Russia e Stati Uniti aumentano la sfida nel mare e la flotta della Us Navy sta correndo ai ripari dispiegando un sempre maggior numero di gruppi di battaglia delle portaerei nei mari in cui è più facile che avvenga questo scontro e aumentando il tempo della presenza navale americana. E questa sfida, avviene principalmente nei mari che circondano l’Europa. Come riporta il Maritime Herald, Il capo delle operazioni navali della marina americana, l’ammiraglio John Richardson, ha parlato mercoledì in audizione al Congresso degli Stati Uniti. E quello che è scaturito da queste dichiarazioni è che per gli Stati Uniti l’obiettivo strategico è rappresentato, in questo settore, dal “problema della presenza russa”.

“Noi stiamo spendendo molto più tempo nel teatro europeo”, ha detto Richardson ai membri del House Assignment Committee. “I gruppi di attacco delle portaerei, ad esempio, che passerebbero semplicemente attraverso il Mediterraneo alla massima velocità per raggiungere il Medio Oriente trascorrono molto più tempo nel Mediterraneo, non solo contribuendo alla Ineherent Resolve (il nome assegnato all’operazione a guida Usa in supporto all’Iraq contro lo Stato islamico n.d.r.) ma anche lavorando sul problema della presenza della Russia nel Mediterraneo orientale, nel Mar Nero, nel Baltico, ecc.”.

Insomma, il Mediterraneo non è affatto un mare “di passaggio” per la flotta statunitense. Lo sarebbe stato prima, quando Mosca non era entrata di nuovo prepotentemente nello scacchiere euro-mediterraneo. Ma ora le cose sono cambiate e Washington ha cambiato metodo di approccio.  Al Pentagono sono consapevoli che l’impiego della flotta in questi teatri di guerra deve essere anche orientato al controllo della presenza dei suoi avversari. 

Richardson ha anche osservato che quella che lui stesso ha definito come la “rinascita” della Russia abbia assicurato che le sue forze marittime, in particolare nel campo della guerra sottomarina, siano rimaste non soltanto solide dai tempi della Guerra Fredda, ma abbiano anche aumentato il loro valore. 

“Loro [i russi] non hanno mai veramente trascurato lo sviluppo e lo schieramento delle loro forze sottomarine, ma hanno veramente premuto sull’acceleratore e sia la tecnologia che la capacità sono aumentate nel tempo impiegato per la loro implementazione”, ha dichiarato Richardson. L’ammiraglio ha poi continuato: “Questo è esattamente il motivo per cui gli investimenti si sono focalizzati sul problema della guerra sottomarina, migliorando sia i nostri sensori subacquei sia la nostra infrastruttura per il nostro velivolo anti-sottomarino, il P-8 Poseidon“.

Proprio a questo scopo, la Us Navy ha da tempo avviato un programma di sviluppo delle proprie basi europee allo scopo di raggiungere un livello di monitoraggio e di difesa nei confronti della flotta russa che la renda capace di confrontarsi con quello che ritengono un pericolo in forte espansione. In particolare, negli ultimi mesi ha intrapreso l’aggiornamento della base di Rota, in Spagna, e di altre basi del Mediterraneo. La base navale di Rota, vicino Cadice, in Spagna, assume anzi un’importanza ancora maggiore perché è considerata il vero punto nevralgico per il controllo del passaggio delle navi russe dall’Atlantico al Mediterraneo. In particolare per quelle che si dirigono sul fronte siriano.

A proposito di aggiornamenti, Richardson ha anche detto che il programma statunitense di implementazione delle armi da fuoco aveva prodotto un proiettile ad altissima velocità con una varietà di applicazioni, ma ha notato che rimangono ancora molte sfide ingegneristiche prima che il sistema di armi possa soddisfare le richieste della Difesa.

“Come risultato del programma Railgun, abbiamo sviluppato un proiettile ad alta velocità che può essere utilizzato in tutta la flotta in una serie di applicazioni diverse, non solo nel cannone a rotaia”, ha detto Richardson ai membri del Railways Assignment Committee della Camera dei rappresentanti. “Ora dobbiamo sviluppare tutto l’apparato ingegneristico per farlo funzionare al meglio e portarlo al livello di fuoco designato nell’intervallo dalle 80 alle 100 miglia.”

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