evince dai media tedeschi, sarebbe già andato a Bruxelles a parlare con chi di dovere dei vertici dell’Unione europea. 

L’altro nome forte che ha scelto di correre per la guida del partito è quello di Annegret Kramp-Karrenbauer, nota con l’acronimo di AKK. È lei la prescelta da Angela Merkel come suo successore. Ma potrebbe essere proprio questa sponsorizzazione della cancelliera a rappresentare una zavorra più che un aiuto per la sua elezione. Akk, 56 anni, è sostenuta da una larga parte della Cdu.

Ma è del tutto evidente che il declino della Merkel e dell’attuale organizzazione di partito incide sulle possibilità della preferita dalla cancelliera. Se la Cdu vuole voltare pagine, forse sarà difficile che gli elettori accettino una nuova presidente simile, tranne che per alcune sfumature, con la leader che ha guidato fino ad ora il partito.

Per la Germania si tratta in ogni caso di un periodo di transizione estremamente importante. Angela Merkel ha rappresentato per 18 anni la guida del partito. Ed oggi sembra quasi inscindibile il binomio Merkel-Germania, che è poi diventato il binomio anche del potere che controlla l’Unione europea.

Ma negli ultimi anni, soprattutto mesi, l’idillio elettorale fra la cancelliera e i tedeschi si è costantemente eroso. E le recenti elezioni locali hanno confermato che l’alternativa fosse una soltanto: abbandonare il trono. Che qualcuno vorrebbe però che fosse non solo quello della Cdu, ma anche quello del governo. Come ha detto Christian Lindner, leader del partito liberale Fdp, “la signora Merkel rinuncia all’incarico sbagliato”. “Forse per la Cdu è cosa buona avere un nuovo capo. Per la Germania sarebbe cosa buona avere un nuovo vertice al governo. La ‘malattia’ della grande coalizione verrà solo prolungata attraverso il parziale ritiro di Merkel. Se la Cdu promuove un cambiamento ai suoi vertici, dovrebbe aprire la strada anche ad un nuovo governo o a nuove elezioni in Germania”.

Ma il rischio è che in questo momento, nuove elezioni generali rappresenterebbero soltanto la pietra tombale sui partiti della Grande Coalizione. La Cdu è crollata di 11 punti percentuali in Assia. E in tutta la Germania, a destra, viene erosa dall’AfD, mentre al centro e a sinistra chiaramente non sfonda. E lo Spd, altro alleato di governo, vorrebbe che finisse la Groko (Grosse Koalition( ma allo stesso tempo sa che con i Verdi in forte ascesa potrebbe diventare forse la quarta forza del Paese, condannandosi all’irrilevanza. 

 

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